Bookmark and Share

CRISTO SI È FERMATO A EBOLI

(Italia/1979) di Francesco Rosi (150')

 

Per tutta la prima parte del film,Volonté parla pochissimo, perché il pubblico deve identificarsi con lui nell'osservazione, nella scoperta del Sud. È uno straniero, uno del Nord, di fronte a una società enormemente diversa da quella da cui proviene, e che suscita curiosità, emozioni, sottili ironie e a volte anche soprassalti di commozione drammatica. Per tutta la prima parte del film il personaggio è quasi muto, e Volonté è davvero bravissimo a esprimere quello che non dice, il pubblico partecipa alle sue scoperte e alle sue emozioni.
(Francesco Rosi)

 

Il mondo contadino è l'unico legame tra Padre padrone (di Paolo e Vittorio Taviani, 1977), L'albero degli zoccoli (di Ermanno Olmi, 1978) e Cristo si è fermato a Eboli. Non si può comunque fare a meno di paragonare il capolavoro di Rosi con il mirabile poema contemplativo di Olmi e il racconto di formazione dei fratelli Taviani. Tutto quanto però li distingue. Non soltanto la regia, ma anche il discorso stesso, ancora una volta dialettico in Rosi, in quanto contrappone due culture e ritrae la scoperta progressiva di un mondo tramite uno sguardo estraneo (i volti dei contadini ripresi nelle ultime inquadrature dai finestrini dell'automobile rinviano ai quadri che aprono il film e che lo hanno ispirato). La vita rurale è stata sempre al centro delle preoccupazioni del regista, seguendo un'analoga legge di causalità, come abbiamo notato. Come capire la città e il potere centrale senza studiare la campagna, il posto più sperduto in cui si fa ancora sentire? [...] Nell'angolo più sperduto della Lucania, ove neppure Cristo è penetrato, la presenza del fascismo si fa sentire nelle divisioni sociali, nei rapporti di forza, nel ruolo della società civile quale lo intendeva Gramsci parlando dei dannati della terra.[...] Lo stile di Rosi - quanto quello di Lang, Losey, Mizoguchi, Boorman, non sono poi tanti - è cosmico. Non perché susciti tempeste o faccia volteggiare la sua macchina da presa, ma perché riesce a far sentire il peso d'una scenografia, a giocare con suoni e luci, a farci percepire la presenza di cose e di esseri umani, le mille vibrazioni del mondo.
(Michel Ciment)

 

Il salto da Cadaveri eccellenti a Cristo si è fermato a Eboli è un salto nell'osservazione e nell'emozione pura [...]. Rosi ha un senso della composizione tra i più grandi della storia del cinema; lo spettatore è tenuto in uno stato di esaltazione emotiva perché non c'è inquadratura che non rafforzi l'atmosfera. Rosi è consapevole del peso che ha la morte di un essere umano, e tutto il suo ultimo film è pervaso dalla scomparsa della figura della madre. L'aria è piena di vita e di morte, il brusio e lo stridio di piccioni che prendono il volo e atterrano, il ronzio degli insetti. La macchina da presa ci fa da guida, e noi ci fidiamo dei suoi movimenti. C'è sempre qualche altra cosa da svelare: Rosi sta scoprendo la vita.
(Pauline Kael)

Proiezioni:
Venerdì 19 luglio 2013
Piazza Maggiore
22.00
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 304.98 Kb