LA PAZZA GIOIA
(Italia/2016) di Paolo Virzì (118')
Regia: Paolo Virzì. Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Cecilia Zanuso. Scenografia: Tonino Zera. Musica: Carlo Virzì. Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi (Beatrice Morandini Valdirana), Micaela Ramazzotti (Donatella Morelli), Valentina Carnelutti (Fiamma Zappa), Tommaso Ragno (Giorgio Lorenzini), Bob Messini (Pierluigi Aitiani), Anna Galiena (Luciana Brogi Morelli), Marisa Borini (signora Morandini Valdirana), Marco Messeri (Floriano Morelli). Produzione: Marco Belardi per Lotus Production, Rai Cinema, Manny Film. Durata: 118'
Versione italiana con sottotitoli inglesi
Introducono Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti
Serata promossa da DoDo
Forse non c’è altro regista italiano, oggi, che ami i suoi personaggi come Paolo Virzì. Li inventa e li modella con passione, li fa muovere e li segue con amore all’interno di storie create apposta per farne emergere tutte le caratteristiche. Non necessariamente positive, s’intende, ma sempre senza un’ombra di cinismo o di superficialità. È la prima qualità che colpisce in questo La pazza gioia: un film trascinante, coinvolgente, in alcuni momenti anche doloroso ma sempre attraversato da una passione contagiosa (e rara) per i suoi protagonisti. Che sono due donne, Beatrice Morandini Valdirana (interpretata da Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti), la prima aristocratica e la seconda popolana, entrambe ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, entrambe alle prese con problemi più grandi di loro. Beatrice è pesantemente bipolare, Donatella ha pulsioni suicide, di cui ha pagato le conseguenze anche il figlio (che le è stato tolto per affidarlo a un’altra famiglia). Si troveranno quasi senza volerlo libere da ogni controllo e inizieranno a girovagare, in una ricerca che cementerà la loro (ancor fragile) amicizia, una alla ricerca di un mondo che l’ha espulsa; l’altra per ritrovare l’unico legame che ha veramente contato, quello col figlio. E per le strade di una Toscana mai oleografica, anche lo spettatore è invitato ad appassionarsi a queste due simpatiche ‘matte’, a queste due involontarie ribelli che stanno pagando sulla loro pelle l’appartenenza a un mondo avido e conformista o squallidamente egoista e ottuso. Un viaggio però fatto sempre o quasi con il sorriso perché La pazza gioia è soprattutto una commedia, scritta con maestria da Virzì assieme a Francesca Archibugi, ma soprattutto interpretata da una coppia di attrici in stato di grazia, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti […]. Due attrici straordinarie che una regia ‘al servizio di’ permette di mostrare in tutta la loro bravura e amorevolezza. […] Due ritratti femminili che non si scordano. E che confermano in Paolo Virzì uno dei pochi registi italiani capaci di unire la volontà dell’ottimismo (c’è sempre un po’ di speranza all’interno dei suoi film) con il pessimismo dell’osservazione.
(Paolo Mereghetti)
Gli esseri umani che mi interessa raccontare sono sempre stati casi clinici. Di un personaggio mi affascinano le sue ombre, i suoi disturbi. Le persone presunte sane, ammesso che esistano, sono noiose da raccontare. Forse il mio modello è stato Qualcuno volò sul nido del cuculo, che ho molto amato in gioventù perché racconta il desiderio di infrangere le regole con allegria.
(Paolo Virzì)
È stato impegnativo: recito in montecatinese, interpreto una donna che ha subito umiliazioni, trattamenti sanitari aggressivi ed è diventata una creatura sospettosa. Per me era importante rendere giustizia alla sua innocenza, alla sua grazia di animale ferito bisognoso di amore. Alle eroine preferisco le donne sbagliate.
(Micaela Ramazzotti)
Tariffe:
Ingresso libero
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