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GRAVITY

(USA-GB/2013) di A. Cuarón (91')

Regia: Alfonso Cuarón. Sceneggiatura: Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón. Fotografia: Emmanuel Lubezki. Montaggio: Alfonso Cuarón, Mark Sanger. Scenografia: Andy Nicholson. Musica: Steven Price. Interpreti: Sandra Bullock (Ryan Stone), George Clooney (Matt Kowalski), Ed Harris (controllo missione, voce), Orto Ignatiussen (Aningaaq, voce), Phaldut Sharma (Shariff, voce), Amy Warren (capitano Explorer, voce), Basher Savage (capitano stazione spaziale russa, voce). Produzione: Esperanto Filmoj, Heyday Films. Durata: 91'


Introduce Andrea Meneghelli


A testa in giù, con le gambe all'aria, roteanti come pale di un mulino, leggeri come foglie al vento, uniti da un cavo che si tende e si aggroviglia sbatacchiandoli senza pietà, il corpo che si contrae lottando contro l'assenza di peso, di controllo, di direzione. Non si erano mai visti due divi come George Clooney e Sandra Bullock strapazzati come in Gravity. Quasi invisibili, nascosti da tute e caschi spaziali per buona parte del film (Clooney ha una sola scena a volto scoperto), calati dentro due personaggi che sono una somma di archetipi senza precedenti e insieme una metafora flessibile e potente. Due astronauti usciti a spasso nello spazio per riparare il loro shuttle che si trovano ad affrontare un'emergenza catastrofica. Come naufraghi battuti da una tempesta, senza più canali di comunicazione con la madre Terra. E assediati dal silenzio, dal vuoto cosmico, da una serie di macchinari sofisticati e di colpo inservibili, minacciosi, ammassi metallici che non sono più docile tecnologia ma materia bruta e contundente. Naturalmente si pensa alla fantascienza filosofica di Kubrick, il nome più citato uscendo dal film del messicano Alfonso Cuarón, regista anomalo e sempre spiazzante. Ma è in parte una falsa pista. Anzi per certi versi Gravity è l'opposto di 2001. Kubrick girava nel 1968, all'alba dell'era informatica, e partiva dal divenire umano delle macchine, ovvero dalla possibilità di simulare il cervello (Hal 9000). Cuarón, che ha scritto Gravity con suo figlio Jonás, ribalta la prospettiva. Non parte dalla mente ma dal corpo. Che ne è del nostro corpo - gambe, braccia, sensi, riflessi - oggi che le macchine sono parte integrante della nostra vita? Che cosa ci succede se a forza di delegare, smaterializzare, implementare, non distinguiamo più alto e basso, vicino e lontano, reale e virtuale? 2001 coglieva nella nascita della tecnica (l'osso che diventava astronave) il punto di non ritorno della specie umana. Gravity è figlio di Google Earth, della finta onnipotenza e della profonda malinconia dei nostri anni. La corsa allo spazio è finita da un pezzo. Oggi è lo spazio (virtuale) che entra in noi, svuotandoci, non viceversa. Siamo noi i pianeti da (ri)conquistare. Anche se "l'alba sul Gange", come dice Clooney, vista da lassù è meravigliosa.

(Fabio Ferzetti)


Nello spaventoso e affascinante thriller spaziale di Alfonso Cuarón, la colonna sonora, firmata da Steven Price, aumenta fino a un volume insopportabile solo per poi irrompere improvvisamente nel silenzio. La quiete si imprime sulle nostre emozioni con maggiore violenza del terribile frastuono. In questo film il silenzio non è solo il suono del gelido spazio profondo; è l'immobilità della morte, il cui quieto richiamo risuona dalla prima all'ultima sequenza. Gravity non è un film di idee, come il tecno-mistico 2001 di Kubrick, ma un'esperienza fisica travolgente - una sfida ai sensi che sollecita ogni tipo di paura. C'è anche un forte piacere nella visione; il film è un'avventura in cui ogni minimo movimento coglie di sorpresa.

(David Danby)


precede
ANIGAAQ
(USA/2013)
Regia, soggetto, sceneggiatura, montaggio: Jonás Cuarón. Fotografia: Alexis Zabe. Musica: Steven Price. Interpreti: Sandra Bullock (Ryan Stone, voce), Orto Ignatiussen (Aningaaq), Lajla Lange (la madre). Produzione: Warner Bros. Durata: 7'

Diretto da Jonás Cuarón, Anigaaq è uno spin-off di Gravity. Ideato durante la fase di scrittura del film, ruota attorno al personaggio di Aningaaq, che dalla Groenlandia intercetta la richiesta d'aiuto lanciata dallo spazio da Sandra Bullock.

 

Serata promossa da Aeroporto Marconi Bologna

Proiezioni:
Lunedì 6 luglio 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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