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LOCKE

(GB, USA/2013, 85') di Steven Knight
con T. Hardy, R. Wilson, O. Colman

A raccontarlo, Locke fa l'effetto di un martirio per gli spettatori e di un incubo per i produttori. Un uomo sale in macchina a Birmingham, diretto verso Londra. Il viaggio durerà un'ora e mezzo, esattamente quanto il film, scandito da decine di telefonate in viva voce. Alla moglie e ai figli che lo aspettano per vedere la partita. Al capo che non capisce perché mai il suo migliore ingegnere abbia deciso di abbandonare il posto di comando la notte prima di una monumentale colata di calcestruzzo (sono le fondamenta di un grattacielo, basta una crepa o un camion di ghiaia che ritarda per provocare danni irreparabili). All'operaio polacco sbattuto in prima linea, cui bisogna passare le consegne. A vederlo, Locke, è un film di strepitosa bellezza. Inchioda lo spettatore con una trama solida, personaggi ben caratterizzati (anche se non li vediamo mai, l'inquadratura è fissa sul protagonista al volante della sua Bmw), un dilemma morale messo in scena senza bisogno di spiegazioni o sottolineature, Ivan Locke - il bravissimo Tom Hardy, perfido Bane con la museruola metallica che arringava la folla in Il cavaliere oscuro, il ritorno di Christopher Nolan - vuole fare la cosa giusta, non importa se la sua vita ne uscirà distrutta. L'esperimento è coraggioso e riuscito, come quasi mai accade quando a provarci sono i registi che vogliono rivoluzionare il cinema e le regole della narrativa invece di raccontare storie. Finora erano state soprattutto le serie televisive a spingersi in questa direzione, con gli episodi in tempo reale di 24 (scritto da Joel Surnow e Robert Cochran) o le sedute psicoanalitiche di In Treatment (abbiamo visto la versione americana con Gabriel Byrne e la versione italiana con Sergio Castellitto, ma il formato viene da Israele, firmato Hagai Levi e intitolato BeTipul). Al cinema c'era stato il claustrofobico Buried. Sepolto, diretto nel 2010 dallo spagnolo Rodrigo Cortés con Ryan Reynolds: 94 minuti dentro una bara, nel buio illuminato solo da un accendino e dallo schermo del cellulare (si ringrazia Edgar Allan Poe per aver fornito l'idea, non accreditata, del seppellimento prematuro). Locke funziona al contrario: mai lo spettatore si sente costretto in uno spazio limitato e spoglio. Riprese con la videocamera digitale, le luci e il traffico della notte ricordano Collateral di Michael Mann con Tom Cruise, ambientato a Los Angeles. Il regista e sceneggiatore Steven Knight - ha scritto il copione di Piccoli affari sporchi per Stephen Frears e La promessa dell'assassino, diretto da David Cronenberg con Viggo Mortensen - usa mezzi minimalisti per raccontare la vita, le sue complicazioni, gli errori che pesano. Tiene insieme tutti i fili con impressionante realismo, rende interessante perfino la differenza tra i vari tipi di calcestruzzo, resiste alla tentazione dell'incidente d'auto o del finale aperto.

Mariarosa Mancuso, "Corriere della Sera"

Proiezioni:
Mercoledì 16 luglio 2014
Arena Puccini
21.45
L'evento è parte di: Arena Puccini

Tariffe:

Biglietto intero: 6,00€
Ridotto (over 60, correntisti BPER, correntisti e dipendenti Unipol Banca, soci DLF, soci Coop, studenti universitari iscritti A.A. in corso, Amici e Sostenitori Cineteca, Tessere Lumière, AGIS/VOLA AL CINEMA, ragazzi fino a 11 anni, militari): 4,50€
Puccini Card: ogni 4 ingressi il 5° è gratuito
Prevendita online sul sito www.vivaticket.it e presso Emporio Cultura, Piazza Maggiore 1/e

Informazioni
366-9308566 /340-4854509 (dalle 20.30)

Dettagli sul luogo:
via Sebastiano Serlio, 25/2

Apertura cassa: ore 20.45