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LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE

(Vertigo, USA/1958, 128') di Alfred Hitchcock.
Con James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes

Introduce Anna Fiaccarini

Il cinema era per lui intrattenimento puro. Ma nessuno più di lui ha dato all'intrattenimento eleganza e profondità. Molte definizioni sono riduttive e vaghe: quella di Hitchcock quale 'mago del brivido' suona indecente. Basterebbe La donna che visse due volte a spiazzarci... Intanto ha un ritmo solenne, come mai è accaduto in un thriller. La scansione delle inquadrature, i tempi del montaggio obbediscono non alle azioni ma ai segreti dei personaggi; la cosiddetta suspense si sviluppa negando l'effetto- sorpresa. E il film, mentre svela a tre quarti dalla fine la chiave della vicenda, ci dice che a Hitchcock interessa qualcos'altro. Dopo averci catturati con una trama inverosimile, il maestro si rifiuta di portarla fino in fondo secondo i canoni, e ci costringe a seguirlo nel labirinto di un'ossessione personale. Perciò il momento rivelatore del film non è la scena in cima al campanile, ma quella in cui James Stewart, nella stanza d'albergo, aspetta che Kim Novak esca dal bagno trasformata da Judy in Madeleine, cioè nella donna scomparsa per colpa sua... Allora sappiamo che Vertigo non è solo un film di morti. È anche - o soltanto - un film di vivi che non possono amare. E ci fa venire davvero i sudori freddi. Ma non perché c'è una porta che scricchiola o una mano che agita un coltello. Perché ci insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L'amore che non muore è l'amore per un fantasma. (Gianni Amelio)

Copia proveniente da BFI
Serata promossa da Unipol Banca

Proiezioni:
Martedì 10 luglio 2012
Piazza Maggiore
22.00
L'evento è parte di: Sotto le Stelle del Cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 417.34 Kb