CASINÒ
(Casino, USA/1995) di M. Scorsese (178')
Las Vegas è un po' come una Sodoma e Gomorra circondata dal deserto.
Ottenere il paradiso e perderlo a causa della cupidigia è la vecchia storia dell'Antico Testamento.
Martin Scorsese
Scorsese va al West e crea il suo film più cupo, inappellabile,   disperato: freddo come il gelo lucido che attanaglia Re per una notte e   L'età dell'innocenza, violento ed estremo come i colori squarciati e   irrealistici che siglano Taxi Driver, percorso dalla tragedia   dell'impossibilità amorosa come Toro scatenato e dal senso di   religiosità inappellabile e disperato di Mean Streets.
E naturalmente   matematico, morale e paranoico come Quei bravi ragazzi. [...] Ma  Casinò  non è un remake più violento del film del 1990; non è una  semplice  riproposta di temi mafiosi, ambienti abbagliati dal lusso  fasullo e  personaggi che vivono freneticamente sopra le righe. Casinò  appare, in  questo momento, come una sorta di summa del cinema di  Scorsese: non il  suo film migliore (ma come si fa a classificare il  lavoro di un regista  che non ha mai sbagliato un film?), ma il suo film  più astratto,  teorico, arrischiato. Un film che rifiuta di  ‘raccontare' una storia, di  affezionarsi davvero almeno a uno dei  personaggi, che si nega  ostinatamente a una qualsiasi aspettativa di  narrazione lineare, che si  spezza costantemente in una sontuosa,  tragica, delirante visione del  mondo: un mondo come guardato attraverso  un caleidoscopio, che solo a  tratti, all'improvviso e per un momento,  si concretizza in una  composizione dai lineamenti percettibili, per poi  riesplodere in una  gimcana di colori, musiche, grida, dadi, dita  spezzate, omicidi,  gioielli, insegne al neon. [...]
E nonostante la  sua incessante  attività ritmica, visiva e musicale, Casinò è tutt'altro  che  un'esibizione solo ‘tecnica' e superficiale. Casino è se mai un  film  sulla superficie, che travolge e condiziona tutto il resto, un  film  sull'apparenza che regola la vita. E nonostante l'essenzialità   elementare con cui Scorsese tratteggia le psicologie dei suoi   protagonisti (ma, in fondo, John Ford non aveva bisogno di  raccontarci  per filo e per segno chi era il comandante Nathan Brittles),  il film è  soprattutto la storia dell'ascesa e del crollo repentino di  un piccolo  scommettitore che trova il paradiso in terra e che lo perde.  Casinò dà  tutto quello che promette nella breve scena pre-titoli e negli   allucinati titoli di testa di Saul ed Elaine Bass: De Niro salta per   aria, attraversa tutte le luci di Las Vegas e finisce tra le fiamme   dell'inferno.
Emanuela Martini
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