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LAZZARO FELICE

(Italia-Francia-Svizzera-Germania/2018) di Alice Rohrwacher (128')
Introduce Alice Rohrwacher 

Regia, soggetto e sceneggiatura: Alice Rohrwacher. Fotografia. Hélène Louvart. Montaggio: Nelly Quettier. Scenografia: Emita Frigato. Musica: Piero Crucitti. Interpreti: Adriano Tardiolo (Lazzaro), Agnese Graziani (Antonia giovane), Alba Rohrwacher (Antonia adulta), Luca Chikovani (Tancredi giovane), Tommaso Ragno (Tancredi adulto), Sergi Lopez (Ultimo), Natalino Balasso (Nicola), Nicoletta Braschi (marchesa Alfonsina De Luna). Produzione: Tempesta Film, Amka Films Productions, Ad Vitam, Pola Pandora Film Produktion. Durata: 130'
Versione italiana con sottotitoli inglesi

Lazzaro Felice è la storia di una piccola santità senza miracoli, senza superpoteri o effetti speciali: la santità dello stare al mondo, e di non pensare male di nessuno, ma semplicemente di credere negli altri esseri umani. Racconta la possibilità della bontà, che gli uomini da sempre ignorano, ma che si ripresenta e li interroga con un sorriso, come qualcosa che poteva essere e non abbiamo voluto.

(Alice Rohrwacher)

 

Lazzaro Felice è uno dei film più belli e unici che abbia visto quest'anno, Alice Rohrwacher è una cineasta di raro talento che, con questo film, consolida la sua posizione nel mondo del cinema. Alice fonde magistralmente passato e presente, usando le pagine della storia per mostrarci le contraddizioni dell'umanità.

(Martin Scorsese)


La miseria porta miseria, l'abbandono porta violenza, l'assenza o improbabilità di proposte positive porta alla pervasività del male, alla sua esplosione [...] in un paese che non ha più una morale sociale e neanche individuale, né può più averne senza l'aiuto di una politica che sia anche pedagogia, una chiarificazione che nasce dalla rivolta dei veri buoni (lucidi, consapevoli, non ruffiani), non dall'accettazione delle regole del gioco capitalistico da parte dei finti.
Di tutto questo si rende ben conto Alice Rohrwacher in Lazzaro felice. Il suo film ci si presenta nella chiave di un realismo poetico che ha alle spalle una grande tradizione, il Tolstoj dei ‘libri di lettura' per bambini e per contadini. Al medioevo dello sfruttamento padronale, borghese e semischiavistico dei contadini - la maggioranza della popolazione italiana fino agli anni Sessanta del Novecento, gli anni che hanno cresciuto la generazione oggi al comando, la generazione miracolata - è seguito il nuovo medioevo della civiltà del benessere (e delle banche), come diceva Elsa Morante in polemica coi sogni pasoliniani del passato. Era, questo passato, quello per il quale Carlo Levi poteva parlare di "un volto che ci somiglia" (ci somigliava). Mentre oggi, troppo spesso, è difficile riconoscerci nei volti o non-volti o maschere prodotti dalla mutazione, frutto delle nuovissime manifestazioni del potere.
Tra ieri e oggi, Lazzaro è un diverso, ingenuo ma puro, che sa amare il prossimo e la natura, e sa infine reagire all'ingiustizia che lo circonda (le banche!), grazie all'esperienza che gli deriva dalla migrazione nella modernità o post-modernità. L'antica leggenda di Rip van Winkle o del pastore Aligi rivive nello spostamento temporale, nel disadattamento che ne consegue, ma il puro folle resta comunque il più saggio, anche se rischia spesso di diventare un capro espiatorio. La natura, sembra dirci il finale, è comunque più forte, la bestia sopravviverà.

(Goffedro Fofi)

Proiezioni:
Sabato 27 luglio 2019
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2019
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina dell'evento

Tipo di File: PDF Dimensione: 888.72 Kb