LO SPIONE
(Le Doulos, Francia/1963)
Regia: Jean-Pierre Melville. Interpreti: Serge Reggiani, Jean-Paul Belmondo, Michel Piccoli. Durata: 108'
Copia proveniente da CulturesFrance
Introduce Roberto Chiesi, critico cinematografico
Tratto dal romanzo di Pierre Lesou, Melville accetta di girare Lo spione per togliere dagli impicci il produttore Georges De Beauregard, che rischia il fallimento. Il film è una coproduzione franco-italiana, partecipa anche Carlo Ponti. Cast di prim'ordine: Jean-Paul Belmondo, Serge Reggiani, Michel piccoli, Jean Desailly. Con i suoi fuorilegge, informatori, le indagini della polizia, i traditori, le trappole, gli alibi, il film è un omaggio al cinema americano d'anteguerra. Il noir statunitense infatti, e un certo gusto per la sua iconografia, emerge e si accorda perfettamente con l'ambientazione e il tono del film. Jean-Pierre Melville ha digerito e fatto suoi alcuni accorgimenti stilistici: la sua scuola è quella della sala cinematografica, dove ha avuto modo di seguire e amare i film di gangster, gli amori fatali e i revolver, le ombre e i riflessi sulle metropoli cittadine. Egli ha compreso che una camminata, un accorgimento nell'abbigliamento, un taglio dell'inquadratura sono sufficienti per tratteggiare e definire un personaggio. Meticoloso, attento, preciso nei dialoghi e nei tagli di montaggio, Melville non era meno attento alle condizioni delle sale in cui venivano distribuiti i suoi film: "Tra una settimana esce Lo spione. Entro in quel periodo di febbre e paura che ritrovo ad ogni uscita dei miei film. Per una volta le afffiches mi piacciono. Di contro sono molto scontento della scelta delle sale". Tra queste, la palma della peggiore è l'Ermitage: "sempre sfocata, dove 1/6 della parte superiore dell'immagine non viene proiettato". Alla faccia della nostalgia per i bei tempi del cinema!
(Rinaldo Censi)
a seguire
SOUS LE NOM DE MELVILLE (Francia/2008) di Olivier Bohler (77')
Il giovane studioso francese Olivier Bohler ha ritrovato in Melville il centro e il motore della propria passione per il cinema. E riesce a restituire il ritratto di un regista che emerge sempre più come cerniera tra passato e presente, oriente e occidente. Ma, soprattutto, di un uomo tutt'altro che contraddittorio, di una coerenza che si spinge fino alla radicalità.
Tariffe:
Ingresso libero