LA SPOSA TURCA
(Gegen die Wand, Germania-Turchia/2004) di Fatih Akin (123')
Alla presenza di Fatih Akin
La sposa turca è forse il miglior melodramma cinematografico uscito negli ultimi anni, uno di quei film dove la passione brucia non per facile convenzione o statico modo di dire, una di quelle storie d'amore lancinante e travagliato che ci smuovono più il cuore e le viscere che il cervello. Lui e lei sono figli di emigrati turchi in Germania, entrambi allo sbando per motivi diversi. Poi non dico altro. Lo schema narrativo è uguale a quello di mille altri film, ma Fatih Akin (figlio di genitori turchi, nato e cresciuto ad Amburgo, al terzo film appena trentenne) arricchisce il piatto con una miscela di ingredienti a prima vista inconciliabili: furore autodistruttivo e commedia, delicatezza sensuale e ruvidezza metropolitana, attitudine punk e musica tradizionale orientale. E li cala in un contesto sociale e culturale stimolante, tenendosi a debita distanza dalle tentazioni folcloristiche, ma scavando nel difficile terreno dello scontro/incontro di culture differenti, senza la boria di chi pretende di avere risposte univoche. Anche se ci lacrimano gli occhi per le sorti di questi innamorati, è una gioia sprofondare in un racconto così denso e coinvolgente, e farci portare per mano all'immedesimazione sincera coi personaggi, come succedeva col grande cinema di una volta.
precede
Consegna del Premio Gianandrea Mutti per il miglior progetto di un film realizzato da un cineasta migrante promosso da Associazione Amici di Giana e Officina Cinema Sud-Est in collaborazione con Cineteca di Bologna.
Tariffe:
Ingresso libero
Documenti
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