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ROLLING THUNDER REVUE: MARTIN SCORSESE RACCONTA BOB DYLAN

(Rolling Thunder Revue: a Bob Dylan Story by Martin Scorsese, USA/2019) di Martin Scorsese (142')

Regia: Martin Scorsese. Fotografia: Howard Alk, Paul Goldsmith, Ellen Kuras. David Myers. Montaggio: Damian Rodriguez, David Tedeschi. Interpreti: Bob Dylan, Allen Ginsberg, Patti Smith, Scarlet Rivera, Joan Baez, Roger McGuinn, Larry 'Ratso' Sloman, James Gianopulos, Ramblin' Jack Elliott, Sam Shepard. Produzione: Jeff Rosen & Margaret Bodde per Grey Water Park Productions e Sikelia Productions. DCP 4K. Copia proveniente da Netflix

Chi, se non Martin Scorsese, poteva aprire un documentario su Bob Dylan con le immagini di Escamotage d'une dame chez Robert Houdini (1896) di Georges Méliès? Non è una semplice dichiarazione d'intenti: di fatto tutta l'opera di Scorsese è una lettera d'amore al cinema e The Rolling Thunder Revue non fa eccezione. Questo ennesimo viaggio a ritroso nella storia e nell'antropologia americane ci porta nell'epoca buia del Watergate (in fondo non così distante dall'America di Trump), degli ultimi soldati americani prelevati in elicottero dall'ambasciata di Saigon, delle guerre civili in Libano e Angola. L'America compie 200 anni ed è più che mai in cerca di un'identità.
Chi era Bob Dylan nel 1975? Un simbolo della controcultura, la voce del movimento pacifista degli anni Sessanta, il troubadour iconoclasta della musica folk americana. Ispirato, irrequieto e sempre pronto alla metamorfosi, Dylan decide di allontanarsi dall'industria discografica e dai grandi concerti negli stadi e di mettersi in viaggio con un tour intimo, imprevisto e imprevedibile. La chiassosa carovana include musicisti (Roger McGuinn dei Byrds, Bob Neuwirth, Ramblin' Jack Elliott, Joni Mitchell, Joan Baez) ma anche il poeta Allen Ginsberg e Sam Shepard. Una sorta di teatro di rivista o varietà (Revue, appunto), uno spettacolo di cui Dylan è il personaggio principale: indossa grandi cappelli, collane di fiori, ha il volto dipinto di bianco. È il clown di un circo itinerante, un giullare e un cantastorie, è la maschera di Jean-Louis Barrault in Les Enfants du Paradis a cui si ispira per Renaldo e Clara. A un certo punto del film Dylan guarda dritto in camera e dice "è solo indossando una maschera che si può dire la verità più vera". Da qui è partito Scorsese per realizzare questo 'documentario di finzione' in cui si mescolano figure reali, impostori, personaggi e miti senza tempo. Per realizzarlo ha visionato decine e decine di ore di materiali inediti e li ha riportati a splendere con un complesso lavoro di restauro. Sembra di essere in prima fila, anzi proprio sul palco di ognuno di quei concerti irripetibili. (Cecilia Cenciarelli)

precede
IMMAGINI DELLA LIBERAZIONE DI BOLOGNA

Accompagnamento di Daniele Furlati

Proiezioni:
Lunedì 17 giugno 2019
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2019
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina dell'evento

Tipo di File: PDF Dimensione: 2.79 Mb