FULL METAL JACKET
Una guerra combattuta in casa. Ecco perché Kubrick gira il suo film più matematico a Londra. La prima parte racconta l'addestramento militare: la caserma di Parris Island è un Overlook Hotel dove i soldati impazziscono secondo i dettami di un sergente dei marines non più affidabile di un dottor Caligari. "Il microcosmo del campo di addestramento di Parris Island in effetti è organizzato come un cervello composto da cellule umane che pensano e reagiscono allo stesso modo, fino a quando il suo buon funzionamento di disintegra" (Bill Krohn). La seconda parte, in Vietnam, trasforma un quartiere periferico e abbandonato di Portsmouth in uno scenario di battaglia urbana. "La scelta di Kubrick sta nella decisione di rappresentare il Vietnam per dissomiglianza. Questa scelta, fondata sulla sostituzione invece che sull'analogia, [...] corrisponde alla scrittura allegorica di Kafka, dove una raccolta precisa e minuta di effetti di reale, descrizioni e frammenti di dialoghi, combatte contro una struttura complessiva immaginaria e fantastica" (Sandro Bernardi). Un conflitto fantasmatico. Una guerra kafkiana. Una conferma che, come sostiene Pierre Giuliani, il cinema di Kubrick racconta sempre il disastro che si crea tra il progetto e la sua realizzazione. Tra la mappa e il territorio reale. Tra la registrata e la diretta. Tra l'idea e l'applicazione. Joker e il suo simbolo della pace sull'elmetto; Palla di Lardo che diventa una macchina della morte; il sergente Hartmann, vero sergente dei marines divenuto attore per interpretare un sergente dei marines. Tutto è logica dell'assurdo, in FMJ, che anticipa gli ossimori e le contraddizioni di Eyes Wide Shut, occhi aperti chiusi (rm)
Tariffe:
Ingresso gratuito