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ORIZZONTI DI GLORIA

 

"Orizzonti di gloria è un film eccezionale e anche perfetto. È un classico. Quando si dice classico, si intende cinema essenziale" (Giuseppe Turroni). Continuava con una speranza (certamente ben riposta): "Vorremmo che, col passare degli anni, questo giovane conservasse quel profondo senso della realtà, quel sentimento esistenziale della vita, quella fede, che ci fanno avvicinare il suo film alle opere più ricche di questi anni". È evidente da subito, dunque, la distanza che si crea tra i film di Kubrick e gli altri. Qualcosa, al nocciolo, sconvolge. La forma del cinema cambia, muta, e i temi - quelli nobili dell'antimilitarismo e della follia di ogni guerra - assumono connotati matematici. La violenza è clinicamente intollerabile, ma altrettanto profondamente umana. Gli eserciti si muovono secondo regole, schemi, tattiche. Ma tutto finisce sempre e comunque nella morte. Enrico Ghezzi, infatti, scrive: "La specificità di Orizzonti di gloria non è quindi la guerra, o lo è talmente da divenire struttura del tutto e non solo della guerra. La condanna sorge solo dall'ammirazione inconscia per un ‘bel' meccanismo che è poi produttore di morte. La paura della situazione è quella del gioco rituale (il gioco eroico e catartico della lotta bellica) che si scopre con orrore essere un sacrificio umano". Grande risonanza, pochi incassi, per una pietra miliare della storia del cinema. Botte da orbi di fronte alle sale, in Europa, tra pacifisti e interventisti, e proibizione di proiettare il film in Francia, fino agli anni Settanta. (rm)

 

Proiezioni:
Mercoledì 23 luglio 2008
Piazza Maggiore
22.00
L'evento è parte di: Sotto le Stelle del Cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

ingresso gratuito

Dettagli sul luogo: