SEDOTTA E ABBANDONATA

(Italia/1964) di Pietro Germi (122')

Regia: Pietro Germi. Soggetto: Age, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Pietro Germi. Fotografia: Aiace Parolin. Montaggio: Roberto Cinquini. Musiche: Carlo Rustichelli. Scenografia: Carlo Edigi. Interpreti e personaggi: Stefania Sandrelli (Agnese Ascalone), Saro Urzì (Don Vincenzo Ascalone), Aldo Puglisi (Peppino Califano), Lando Buzzanca (Antonio Ascalone), Lola Braccini (Amalia Califano), Leopoldo Trieste (Barone Rizieri), Umberto Spadaro (cugino di Ascalone). Produttore: Franco Cristaldi per Lux-Ultra-Vides / Compagnie Cinématographique de France. Durata: 125’
Copia proveniente da Istituto Luce - Cinecittà per concessione di Cristaldi Film
Versione italiana con sottotitoli inglesi


Sulla lapide di Vincenzo Ascalone campeggia la scritta: “Onore e famiglia”. Lui, per tutto il film, non ha fatto altro che ordire stratagemmi sempre più catastrofici e occultamenti sempre più asfissianti, per salvaguardare e perpetuare questa diade intoccabile, su cui un intero equilibrio sociale pare necessariamente reggersi. Solo che tutto gli congiura contro: una figlia troppo bella (la Sandrelli qui è indimenticabile), il sole troppo a picco, una frenesia del desiderio che convenienze e convenzioni non sono in grado di arginare. Il risultato non può essere altro che un cocktail micidiale di schizofrenia e isteria collettive, che divora corpi spossati e nervi collassati, e fa sfilare un carosello di mostri degni di Goya. Il film è un prodigio ritmico e visivo, dove il divertimento, per quanto assicurato, si lascia infiltrare implacabilmente dalla desolazione grottesca in cui specchiare la nostra civiltà. Che non è solo quella siciliana dei lontani anni Sessanta.

(Andrea Meneghelli)

 

Io trovo che il mio non è nemmeno un film molto siciliano, il film trae spunto dalla realtà siciliana, ci affonda dentro con tutte le radici per mirare a un significato assolutamente simbolico che è proprio quello dell’alienazione, cioè è la rappresentazione di uomini alienati da un mito che in questo caso è quello dell’onore, che in altri casi può essere un altro mito, può essere la Patria, il Denaro, la Religione, non lo so, ce ne sono tanti. È la rappresentazione di un mondo alienato, in chiave grottesca, quindi esasperata, quindi gonfia, con un lievito velenoso. […] Sono diversi gli elementi; da una parte la Sicilia – se vogliamo considerarla sotto questo aspetto limitato – dall’altra per esempio è la legge. Questo veleno, se vogliamo limitarci alla considerazione del fatto onore-donna, un rapporto uomo-donna-onore-famiglia-legge che regola queste cose mi pare che sia tutt’altro che superato. Se voi sapeste quante vite sacrificate ci sono, ma non solo in Sicilia, io prendo così la Sicilia anzitutto perché mi piace, perché mi eccita come paesaggio, ma io credo che intanto mezza Italia sia pressapoco nelle stesse condizioni psicologiche […] Mi piacerebbe che un critico dicesse “da questa storia che fa ridere si esce con un senso agghiacciato di paura, come dopo aver assistito ad una galleria di cose, di facce, di mostri”.

(Pietro Germi)

 

Sedotta e abbandonata fu il secondo film che feci con Germi. In questo caso si trattò di un ruolo impegnativo, di un ruolo vero e proprio, tutto diverso da quello che nella vita potevo essere io. Inoltre era proprio una commedia. Germi mi aiutò a entrare nel personaggio con molta dolcezza, piano piano, un po’ alla volta... era come un transfert. Lui poi aveva il dono di darmi la possibilità di concentrarmi, come pochissimi altri registi hanno saputo fare dopo. Non si incontrano ogni giorno registi come lui. Si racconta spesso in giro del suo caratteraccio, dei suoi urlacci. Quando sento questi discorsi mi viene rabbia, sono invenzioni.

(Stefania Sandrelli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 991.30 Kb