Restauro

World Cinema Project

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"Non esiste il cinema muto, il cinema sonoro, bianco e nero o a colori, non esiste il cinema americano, indiano o italiano. Esiste il Cinema. Il cinema è un’espressione artistica universale, uno strumento potentissimo per ridurre le distanze, comprendere la diversità culturale e assimilarla nel nostro vissuto".

Martin Scorsese
Festival di Cannes, maggio 2007

www.worldcinemafoundation.org

La salvaguardia di una cinematografia sommersa

Il World Cinema Project è un progetto creato da Martin Scorsese nel 2007 in seno a The Film Foundation, organizzazione no-profit che negli ultimi tre decenni ha contribuito in maniera decisiva a diffondere una vera e propria cultura della conservazione e del restauro cinematografico.
Con oltre quaranta film restaurati al suo attivo, provenienti da Medio Oriente, Africa, Europa dell’Est, Asia, America Latina, il World Cinema Project prosegue la sua missione di sostenere il lavoro svolto dagli archivi di tutto il mondo, in particolare in quelle aree geografiche in cui la mancanza di formazione, investimenti o tecnologia hanno impedito negli anni di salvaguardare adeguatamente il patrimonio cinematografico. Grazie al World Cinema Project sono tornate alla luce opere diversissime tra loro per epoca e genere – dal film sperimentale Limite, realizzato in Brasile nel 1931 da Mário Peixoto; al cult noir coreano di Kim Ki-Young Hanyo (1960) al film-concerto marocchino Trances (1981). Se in alcuni casi si è trattato di arrestare tempestivamente l’azione del tempo salvaguardando capolavori noti come Memorias del Subdesarrollo di Tomás Gutiérrez Alea (Cuba, 1968), Meghe Dhaka Tara del maestro bengalese Ritwik Ghatak o A Brighter Summer Day di Edward Yang (Taiwan, 1991) – in altri, la missione del World Cinema Project è stata quella di ricostruire filologicamente film esistiti in diverse versioni – come nel caso di Sayat Nova di Sergej Paradžanov (Armenia, 1969) o Chronique des années de braise di Mohammed Lakhdar-Hamina (Algeria, 1975) – o riportare alla luce opere censurate bandite e scomparse per mezzo secolo come l’iraniano Chess of the Wind di Mohamed Reza Aslani (1976).

Fin dalla sua creazione nel 2007, la Cineteca di Bologna e L’Immagine Ritrovata hanno svolto un ruolo attivo all’interno del World Cinema Project a partire dalla ricerca e la localizzazione dei migliori elementi filmici esistenti, al restauro e la conservazione, fino alla diffusione e alla circuitazione dei film nei festival di tutto il mondo.

Per informazioni: cecilia.cenciarelli@cineteca.bologna.it

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