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QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO

(USA/1975) di Milos Forman (129')

Introduce Giacomo Manzoli

Serata promossa da Ottica Garagnani


Qualcuno volò sul nido del cuculo è stato il primo film dai tempi di Accadde una notte a vincere cinque Oscar, per il miglior film, il miglior attore (Nicholson), la migliore attrice (Louise Fletcher), il miglior regista (Forman), la migliore sceneggiatura (Hauben & Goldman). Altrettanto avrebbero meritato il premio la fotografia di Haskell Wexler e il montaggio di Richard Chew. Ero presente alla prima mondiale, al Chicago Film Festival del 1975, e non ho mai più assistito ad un'ovazione così tumultuosa da parte di una platea cinematografica. Alla sua prima esperienza, il giovane coproduttore del film, Michael Douglas, si aggirava per l'atrio in stato confusionale.
Ma tutti coloro che negli anni hanno continuato a tributare a questo film un amore così intenso, come lo hanno percepito e come lo ricordano? Soprattutto per il suo tono di commedia ribelle, per la rivolta dei malati psichiatrici guidata dal paziente McMurphy, la fuga collettiva per andare a pesca, l'orgia notturna, e la sfida gettata in faccia all'infermiera Ratched - mentre Qualcuno volò sul nido del cuculo è la storia di una sconfitta. E tale resta anche se possiamo sempre chiamarla una vittoria morale, e sentirci tutt'uno con la fuga verso la libertà dell'indiano Chief [...]. Il film è basato sul bestseller di Ken Kesey, uscito nel 1962, che "conteneva l'essenza profetica di un'intera stagione, che dalla rivolta politica anti-Vietnam sarebbe passata alla psichedelia". Trasformato dalla sensibilità anni Settanta in una parabola sull'induzione sociale al conformismo, il film quasi ostentatamente ignorava la realtà della malattia mentale e faceva dei pazienti un gruppo di personaggi teneri e stravaganti, pronti a farsi trascinare dalla personalità dirompente di McMurphy. Per curarli non servono né le pillole dell'infermiera Ratched né le sedute di psicoterapia - quel che ci vuole è guardare le World Series in tv, andare a pesca, giocare a basket, ubriacarsi e farsi una bella scopata. Il messaggio rivolto a questi bizzarri relitti, in fondo, è uno solo: siate come Jack.
Ma l'approccio semplicistico alla follia non è un limite reale del film, perché questo non è un film sulla follia. È un film su uno spirito libero in un sistema chiuso. L'infermiera Ratched, così inflessibile, cieca e sicura delle proprie ragioni, rappresenta il Mammismo al suo estremo più radicale, e McMurphy è un Huck Finn che vuole liberarsi da quest'idea materna di civiltà (tra le altre cose, scorre nel film una profonda paura delle donne - è un'osservazione, non una critica).
[...] La performance di Jack Nicholson è uno dei punti alti in una lunga carriera costellata di ammirevoli ribelli. Jack è oggi una presenza americana molto amata, un superbo attore e in più una superba affermazione di spirito maschile. Il sottotesto che rende così coinvolgenti tante sue interpretazioni è che Jack riesce a fronteggiare le situazioni perché sa come farlo, vuole farlo e ha il carattere per farlo. I suoi personaggi sono immagini viventi di libertà, anarchia, autogratificazione e capacità di sfidare ogni regola. Inoltre, sono spesso incarnazioni di un generoso spirito di amicizia, di una tormentata nobiltà.

(Roger Ebert, 2003)

Proiezioni:
Lunedì 22 luglio 2013
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 257.87 Kb