

DALLAS BUYERS CLUB
(USA/2013) di J-M. Vallée (117')
Serata promossa da CNA
Regia: Jean-Marc Vallée. Sceneggiatura: Craig Borten, Melisa Wallack. Fotografia: Yves Bélanger. Montaggio: Martin Pensa, John Mac McMurphy (Jean-Marc Vallée). Scenografia: Javiera Varas. Interpreti: Matthew McConaughey (Ron Woodroof), Jennifer Garner (Eve), Jared Leto (Rayon), Denis O'Hare (Dr. Sevard), Steve Zahn (Tucker), Michael O'Neill (Richard Barkley), Dallas Roberts (David Wayne). Produzione: Robbie Brenner, Rachel Winter perTruth Entertainment,Voltage Pictures, R2 Films. Durata: 117'
Jean-Marc Vallée non mette in scena una ricostruzione moralizzatrice, ma quella di una sopravvivenza che materialmente cerca di aggirare il sistema sanitario della FDA (Food and Drug Administration) corrotto dai potenti laboratori farmaceutici e dai loro lobbisti. Dallas Buyers Club è un film lontano dalla cristianità, che rompe nettamente con la tradizione americana. Il cineasta si propone di mostrare come un'attitudine profondamente individualista legata alla ricerca costante di un'impresa concorrenziale, anche nella malattia, e poi nella guarigione, deve stabilire un legame cooperativo e sociale per raggiungere i propri scopi, creando un suo proprio sistema comunitario.
(Pierre Eisenreich)
A volte gli attori americani, quelli più illuminati, riescono a imprimere, grazie al loro potere contrattuale o al loro carisma, delle svolte importanti a progetti di film complicati e non immediatamente vendibili. Lo stesso è accaduto con la sceneggiatura di Dallas Buyers Club che girava negli studios hollywoodiani da più di vent'anni senza trovare la strada giusta. Se si pensa, poi, che è la storia vera di un uomo ammalato di Aids che riesce, grazie alla sua forza di volontà, ad aprire il mercato alle cure alternative, è facile comprendere quanto possa essere stato difficile montare produttivamente il film. Questo perché l'Aids è un tabù per il cinema americano, allora e ora. Matthew McConaughey ha voluto a tutti i costi interpretare il ruolo del protagonista, perdendo 23 chili e giocandosi una carta pericolosa che oggi sembra essere il jolly vincente. A cinque settimane dall'inizio della lavorazione, quando aveva già raggiunto il 'peso ideale' per interpretare un uomo malato di Aids sono venuti a mancare nuovamente i soldi. Non si poteva reiterare ancora, anche perché McConaughey aveva rinunciato a molte offerte di commedie leggere sentimentali, genere in cui si era specializzato, nel bene e nel male. Ha aspettato, ha preparato la sua tela, ha iniziato a interpretare ruoli alternativi (lui è Magic Mike) e poi ha fatto scattare il meccanismo. Dallas Buyers Club è la ricompensa per un lavoro lungo e una strategia articolata, e la sua interpretazione di Ron Woodroof (l'elettricista e cow-boy texano colpito dall'Aids nel 1985, a cui si ispira il film) rimarrà, come molti commentatori dicono, nella storia delle grandi performance attoriali che il cinema americano ha saputo regalarci.
(Dario Zonta)
In ogni film spero di catturare la realtà, di essere sincero, e cerco di rendere sullo schermo momenti veri e autentici. Assieme agli attori, esploro il contenuto emotivo di ciascuna scena e tento di creare il ritmo giusto per il lavoro. In questo progetto dovevamo costruire delle vere e proprie montagne russe delle emozioni. Speravo di ottenere qualcosa che fosse in linea con i film realizzati da John Cassavetes, che raccontano momenti di reale intimità.Avendo studiato le registrazioni originali e i diari e le citazioni di Ron, Matthew McConaughey è riuscito a essere autentico. Durante la lavorazione del film, lui si è trasformato in qualcun altro. Raramente ho visto un attore lavorare e prepararsi come ha fatto lui. Le sue copie dello script erano piene di annotazioni. Metteva continuamente in discussione la narrazione e il suo personaggio per assicurarsi che tutto funzionasse. Matthew è nato e cresciuto alla periferia di Dallas, quindi sapeva bene da dove veniva Ron Woodroof e conosceva l'ambiente socio-culturale che lo aveva forgiato.
(Jean-Marc Vallée)


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