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LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

(Ita/2013) di Pif (90')


Regia: Pierfrancesco Diliberto (Pif). Soggetto e sceneggiatura: Michele Astori, Pif, Marco Martani. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Scenografia: Marcello Di Carlo. Musica: Santi Pulvirenti. Interpreti: Pif (Arturo adulto), Cristiana Capotondi (Flora adulta), Claudio Gioè (Francesco), Ninni Bruschetta (Fra Giacinto), Alex Bisconti (Arturo bambino), Ginevra Antona (Flora bambina), Maurizio Marchetti (Jean Pierre), Rosario Lisma (padre di Arturo), Barbara Tabita (madre di Arturo), Antonio Alveario (Totò Riina). Produzione: Wildside, Rai Cinema. Durata: 90'

Introduce Pif


Avete presente quando rivedete una vecchia foto degli anni Ottanta, magari di una ragazza per la quale avevate perso la testa? Per quanto bella possa essere la ragazza, i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti da un elemento particolare: le spalline! Le ragazze indossavano le orrende spalline, perché andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come mai le spalline entravano nella mia vita ed io non dicevo nulla? Ecco, una domanda simile me la sono posta con Palermo, la città dove sono nato e cresciuto. Infatti, un giorno mi sono fermato e ho guardato indietro. E lì la domanda: ma come è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e in pochi dicevano qualcosa? Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e allora capisci gli assurdi compromessi che si fanno con la vita, in maniera più o meno cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline compresa. Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per quanto amaro possa essere, sul momento si vive meglio abbassando la testa, e poi si vedrà. Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti. E se per loro non ci sono problemi, non ci sono neanche per te. I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce che la mafia non uccide solo d'estate.

(Pif)


Il film di Pif è una parabola, una favola che riesce a raccontare come si vive in terra di mafia. Che racconta le morti, la resistenza. C'è un passaggio che mi ha molto colpito, è la storia di un bambino che quando la mafia uccide - un giudice, un poliziotto o un giornalista - chiede agli adulti il motivo di quella morte. La risposta è sempre la stessa: "Quello è un fimminaro, insidiava le donne degli altri". Queste risposte terrorizzano il bambino al punto che inizia ad associare la possibilità di innamorarsi al pericolo di poter essere ucciso. La mafia uccide solo d'estate è un esperimento dolce e allo stesso tempo un racconto drammatico.

(Roberto Saviano)

Giocando quasi tutto il film sul registro della commedia grottesca, Diliberto ha creato un apologo che denuncia uno degli aspetti più importanti del fenomeno-mafia: la sua tranquilla coesistenza con la vita delle persone normali, il considerarla una sorta di fenomeno atmosferico, come il cambio delle stagioni. È da questo che la Sicilia e l'Italia tutta devono svegliarsi, e per farlo bisogna distruggere tutti i miti, non crearne di nuovi: "Sarebbe un errore - aggiunge Diliberto - considerare Falcone e Borsellino come dei supereroi. Erano persone vere, straordinarie nella dedizione al loro lavoro, ma normali nel modo in cui convivevano con i problemi quotidiani che abbiamo anche tutti noi. Se loro hanno lottato contro la mafia, tutti possiamo farlo". Il finale del film strappa la lacrima: perché, come dice Arturo/Pierfrancesco, bisogna insegnare ai bambini come riconoscere il male. È il primo passo per sconfiggerlo.

(Alberto Crespi)


Serata promossa da Ordine Ingegneri di Bologna

Proiezioni:
Venerdì 10 luglio 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

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