SIGNORE & SIGNORI

(Italia-Francia/1966) di Pietro Germi (118')


Regia
: Pietro Germi. Soggetto: Pietro Germi, Luciano Vincenzoni. Sceneggiatura: Age e Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Pietro Germi. Fotografia: Aiace Parolin. Montaggio: Sergio Montanari. Scenografia: Carlo Egidi. Musica: Carlo Rustichelli. Interpreti: Virna Lisi (Milena), Gastone Moschin (Osvaldo Bisigato), Nora Ricci (Gilda, sua moglie), Alberto Lionello (Toni Gasparini), Olga Villi (Ippolita Gasparini), Gigi Ballista (Giacinto Castellan), Beba Loncar (Noemi, sua moglie), Franco Fabrizi (Lino Benedetti), Moira Orfei (Giorgia Casellato). Produzione: Robert Haggiag, Pietro Germi per Dear Film Produzione, R.P.A. Cinematografica, Les Films du Siècle. Durata: 118’
Restaurato nel 2016 in 2K da Cineteca di Bologna, Istituto Luce – Cinecittà e DEAR International presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. 
Versione italiana con sottotitoli inglesi 


Pietro Germi è un regista che ha avuto uno sviluppo singolare. Aveva cominciato con film quasi neorealisti come In nome della legge e Il cammino della speranza di fondo umanitario e sentimentale; ad un tratto si è scoperto una vena satirica e beffarda. Occorre però notare che Germi non ha del tutto abbandonato l’impegno per il disimpegno. L’impegno, cioè l’inclinazione alla denunzia, è rimasto ma si è spostato indebolito e ridotto, dal dramma neorealista alla commedia di costume, dagli accenti umanitari a quelli satirici. Anche lo stile di Germi è cambiato: ai ritmi lenti, pacati, epicheggianti, sono subentrati ritmi affrettati, saltellanti, epigrammatici da atellana, da vaudeville. Infine Germi è passato dal dialetto inteso come elemento lirico a un dialetto con funzione caratterizzante. Che dire di Signore & signori? Dopo la Sicilia, Germi senza sforzo e con innegabile bravura, ha affrontato il Veneto. Ma alle cose della Sicilia, Germi guardava con il distacco divertito e stupito dell’uomo moderno che si trova in una società arcaica. Nel Veneto, invece, alle prese con una società che gli è familiare, Germi manca di distacco, la sua satira si fa amara.

(Alberto Moravia)

 

Questa volta Germi ha abbandonato i temi siciliani e si è trasferito in Veneto, in un morbido paesaggio popolato di preti, di ex-alpini, di dame della San Vincenzo, di bigotti e di educatori. Ha seguito gli itinerari dei borghesi, nelle piccole città chiuse tra la parrocchia, la villa e la piazza. I protagonisti della vicenda appartengono alle classi agiate, sono benestanti, medici, industriali, farmacisti, padroni di terre. Qui il peccato non ha le esaltazioni e le crudeltà del Sud, ma affonda e si scolora nella nebbiolina dell’ipocrisia.

(Enzo Biagi)

 

Non si sa mai come nascano le idee. La prima cosa è stata quella di dire: “Basta con la Sicilia, andiamo un po’ al nord”. Poi c’era Vincenzoni, che è veneto, e quindi raccontava certi fatti che non hanno niente a che vedere col film, ma che rappresentavano un certo costume. La provincia, come esiste nel Veneto, è un piccolo mondo dove i rapporti umani sono più frequenti, dove gli incontri sono più continui e vivi e dove quindi le speranze vengono fuori dei contorni più nitidi. Ho cercato di scoprire come il benessere influisce sul costume, come crea una smania di vivere e di divertirsi; c’è, in una società di questo tipo, la predominanza di materialismo, la mancanza di valori e di interessi morali, di interessi religiosi in senso largo. Ma non c’è solo questo, ci sono anche interessi più semplici e occasionali, il gusto di raccontare storie divertenti e significative, rappresentative di ceti e costumi, di tradizioni e di caratteri.

(Pietro Germi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

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