GLI ANNI CHE CANTANO

(Ita/2020) di F. Vendemmiati (88')

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Tutto è partito da una vecchia foto. Un pullmino in bianco e nero, borse e strumenti musicali appoggiati a terra, alcuni ragazzi che stanno per caricare e mettere in moto. Dove andavano, a dire il vero, non lo so, ancora non sono sicuro di averlo capito fino in fondo. Ho conosciuto quei ragazzi a quasi mezzo secolo da quella partenza, li ho sentiti cantare e raccontare la loro storia e ho pensato che mi sarebbe piaciuto riavvolgere il nastro, tornare a quegli anni, unirmi a loro e salire a bordo del pullmino. La foto ha preso colore e il pullmino si è mosso. È nato un viaggio musicale, storia di lotta e di musica, di amicizia e di passione, che parla di ieri e di oggi. Di quello che non c'è più, forse perché in fondo non era importante, e di quello che resta: questo invece talmente vero che il tempo lo ha reso anche più profondo e le perdite ormai numerose non fanno che rafforzarlo. È un film che canta come gli anni di cui parla, è anche la rivincita di un ragazzo stonato che si è unito fuori tempo al gruppo e che, non sapendo né cantare né suonare, gioca a fare il regista e gode di quei racconti e quelle note. Mi piacerebbe che il film suonasse, restituendo anche solo una piccola parte di questo piacere.

Filippo Vendemmiati

Per noi del Canzoniere poter parlare dell'esperienza che abbiamo fatto anni fa è interessante perché vogliamo raccontare ai ragazzi d'oggi cosa significava fare musica negli anni che andavano dal Sessantotto fino all'inizio degli anni Ottanta. Senza reducismo, ma semplicemente per far conoscere attraverso la musica un passaggio di avvenimenti della Storia e della società che i ragazzi non conoscono - non li leggono sui libri di storia, non gli vengono raccontati - e la musica può essere un tramite interessante per poterli raccontare.
Oggi ovviamente è cambiato tutto, è cambiato il modo di comunica- re, il modo di combattere, anche. La musica è cambiata. Oggi non si fanno più le canzoni politiche che facevamo noi, però si fanno canzoni che hanno come fondamento un'etica sociale e questo è importante, c'è una sorta di continuità. Il fatto che poi in questo documentario noi raccontiamo e ci confrontiamo con due gruppi che fanno musica d'im- pegno oggi, che sono Lo Stato Sociale e gli Altri di B, ci permette di discutere insieme di cosa vuol dire fare musica ed essere impegnati socialmente oggi e questo è importante per i ragazzi che oggi hanno diciott'anni. Non è tutto perduto. Noi siamo stati fortunati perché ave- vamo la speranza e questa speranza è negata a tanti ragazzi. Però vedo che i movimenti stanno riprendendo, l'impegno sta riprendendo e questo è un buon segno.

Janna Carioli