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FORREST GUMP

(USA/1994) di Robert Zemeckis (142')
precede la premiazione del concorso La Grande Occasione premio Canon dedicato a videomaker e filmmaker

Regia: Robert Zemeckis. Soggetto: dal romanzo omonimo di Winston Groom. Sceneggiatura: Eric Roth. Fotografia: Don Burgess. Montaggio: Arthur Schmidt. Scenografia: Rick Carter. Musica: Alan Silvestri. Interpreti: Tom Hanks (Forrest Gump), Robin Wright (Jenny Curran), Gary Sinise (tenente Dan), Mykelti Williamson (Bubba), Sally Field (madre di Forrest), Michael Conner Humphreys (Forrest bambino), Hanna Hall (Jenny bambina), Harold Herthum (dottore), Haley Joel Osment (Forrest Jr.). Produzione: Wendy Finerman, Steve Tisch, Steve Starkey per The Tisch Company. Durata: 142'
Versione originale con sottotitoli italiani

Forrest Gump non è tanto la storia del suo protagonista quanto quella degli Stati Uniti dell'ultimo mezzo secolo, un tentativo felice, da parte del cinema americano, di abbandonare il plancton del quale da molti anni ormai esso si sta nutrendo e di immergersi in ciò che sta sotto di esso, nell'enorme volume d'acqua entro cui si gioca per davvero il destino degli uomini, non la loro apparenza ma la loro realtà.
Forrest è infatti il punto di raccordo (quando non addirittura la fonte) di ogni evento eccezionale vissuto in sede politica e di costume dal paese a partire dagli anni Cinquanta [...]. La storia e la cronaca dell'America recente si identificano in Forrest, il quale in relazione a esse appare come una sorta di motore immobile, nel senso che ogni sua azione dà l'abbrivio a qualcosa che è completamente al di fuori delle sue intenzioni e che pure investe il senso stesso della nazione americana. A volte Forrest ne è la causa, a volte semplicemente il testimone inconsapevole.
Ma attenzione: da questo punto di vista l'intero film è costruito come una serie di strofe e antistrofe. È vero che Forrest è il personaggio cui è devoluta la più ampia parte del film; ma è anche vero che, a intervalli, dopo aver assistito alle sue prodezze, ci vengono proposte le immagini radicalmente opposte della vicenda personale vissuta da Jenny. Tanto Forrest è la personificazione dell'America dei valori tradizionali e dei buoni sentimenti, quanto Jenny è invece l'America alternativa, sradicata, tumultuosa di quegli anni. Se Forrest ha alle spalle una madre ciecamente fiduciosa nell'American dream di uguaglianza e pari opportunità, Jenny proviene invece da una situazione familiare disastrosa e morbosa, portandosi dietro il proprio personale retaggio e dirigendosi verso una china che a un certo punto sfiora persino il suicidio. [...] La storia di Forrest Gump, insomma, è davvero la storia degli Stati Uniti nella sua interezza, e l'attrazione del protagonista nei confronti di Jenny fa dei due un'unità che non riesce a giungere al punto di fusione. Al modo di ogni storia d'amore, è una storia di impossibilità, una ricerca continua e senza soluzione. [...] L'amore di Forrest per Jenny, certo, ma anche e soprattutto l'amore dell'America integrata con quella che continua a pensare in termini di utopia.
Un film che ci riporta non nel senso (e chi potrebbe conoscerlo?) ma nell'alveo della Storia, una riesumazione del passato prossimo che qualcosa dentro di noi tratta da trapassato remoto. Altro che post-storico! Pochi film vantano una così profonda, potente capacità di metterci di fronte alla Storia, di focalizzarla non come una serie di eventi, ma come parte della nostra recente vita.

(Franco La Polla)

Proiezioni:
Martedì 16 luglio 2019
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2019
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina dell'evento

Tipo di File: PDF Dimensione: 627.65 Kb