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LE STRELLE NEL FOSSO

(Italia/1978) di Pupi Avati (100')
Introducono Antonio e Pupi Avati

Regia: Pupi Avati. Soggetto: Pupi Avati, Maurizio Costanzo, Antonio Avati. Sceneggiatura: Pupi Avati, Cesare Bornazzini. Fotografia: Franco Delli Colli. Montaggio: Maurizio Tedesco. Scenografia e costumi: Luciana Morosetti. Musiche: Amedeo Tommasi. Interpreti: Lino Capolicchio (Silvano), Gianni Cavina (Marione), Carlo Delle Piane (Bracco), Giulio Pizzirani (Marzio), Roberta Paladini (Olimpia), Adolfo Belletti (Giove), Ferdinando Orlandi (narratore). Produzione: A.M.A. Film. Durata: 100'
Versione originale con sottotitoli inglesi

Le strelle nel fosso rappresenta nel cammino filmografico avatiano un piccolo gioiello spiazzante. Se La casa dalle finestre che ridono era la scommessa di girare il film più economico possibile, Le strelle è la sfida di girare come si suona durante un'improvvisazione jazz. Una partitura che nasce da un'idea e non da una sceneggiatura chiusa, che si evolve sulla base dei ‘passaggi' ruotando attorno a un minuscolo gruppo di personaggi e a una casa. Il gotico entra nei territori della favola. Un ammazzatopi-narratore nelle campagne bolognesi del 1801 (è Ferdinando Orlandi) racconta di notte, davanti al fuoco, la storia di una strana famiglia che viveva da quelle parti nella metà del Settecento. Lo ascolta una bambina dallo sguardo inquietante, il cui volto non è mai completamente inquadrato [...]. Un film costruito sull'improvvisazione jazz, dove si rincorrono le fiabe e le paurose leggende ascoltate da bambino nelle notti al Sasso, dove il senso religioso attinge ancora al paganesimo con i suoi santi terrificanti o inquietanti, dove l'ambientazione diventa co-protagonista assoluta e come nella Casa dalle finestre che ridono la natura incombe, gli spazi aperti comunicano claustrofobia e il senso di isolamento è assoluto. Lo sguardo di Avati in questa occasione sembra esplorare veramente l'universo infantile con i suoi tic, i giochi, gli scherzi anche crudeli, le botte e soprattutto il primo approccio con la ‘donna', fatto di imbarazzi ed esagerazioni, di fughe e riavvicinamenti, di curiosità e paura. Dove la parola amore è ancora un concetto astratto e insondabile. E poi, e soprattutto, la casa-ventre materno avvolta nel liquido amniotico del delta del Po.

(Andrea Maioli)


Come ho visto e amato l'Emilia-Romagna in questo film, non sono più stato in grado di vederla, amarla e fotografarla. [...] Le strelle è un film anomalo, totalmente suggerito dal luogo. Siamo partiti sapendo che dovevamo trovare una casa nell'acqua, con uno script racchiuso in una mezza pagina che esigeva non solo gli attori giusti, ma anche la casa. E una sera, ormai avviliti, la vedemmo. Ed era quella. Attraverso una sorta di trance, la storia l'ho immaginata scrivendola mentre giravamo... E alla fine, quando abbiamo abbandonato quel luogo, io sono rimasto da solo e ho baciato il muro di quella casa, riconoscente, perché è stato quel posto a suggerirmi quella storia.

(Pupi Avati)

Proiezioni:
Mercoledì 24 luglio 2019
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2019
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina dell'evento

Tipo di File: PDF Dimensione: 1.02 Mb