IL GATTOPARDO
(Ita/1963) di L. Visconti (185')
Cosa fai quando il mondo che ti circonda sta cambiando, quando hai la  sensazione che tutto ciò che conosci e ami lascerà il posto a un  nuovo ordine? Ti opponi? Lo accetti? E come lo accetti? Con  risentimento? Con grazia? Forse con tutt'e due. Chi può lasciarsi alle  spalle il mondo che lo ha formato, senza addolorarsi per il tempo che  passa? Queste domande, queste sensazioni che sono alla base della  condizione umana si ritrovano in ogni inquadratura de Il Gattopardo,  il magnifico adatta- mento di Luchino Visconti del romanzo di Giuseppe  Tomasi di Lampedusa su un principe siciliano al tempo del  Risorgimento, il quale si rende conto che il suo ruolo storico, e quello  della sua intera classe sociale, è di ritirarsi nell'ombra. Visconti,  che discendeva egli stesso da una delle famiglie aristocratiche più  antiche d'Europa, passò molti anni a tentare un adattamento di Proust  per il grande schermo. In un certo senso ci ri- uscì con questo  stupefacente arazzo cinematografico in cui ogni gesto, ogni parola, la  disposizione di ogni oggetto in ciascuna stanza richiama in vita un  mondo perduto.
Il Gattopardo è un'epica del tempo, e la sua  lentezza, che culmina in un maestoso crescendo nella lunga sequenza del  gran ballo, è governata dai ritmi di vita dell'aristocrazia fondiaria  siciliana, con i suoi costumi e abitudini, la sua coltivazione dell'agio  e della riflessione, i suoi viaggi stagionali. È un'epica della  storia, in cui assistiamo con i nostri occhi alle trame del cambiamento:  sui campi di battaglia, nelle vie e nei salotti dove i notabili si  riuniscono per decidere chi muoverà i fili del potere. È anche il  ritratto di un uomo, il Principe di Salina, interpretato da Burt  Lancaster. All'epoca della lavorazione del film ci fu chi mise in dubbio  questa scelta di cast, ma dopo aver visto Il Gattopardo risulta  impossibile immaginare qualcun altro nei panni del Principe. Lancaster  confe- risce al personaggio forza e autorità ma anche intelligenza e  grazia, e il suo senso di finezza aristocratica è straordinario. È  un'interpretazione eccezionale, profondamente toccante. In definitiva,  Il Gattopardo è un grande inno sinfonico alla Sicilia, al suo popolo,  ai suoi profumi e al suo paesaggio, alla sua bellezza e alla sua  violenza.
Martin Scorsese
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