La dolce vita
La strada
Lo sceicco bianco
E la nave va
La dolce vita
I clowns
Boccaccio 70
la dolce vita
Lo sceicco bianco
La dolce vita

Film

 

MACISTE ALL’INFERNO
(Italia/1926, 95’) di Guido Brignone
“L’ho visto in braccio a mio padre, al cinema Fulgor (…) sullo schermo virato di giallo c’era questo gigante, questo omaccione con una pelle d’orso attorno alle reni un pochino intimidito davanti allo sguardo imperioso di una popputa Proserpina che, con gli occhioni bistrati, con un segno della mano faceva nascere un cerchio di fiammelle attorno ai
piedi di Maciste”. Federico Fellini

LO VEDI COME SEI… LO VEDI COME SEI!?
(Italia/1939, 76’) di Mario Mattòli
Come altri umoristi del “Marc’Aurelio”, il diciannovenne Fellini fu coinvolto nell’ideazione di gag da inserire nel film, come la magnifica trovata iniziale di un ‘testamento filmato’ dove vengono interpellati gli spettatori. “Macario era un attore comico che aveva molto successo nelle riviste, un pupazzetto grazioso con un ricciolo in testa”. Federico Fellini

APPARIZIONE
(Italia/1943, 74’) di Jean de Limur
Senza essere accreditato, Fellini scrive il film con il produttore Giuseppe Amato e con Piero Tellini. Spiccano alcune significative anticipazioni di temi felliniani: Amedeo Nazzari interpreta il ruolo di se stesso quattordici anni prima di Le notti di Cabiria e riesce a disilludere
l’ingenua e sognatrice Andreina (Alida Valli). Nel cast anche Massimo Girotti, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani e il fratello di Fellini,
Riccardo.

ROMA CITTÀ APERTA
(Italia/1945, 103’) di Roberto Rossellini
Primo film scritto da Fellini (con Sergio Amidei e altri) per Rossellini: “Era un amico, una
guida, un favoloso seduttore che mi presentò la vita del regista e, soprattutto, una guida per
raggiungere la qualità d’immagine più vicina alla propria visione. (…) Rossellini mi insegnò come prosperare nel caos ignorandolo e concentrandosi sull’essenziale: costruire il tuo
film giorno per giorno”. Federico Fellini

PAISÀ
(Italia/1946, 124’) di Roberto Rossellini
“Seguii la lavorazione in veste di sceneggiatore volante che cercava di adattare qualche
dialogo alle esigenze del momento. È stata quella un’esperienza entusiasmante per tante
cose, e prima di tutto per la scoperta dell’Italia. Napoli bombardata, la costa amalfitana”.
Federico Fellini

IL DELITTO DI GIOVANNI EPISCOPO
(Italia/1947, 92’) di Alberto Lattuada
Primo titolo dell’intensa collaborazione fra Lattuada e Fellini sceneggiatore, con una Roma
nevosa e cupa, uno straordinario Fabrizi in versione drammatica e il giovane Sordi in
un ruolo perfido. “Con Fellini ci siamo amati moltissimo: una cotta immediata, almeno da
parte mia. (…) Non ho fatto la Roma solare, ho cercato di tirare fuori l’animaccia un po’ scura
di questa città, l’anima umbertina, i portici”. Alberto Lattuada

SENZA PIETÀ
(Italia/1948, 91’) di Alberto Lattuada
“Fellini, chiamato da Lattuada, mi associò nella preparazione del soggetto di Senza pietà. L’esplorazione che dovemmo fare nella zona di Tombolo, allora regno incontrastato dei negri, delle segnorine e dei banditi, contribuì certamente a rinsaldare la nostra amicizia.
L’esplorazione del Tombolo che percorremmo travestiti da vagabondi e vivendo per parecchi
giorni a contatto con quei suoi frequentatori, fu la prima e la più avventurosa delle
nostre scoperte”. Tullio Pinelli

IL MIRACOLO
(Italia/1948, 43’)
“Federico Fellini, che lavorava abitualmente con me, mi raccontò il soggetto che io realizzai
col titolo Il miracolo. Secondo lui, si trattava di una novella russa di cui aveva dimenticato
l’autore; quando vide che mi appassionavo alla storia ma che cercavo disperatamente
il testo per mettermi in regola con la Società degli Autori, mi raccontò di aver inventato
l’aneddoto di sana pianta”. Roberto Rossellini

IN NOME DELLA LEGGE
(Italia/1949, 101’) di Pietro Germi
Primo film scritto da Fellini e Tullio Pinelli per Germi, è anche uno dei primi film italiani sulla
mafia. “Non esiste una mafia, ma ne esistono molte. Esiste innanzitutto una psicologia, c’è
un costume che si può definire mafioso e che ha la sua radice in una radicale diffidenza e sfiducia del cittadino verso lo Stato. Da queste basi nascono infinite forme di mafia che
variano da luogo a luogo e da tempo a tempo”. Pietro Germi

LA CITTÀ SI DIFENDE
(Italia/1951, 79’) di Pietro Germi
Insolito esempio di noir all’italiana e seconda prova di Germi nel genere (dopo Gioventù
perduta), nacque da un soggetto di Fellini, Pinelli e Luigi Comencini. Il pittore fallito che
vaga per i ristoranti (Paul Müller) ricorda i personaggi dei racconti giovanili felliniani e
del progetto non realizzato Moraldo in città, mentre alcune situazioni di violenza sembrano
annunciare Il bidone e la sequenza del bagno nella fontana perfino La dolce vita.

CAMERIERA BELLA PRESENZA OFFRESI...
(Italia/1951, 87’) di Giorgio Pàstina
Scritto da Fellini e Tullio Pinelli, è una divertente galleria di personaggi e situazioni caricaturali che ruotano intorno a una cameriera (Marisa Merlini) e alle sue disavventure con
i vizi della borghesia italiana. C’è già l’andamento della commedia all’italiana e le incisive
caratterizzazioni di uno splendido cast: De Sica, Sordi, Fabrizi, Eduardo, Peppino e Titina
De Filippo, Gino Cervi, Giulietta Masina, Paolo Stoppa, Aroldo Tieri, Isa Miranda e altri.

LUCI DEL VARIETÀ
(Italia/1950, 102’) di Alberto Lattuada e Federico Fellini
Luci del varietà l’ho ideato e sentito come un film mio, c’erano dentro ricordi, alcuni veri,
altri inventati: certe atmosfere di provincia che conoscevo bene. Però a spalleggiarmi c’era Lattuada con la sua capacità di decidere, con la forza dell’esperienza, col fischietto. Il regista era lui, lui diceva motore, azione, stop, via tutti, silenzio: io stavo al suo fianco in una situazione abbastanza felice di irresponsabilità”. Federico Fellini

LO SCEICCO BIANCO
(Italia/1952, 91’)
“Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che avevo scritto per il “Marc’Aurelio” in cui si riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d’amore, sull’amore giovanile
che si confronta con la realtà dolceamara, sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle delusioni dei primi tempi del matrimonio e sull’impossibilità di riuscire a conservare i romantici sogni iniziali”. Federico Fellini

LO SCEICCO RITROVATO
(1952-2008) a cura di Fulvio Baglivi, Stefano
Landini e Moraldo Rossi
Quaranta minuti di sequenze tagliate e varianti inedite. Fra le sorprese di questo ritrovamento della Cineteca Nazionale, la visione di due donne velate e in costume orientale, scoperte dallo sguardo trasognato della sposina Wanda, che sembrano anticipare Giulietta
degli spiriti. Il buffo moralismo dello sposo novello Ivan acquista un controcanto più satirico nella sequenza del suo risveglio nel letto della prostituta con cui si è accompagnato durante la notte.

I VITELLONI (Italia-Francia/1953, 107’)
“A Ostia ho girato I vitelloni perché è una Rimini inventata: è più Rimini della vera Rimini. Il luogo ripropone Rimini in maniera teatrale, scenografica e, pertanto, innocua. È il mio paese, quasi pulito, nettato dagli umori viscerali, senza aggressioni e sorprese. (…) Mi è venuta la tentazione di giocare ancora uno scherzo a certi vecchi amici che avevo lasciato
nella città di provincia dove sono nato. (…) Così mi sono messo a raccontare quello che ricordavo delle loro avventure, le loro ambizioni, le piccole manie, il loro modo particolarissimo di passare il tempo”. Federico Fellini

AGENZIA MATRIMONIALE
(Italia/1953, 16’) episodio di L’amore in città
“Fu Cesare Zavattini a offrirmi di partecipare con un episodio al film che doveva avere il
carattere di un reportage, nello stile del cinema americano. (…) Accettai di partecipare a quel
film di gruppo con lo spirito polemico dello studentello che vuol prendersi sornionamente
beffe del suo professore”. Federico Fellini

LA STRADA
(Italia/1954, 108’) di Federico Fellini
“All’inizio della Strada c’era solo un sentimento confuso del film, una nota sospesa che mi procurava soltanto un’indefinita malinconia, un senso di colpa diffuso come un’ombra; vago e struggente, fatto di ricordi e di presagi. Questo sentimento suggeriva con insistenza il viaggio di due creature che stanno insieme fatalmente, senza sapere perché”. Federico Fellini

IL BIDONE
(Italia/1955, 113’) di Federico Fellini
“La crudezza della storia, la novità dei caratteri dei personaggi e la obiettiva e disincantata
presentazione di un mondo morale così degradato, hanno forse turbato quella parte di pubblico che al cinema desidera vedere tutto sommato delle cose fasulle” (Federico Fellini).
Dopo un’infelice presentazione a Venezia, il regista cedette alle pressioni della Titanus e
ridusse la durata di numerose sequenze. Nel 2001 la Cineteca di Bologna e L’Immagine Ritrovata hanno restaurato il film, restituendolo alla sua durata originaria.

LE NOTTI DI CABIRIA
(Italia/1957, 117’)
“La prima inquadratura, non solo degna di Chaplin, ma uguale alle sue migliori trovate,
è l’ultima di Le notti di Cabiria, quando Giulietta Masina si gira verso la cinepresa e il suo
sguardo incrocia il nostro. Unico, ritengo, nella storia del cinema. (…) Il fine ultimo di questo
lampo di regia, e che mi fa gridare al genio, è che lo sguardo di Cabiria passa molte volte sull’obiettivo della cinepresa senza mai esattamente fermarvisi. Le luci si accendono su
questa meravigliosa ambiguità”. André Bazin

LA DOLCE VITA
(Italia-Francia/1960, 175’) di Federico Fellini
La dolce vita di Fellini è troppo importante perché se ne possa parlare come si fa di solito
di un film. (…) Fellini è senza dubbio ‘autore’, non ‘regista’. Perciò il film è unicamente suo.
(…) L’inquadratura e i movimenti di macchina creano sempre intorno all’oggetto una specie
di diaframma, che ne complica e rende il più possibile irrazionale e magica la sua immissione e la sua concatenazione di rapporti con il mondo che lo circonda”. Pier Paolo Pasolini

NOI CHE ABBIAMO FATTO LA DOLCE VITA
(Italia/2009, 80’) di Gianfranco Mingozzi
scritto e ideato da Tullio Kezich
Documentario scritto da un testimone della lavorazione e diretto dal suo antico assistente.
È l’ultimo film di Gianfranco Mingozzi.

LOLA, DONNA DI VITA
(Francia/1960) di Jacques Demy
“Ho spesso descritto Anouk Aimée come una ragazzina con una sensualità metafisica: ora
incredibilmente timida e un attimo dopo uno squalo mangia-uomini. Non è un’immagine sgarbata, ma una conferma del suo talento per illudere, una qualità necessaria alla mia Maddalena ne La dolce vita”. Federico Fellini

LE TENTAZIONI DEL DOTTOR ANTONIO
(Italia-Francia/1962, 55’) episodio di Boccaccio ‘70
“Ho accettato con piacere di girare quest’episodio, perché in questo periodo dove un
moralismo malinteso può procurare più guai che bene, un film che tendesse a chiarire certe responsabilità e certe idee penso che sia estremamente salutare, estremamente positivo”.
Federico Fellini

8 ½
(Italia-Francia/1963, 137’)
“Il ritratto di un uomo, (…) nella sua contraddittoria, sfumata, inafferrabile somma di diverse
realtà; e in cui traspaiono tutte le possibilità del suo essere, i livelli, i piani sovrapposti, come un palazzo al quale è crollata la facciata e che rivela il suo interno tutto insieme, scale, corridoi, stanze, solai, cantine, e i mobili di ogni stanza, le porte, i soffitti, e le condutture, gli angoli più intimi, più segreti”. Federico Fellini

UN’ORA CON IL REGISTA DI 8 ½
(Italia/1964, 60’) di Sergio Zavoli
Il primo programma interamente dedicato a Fellini dalla televisione italiana, dopo che gli
era stato conferito il terzo Oscar per 8 ½.

L’ULTIMA SEQUENZA
(Italia/2004, 51’) di Mario Sesti
Basato su registrazioni audio e fotografie, anche inedite, dell’archivio di Gideon Bachmann,
il documentario ricostruisce la storia del misterioso finale previsto per 8 ½, girato e poi scartato a favore della celebre ‘passerella’.

GIULIETTA DEGLI SPIRITI
(Italia-Francia/1965, 126’)
“Non si potrebbe fare un film sui sogni in astratto, prescindendo dalla personalità del
sognatore. Così non avrei potuto fare in astratto un film sul mondo magico. Quello di Giulietta degli spiriti, evidentemente, è un mondo magico sulla misura di certe mie personalissime deformazioni nelle quali l’umorismo ha sempre una
parte di primo piano”. Federico Fellini

TOBY DAMMIT
(Italia-Francia/1968, 45’) episodio di Tre passi nel delirio
“Le lunghe scene senza parole in Toby Dammit rappresentano ciò che sono riuscito
a esprimere della mia esperienza con l’LSD. Gli oggetti e le loro funzioni non avevano più
significato. Tutto quello che percepivo era la percezione stessa, l’inferno di forme e figure prive dell’emozione umana e staccato dalla realtà del mio contesto irreale”. Federico Fellini

FELLINI IN CITTÀ
(Italia/1968, 20’) di Maurizio Ponzi.
Rara intervista filmata.

FELLINI - BLOCK-NOTES DI UN REGISTA
(USA/1969, 51’)
“In realtà, da tempo pensavo di fare qualcosa per la Tv, questa specie di ponte più delicato,
più intimo, più personale, tra l’autore e il pubblico. La presenza di questo occhio grigiastro, spalancato nella casa, l’occhio di un animale extraterrestre, mi ha sempre affascinato”. (Federico Fellini). Quando fu trasmesso dalla RAI nel 1972, il film fu tagliato di circa quindici minuti. Viene presentata l’edizione statunitense, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna – L’Immagine Ritrovata.

FELLINI SATYRICON
(Italia-Francia/1969, 129’)
“Non un’epoca storica, filologicamente ricostruibile sui documenti, positivisticamente accertata, ma una grande galassia onirica, affondata nel buio, fra lo sfavillio di schegge
fluttuanti, galleggianti fino a noi. (...) La sua trasparenza enigmatica, la sua chiarezza indecifrabile. (...) Lo sforzo sarebbe stato quello di annullare il confine fra sogno e fantasia, di inventare tutto e poi oggettivare questa operazione fantastica, distaccarsene, per poterla esplorare come qualcosa allo stesso tempo di intatto e irriconoscibile”. Federico Fellini

CIAO, FEDERICO!
(USA-Svezia, 1969, 60’) di Gideon Bachmann
Documentario sulla lavorazione di Fellini Satyricon con un’intervista a Fellini e numerose
riprese sul set.

IL CIRCO
(USA/1928, 73’) di Charles Chaplin

I CLOWNS
(Italia-Francia-Germania, 1970, 93’)
“C’è solo un posto dove il fenomenale, l’eccesso e l’estremo esistono senza volgarità: nel circo equestre. Per me, resta il massimo del divertimento popolare. In questo mondo favoloso di colori, movimento ed emozione riscopriamo l’eterno vagabondo da cui Chaplin
prese in prestito la sua faccia. Per metà angelo, per metà demonio, il vagabondo possiede
la saggezza del filosofo, la vitalità del gatto, l’inopportuna grazia del sonnambulo”. Federico Fellini

ROMA
(Italia-Francia/1972, 118’)
“È la città fantastica che ho immaginato da bambino, che ho scoperto diversa da ragazzo, nella quale ho vissuto e lavorato in familiarità armata per trentadue anni, e che oggi mi sembra di non conoscere più... Me la immaginavo così, Roma: imperiale, fascista, papale. Ma quando ci arrivai nel 1939, con un treno a vapore, mi accorsi che non era vero niente. Nella realtà Roma era una città africana”. Federico Fellini

IO E... FELLINI E L’EUR
(Italia/1972, 12’) di Luciano Emmer
Fellini racconta la sua predilezione per il quartiere romano che gli ricorda una scenografia
già pronta per le riprese di un film. È infatti il luogo dove ha girato alcune sequenze di La dolce vita, Le tentazioni del dottor Antonio e di altri film.

AMARCORD (Italia-Francia/1973, 123’)
“La provincia di Amarcord è quella in cui tutti siamo riconoscibili, autore in testa, nell’ignoranza che confondeva. Non che voglia minimizzare le cause economiche e sociali del fascismo. Voglio dire solo che ancora oggi quel che più interessa è la maniera, psicologica, emotiva, di essere fascisti. Qual è questa maniera? È una sorta di blocco, di arresto alla fase dell’adolescenza. (…) E mi sembra che, ancor prima del fascismo, la colpa di questo cronico mancato sviluppo, di questo arresto a uno stato bambinesco sia della Chiesa cattolica”. Federico Fellini

DIARIO SEGRETO DI AMARCORD
(Italia/1974, 43’) di Maurizio Mein e Liliana Betti
Un prezioso ‘dietro le quinte’ di Amarcord realizzato da due collaboratori felliniani per la
RAI: i provini (Sandra Milo truccata da Gradisca e Adriana Asti da Volpina), un dialogo ironico fra Tonino Guerra e Fellini, un’intervista a Nino Rota e alcune sequenze tagliate dal film.

E IL CASANOVA DI FELLINI?
(Italia/1975, 72’) di Liliana Betti e Gianfranco Angelucci
Olimpia Carlisi intervista alcuni scrittori e studiosi sul mito di di Casanova e intraprende con Gianfranco Angelucci una (ironica) indagine televisiva sul gallismo italiano. Fellini realizza
alcuni splendidi, falsi provini a Tognazzi, Mastroianni, Cuny, Gassman e Sordi.

IL CASANOVA DI FEDERICO FELLINI
(Italia/1976)
“Il suo film mi fa pensare a Goya, un altro “poeta maledetto”. Che era comunque il pittore
di corte. E la corte trovava stupenda la sua opera, mentre era puramente tragica. Anche lei ha rappresentato la corte. Venezia, le feste, i banchetti, i balli. E tuttavia, in lei
come in Goya, dietro le risate c’è sempre la morte. Il suo affresco è anche un tuffo. Un tuffo vertiginoso nelle profondità umane”. Georges Simenon

PROVA D’ORCHESTRA
(Italia-Germania/1978, 72’)
“Si andava diffondendo nel Paese un alienato rassegnarsi all’abnorme, al delirante, al
mostruoso. L’aspetto più inquietante della situazione è la sconfinata possibilità che abbiamo di rimuovere tutto. Abbiamo sfondato il fondo. Siamo diventati dei tubi. Forse
abbiamo evitato di morire di una terrificante indigestione, ma ora ci troviamo in una situazione disperata”. Federico Fellini

LA CITTÀ DELLE DONNE
(Italia-Francia/1980, 138’)
“La donna è l’invisibile, è l’Invisibile. E quindi l’unica possibilità che ha Snaporaz per vedere
la donna e cioè l’invisibile, il buio, la notte è quella di far partire verso di lei perenni ed inarrestabili tensioni, proiezioni, fantasie, ipotesi, sì che la donna diventi per l’uomo l’unico
modo di attraversare la vita”. Federico Fellini

APPUNTI SU LA CITTÀ DELLE DONNE
(Italia/1980, 50’) di Ferruccio Castronuovo
Documentario sulla lavorazione del film, con interventi di Fellini e Marcello Mastroianni.

E LA NAVE VA
(Italia-Francia/1983, 128’)
“Il contatto autentico, privato, intimo, individuale con la realtà minaccia di essere completamente cancellato e sostituito da questa specie di pappa, da questa specie di liquido
amniotico che c’è fra noi e la realtà. Quindi i mass media, la televisione, l’iperinformazione minacciano di farci trovare in una specie di zona dove l’atteggiamento più consentito è
l’indifferenza. Mi sembra che il cuore del film, o meglio il senso del film voglia riferirsi alla necessità quasi di augurarsi un avvenimento catastrofico, terrificante, nel tentativo di trovare
in noi una possibilità di reazione”. Federico Fellini

GINGER E FRED
(Italia-Francia-Germania/1985, 126’)
“La televisione ha sostituito il tuo rapporto personale con la vita: ti ha mutilato, disemozionato; fa tutto lei, per te; è un super-robot che pretende perfino di sognare te... non solo lo sdegno, ma anche l’allarme di chi vede che la televisione sta omologando il pianeta: tutti ormai pensano, o meglio, non pensano, la stessa cosa”. Federico Fellini

LA TIVÙ DI FELLINI
(Italia/1985-1992, 27’) a cura di Tatti Sanguineti
I falsi spot pubblicitari, programmi televisivi, talk show, telefilm e videoclip che sono stati
tagliati o che compaiono fuggevolmente ne teleschermi di Ginger e Fred.

FRAU HOLLE – LA SIGNORA DELLA NEVE
(RFT-Cecoslovacchia-Italia/1985, 90’) di Juraj
Jakubisko
“Quello che oggi si fa con la tecnologia digitale, noi l’abbiamo fatto utilizzando i mezzi
classici. In più, grazie all’intervento del mio amico Federico Fellini, Giulietta Masina ha
accettato il ruolo della Signora della neve, attribuendo al film leggerezza, luce e sorriso”.
Juraj Jakubisko

INTERVISTA
(Italia-Francia/1987, 107’)
“Film che racconta se stesso, dà l’impressione di essere stato fatto nel momento in cui
lo vedi. Mi sono avventurato su un sentiero sinora consentito soltanto allo scrittore, al
pittore e al musicista. (…) Un viaggio dentro il cinema. Io dico Cinecittà, ma è il cinema.
Cinecittà come cinema, cinema come Cinecittà”. Federico Fellini

IL MIO FELLINI
(Italia/1986, 60’) di Tiziana Callari
Sul set di Intervista.

INTERVISTE PER INTERVISTA
(Italia/1987, 51’) di Vincenzo Mollica
Dialoghi con Fellini durante le riprese e le proiezioni ai festival di Cannes e Mosca di
Intervista.

FELLINI RACCONTA
(Italia/1993, 52’) di Vincenzo Mollica
Montaggio di interviste realizzate da Mollica per il TG1 dall’inizio degli anni ‘80 al 1993.

LA VOCE DELLA LUNA
(Italia-Francia/1990, 120’)
“Avevo da sempre in mente di fare un film sui contadini, sulla campagna vista come
una dimensione sconosciuta (…) le stalle, le bestie, gli animali, i temporali, il giorno, la
notte, le pietre, le nuvole, tutto questo mondo panico, magico, e pensavo che potesse essere proprio lo stimolo, il nutrimento per un film che raccontasse proprio una parte dell’Italia che veramente il nostro cinema ha sempre ignorato, l’Italia contadina”. Federico Fellini

PRIME ULTIME RUSHES DA LA VOCE DELLA LUNA DI FEDERICO FELLINI (20’)
Una selezione del ‘girato’ originale dell’ultimo film di Fellini.

Le pubblicità di Fellini
Oh, che bel paesaggio! (Italia/1984, 30’’), Alta società (Italia/1986, 30’’), Sogno del “déjeuner
sur l’herbe”
, (Italia/1992), Sogno della galleria (Italia/1992, 30’’), Sogno del leone in cantina,
(Italia/1992, 30’’)
“Tentare di raccontare una storia, suggerire dei personaggi, un’atmosfera, indipendentemente dal messaggio più o meno subliminale e più o meno dichiarato del committente, da un punto di vista dell’espressione cinematografica
è un’esperienza utile”. Federico Fellini

BACKSTAGE DEGLI SPOT DI FELLINI PER LA BANCA DI ROMA
(Italia/1992, 20’) di Roberto Di Vito

IN MORTE DI FEDERICO FELLINI
(Italia/1994, 40’) di Sergio Zavoli
I funerali di Fellini a Roma.

FELLINI – UN AUTORITRATTO RITROVATO
(Italia/2000, 166’) di Paquito Del Bosco
Montaggio di interviste televisive e radiofoniche rilasciate da Fellini nell’arco di oltre quarant’anni, dal 1952 al 1993.

FEDERICO FELLINI SONO UN GRAN BUGIARDO
(Francia/Italia/GB,/2002, 106’) di Damian Pettigrew
Una delle interviste più intense e rivelatrici che Fellini abbia rilasciato (nel 1992, un anno
prima della morte). Il tono è confidenziale e le parole si soffermano su aspetti importanti
del proprio lavoro. Bellissimi i frammenti che lo mostrano sul set di La città delle donne,
Amarcord e del Casanova. Interviste anche a Benigni, Italo Calvino, Dante Ferretti, Giuseppe
Rotunno, Terence Stamp, Donald Sutherland e altri.