Bookmark and Share

VOLEVO NASCONDERMI

(Italia/2020) di Giorgio Diritti (120')

Acquista qui

Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un'infanzia e un'adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L'incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l'occasione per riavvicinarsi alla pittura, l'inizio di un riscatto in cui sente che l'arte è l'unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo.

- Orso d'argento come miglior attore a Elio Germano al Festival di Berlino 2020

""Il signor Ligabue, uno straniero": questa definizione, data da un personaggio nel film di Diritti, ne riassume il senso. Il pittore-simbolo del mondo padano contadino, trasfigurato in faune esotiche e allucinate, era un uomo senza radici. Figlio di immigrati italiani, cresciuto in Svizzera presso una famiglia di lingua tedesca, lo vediamo in un mondo di miserie e disagi fisici e psichici, cacciato da vari istituti, disadattato, internato in manicomi, rispedito a forza paese del padre naturale, in Emilia. Vive da vagabondo senza un mestiere, finché i suoi quadri non gli portano una fama di cui lui non sa bene che uso fare. Diritti, da Il vento fa il suo giro a L'uomo che verrà, è forse il regista italiano più sensibile ai ritmi e ai paesaggi di un mondo contadino scomparso, e qui ancora una volta si tiene in equilibrio fra la contemplazione estatica, accentuata dalle musiche, e la crudezza. L'uso di grandangoli e di una fotografia sfumata, del formato panoramico, va a contrasto con le incursioni brusche della macchina da presa a mano. Soprattutto, il film era una sfida per il protagonista Elio Germano, alle prese con un personaggio facile da trasformare in una parata di gigionismi, e in più c'era il modello di Flavio Bucci, che aveva interpretato magnificamente il pittore in uno sceneggiato tv. Ma Germano (che qui recita in tedesco e in emiliano) sembra dare il meglio in ruoli impossibili: il suo Ligabue borbotta, urla, fa il verso degli animali; eppure, miracolo, ci crediamo".

Emiliano Morreale, "La Repubblica"

"Con quattro film in 15 anni l'emiliano Giorgio Diritti ha definito meglio forse di chiunque in Italia la sua poetica. Calati in microcosmi remoti, percorsi da lingue e dialetti spesso impenetrabili, tutti i suoi lavori esplorano infatti il rapporto fra una comunità e un estraneo, un intruso, talvolta un nemico (i nazisti de L'uomo che verrà), destinato a mettere alla prova le forze che uniscono (o lacerano) quella comunità. Con una figura mitica come quella di Antonio Ligabue il rapporto sembra ribaltarsi. Fin dalla prima scena, quasi un calco da Elephant Man, con l'occhio del futuro artista che (ci) guarda nascosto dentro un sacco, al centro c'è il diverso, l'elemento di disturbo. Ma la dimensione comunitaria resta decisiva per questo allievo di Olmi che sa resuscitare come nessun altro mondi scomparsi o semplicemente invisibili. Articolato in blocchi narrativi indipendenti, il film ripercorre l'intera parabola del grande pittore mostrando tutto l'essenziale senza spiegare nulla. Ma cosa significa "essenziale"? Qui Diritti impone il suo metodo e il suo stile. Dalla terribile infanzia in Svizzera all' arrivo in Italia, appena 19enne e già respinto da tutti, o quasi tutti; dalla vita selvatica sugli argini del Po, come un Gollum della Bassa, alla consacrazione artistica; dai ricoveri in manicomio alla furia quasi sciamanica con cui Ligabue si immedesima negli amati animali dipinti, sullo schermo sfilano le stazioni di una vita diversa da tutte che tutte le comprende, malgrado traumi e privazioni. Per questo, con la prova semplicemente sovrumana di Elio Germano, è così importante il piccolo mondo che gli ruota intorno. (...) Alla fine, grazie anche a un'ambientazione miracolosa per grazia e esattezza, non sappiamo più se è quel mondo a rivelarsi in Ligabue o viceversa. E questo, in un paese - un cinema - che della distruzione della memoria sembra aver fatto un dovere, è davvero un regalo".

Fabio Ferzetti, "L'Espresso"

Accadde domani

Proiezioni:
Domenica 16 agosto 2020
Arena Puccini
21.30
L'evento è parte di: Arena Puccini 2020
Anteprima Italiana

Tariffe:

Prezzo del biglietto

Se acquistato on-line (opzione consigliata):

Posto unico euro 5
L'acquisto può essere effettuato fino alle ore 20.30 del giorno stesso.

Se acquistato alla biglietteria dell'Arena Puccini (posti rimanenti dalla prevendita) dalle ore 20.45:

Intero euro 6
Ridotto euro 5

Riduzioni
Over 60, clienti BPER Banca, soci DLF, soci Coop (la tessera è individuale), soci Coop Dozza, Card Musei Metropolitani Bologna, studenti universitari, Amici Cineteca di Bologna, Agis Cinema, ragazzi fino a 11 anni, militari, Circolo Dozza A.T.C.

Dettagli sul luogo:
via Sebastiano Serlio, 25/2

Apertura cassa: ore 20.45

Documenti

Scheda del film

Tipo di File: PDF Dimensione: 108.60 Kb