

THE IMITATION GAME
(USA-GB/2014) di Morten Tyldum (114')
Uno dei titoli più attesi dell'inizio del nuovo anno, applaudito ai festival di Toronto e di Londra, che porta sul grande schermo una delle storie più avvincenti e incredibili del Novecento. Quella pubblica e privata di Alan Turing (interpretato dal camaleontico e talentuoso Benedict Cumberbatch già in odore di Oscar), brillante matematico di Cambridge arruolato durante la Seconda guerra mondiale dall'esercito britannico per decifrate il codice Enigma, ideato dai nazisti per secretare le proprie comunicazioni militari. La macchina elettromeccanica da lui inventa non solo contribuirà ad accorciare la durata della guerra salvando - secondo molti storici - milioni di vite umane, ma porrà le basi della moderna teoria informatica e della costruzione dei primi calcolatori. Un prodigioso talento per i numeri accompagnato, ça va sans dire, da una parallela inettitudine per la convivenza sociale: accusato di omosessualità e costretto alla castrazione chimica, Turing si suicidò del 1952.


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