DOMENICA D’AGOSTO
(Ita/1950) di L. Emmer (80')
Dopo una serie di cortometraggi e di documentari d'arte  realizzati con Enrico Gras tra il 1938 e il 1948, Domenica d'agosto  segnò la prima incursione di Emmer in un genere che avrebbe dominato la  sua prolifica produzione degli anni Cinquanta.
Nel 1949, quando il  neorealismo italiano era ancora molto popolare oltreoceano, Sergio  Amidei riuscì a procurarsi le risorse finanziarie per produrre un film  diretto da Emmer e cosceneggiato dallo stesso Amidei. La semplice e vaga  premessa del film è enunciata fin dal titolo: una domenica d'agosto.  Emmer non aveva in mente né un film a episodi né un documentario, ma,  come ebbe a dire, "un resoconto drammatico di quella giornata e di  quelle persone, le cui vite si incrociano per opera del fato o del  caso". Voleva, disse, che il film fosse "il più possibile schietto e  sincero" e che iniziasse con "un soggetto ridotto al minimo e destinato  ad arricchirsi con il progredire del film, racchiudendo i fatti o i  personaggi che man mano si presentavano".
 Domenica d'agosto è un  film meraviglioso in cui si intrecciano cinque storie di personaggi che  in una torrida domenica estiva lasciano Roma per cercare refrigerio a  Ostia [...]. Benché il film sia un indubbio precursore della popolare  commedia all'italiana, la sua estetica resta saldamente ancorata al  neoreali- smo e al cinema documentario. Il film fu girato interamente in  esterni, e furo- no realizzati molti provini per trovare attori  non-professionisti e poco noti che rendessero verosimile la storia tutta  incentrata sulle vite di persone normali.
Neil McGlone
Ho cominciato ad amare il cinema in una città immersa nell'acqua: Venezia. Era destino che vivessi l'avventura del mio primo film in una città davanti all'acqua: il mare di Ostia. Sergio Amidei era entrato nella moviola dove stavo montando un documentario. Con la sua brusca e aggressiva timidezza mi chiese: "Hai fatto l'aiuto regista di un film?". "No!". "Hai fatto il Centro Sperimentale di Cinematografia?". "No!". Ras- sicurato mi disse a bruciapelo: "Vuoi fare un film con me?". Così nacque Domenica d'agosto. Cesare Zavattini, chiamato da Amidei a collaborare alla sceneggiatura, prima che iniziasse il film mi diede un consiglio la- pidario: "Tu devi riprendere la spiaggia luuuuunga e gli uomini piiiiiccoli... così!". Ero stato tenuto al battesimo cinematografico dai due padri del neorealismo. Durante la lavorazione il direttore di produzione invitò Amidei a sostituirmi; lui invece ebbe il coraggio di andare fino in fondo. Mi piace ricordare che una delle microstorie che compongono questo film non faceva parte della sceneggiatura ma mi era stata ispirata da un film del 1929 di Paul Fejos, Lonesome, cioè Primo amore, nel quale un operaio e una telefonista si incontrano su una spiaggia. Si innamorano, si perdono, e alla fine scoprono di vivere nello stesso quartiere.
Luciano Emmer
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