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IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

(The Silence of the Lambs, USA/1991) di Jonathan Demme (118')
Introduce Giovanni Egidio ("La Repubblica")

Regia: Jonathan Demme. Soggetto: dal romanzo omonimo di Thomas Harris. Sceneggiatura: Ted Tally. Fotografia: Tak Fujimoto. Montaggio: Craig McKay. Scenografia: Kristi Zea. Musica: Howard Shore. Interpreti: Jodie Foster (Clarice Starling), Anthony Hopkins (Hannibal Lecter), Scott Glenn (Jack Crawford), Anthony Heald (Dr. Frederick Chilton), Ted Levine (Jame Gumb/Buffalo Bill), Diane Baker (senatrice Ruth Martin), Brooke Smith (Catherine Martin), Kasi Lemmons (Ardelia Mapp), Roger Corman (Hayden Burke). Produzione: Strong Heart Productions. Durata: 130'
Versione originale con sottotitoli italiani


L'idea di girare un film violento [...] non mi attirava particolarmente - in special modo la violenza che coinvolgeva le donne. Certo, è questo lo sfondo del film, ma il film in sé è in gran parte la lotta eroica da parte di Clarice Starling per cercare di salvare una vita, e questo mi prese subito. [...] Decidemmo di concentrarci sulla capacità della ripresa soggettiva di forzare l'identificazione con il personaggio. Usare il procedimento serviva non solo per creare un'enfasi particolare, ma per aggiungere quel tipo di enfasi a tutto quello che vedeva Clarice.

(Jonathan Demme)


Si esce inquieti da Il silenzio degli innocenti, inquieti e turbati. Come se un sottile bisturi affilato avesse tagliato qua e là il sistema di difese immunitarie del nostro sguardo. Come se uno sguardo magnetico e ‘malsano' ci avesse obbligato a un prolungato e devastante controcampo. O come se un moderno Baudelaire del cinema, alle prese con lo spleen della visione, ci avesse obbligato a riconoscerci, fino in fondo, hypocrites spectateurs: sedotti, ammaliati, complici. Affascinati, ma quasi a disagio per la fascinazione subita. [...] Tutto primi piani ravvicinati e soggettive sinuose, con inquadrature che sembrano volersi attaccare agli angoli degli occhi dei personaggi, Il silenzio degli innocenti regala salutari lezioni sul rapporto tra desiderio e sguardo, sulla follia di ogni manicheismo e sull'incontenibile fascino del male. [...] Demme fa del Silenzio degli innocenti un saggio ‘terminale' sulla miseria del nostro desiderare, sulla brutale meccanicità del rapporto tra desiderio e sguardo.

(Gianni Canova)


Gli occhi di Clarice e Lecter, nei campi/controcampi dei loro colloqui, sono pericolosamente vicini dal guardare in macchina, cioè dal guardare direttamente nei nostri occhi, dal coinvolgerci come parti in causa. [...] È ovvio che Demme lavori magnificamente su queste psicologie al confine e sui loro alter ego, sui poliziotti che risolvono i casi perché capaci di mettersi in sintonia, contro ogni regola del buon senso e dell'autoconservazione, con le menti che ormai hanno superato ogni limite. Tutto il suo cinema è costruito sulle esplosioni dell'inconscio, sul cambiamento repentino con il quale un personaggio si trova improvvisamente a fare i conti. [...] Diventa ovvia perciò anche l'attenzione riservata da tutti a Hannibal Lecter. Non si tratta solo di un pezzo di bravura stupefacente di Anthony Hopkins, o della solita attrazione catartica per il personaggio violento. Il fatto è che il dottor Lecter, analizzando Clarice, gli altri maniaci e i poliziotti, analizza anche noi, i nostri silenzi, i nostri compromessi, la rabbia che abbiamo in corpo, ma che, civilmente o opportunisticamente, non sfoghiamo. Lecter, Lilly Dillon, lo straripante e indistruttibile Albert Finney di Il crocevia della morte, e la furibonda Kathy Bates di Misery non sono proiezioni liberatorie (non sono Norman Bates di Psyco), ma gli unici eroi possibili di una civiltà feroce e silenziosa, dove ‘passare il limite' rischia di essere l'unica maniera di rivendicare la propria libertà morale.

(Emanuela Martini)

Proiezioni:
Domenica 4 agosto 2019
Piazza Maggiore
21.30
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2019
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:

Documenti

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