SMETTO QUANDO VOGLIO

(Italia/2013) di Sydney Sibilia (100')

Regia: Sydney Sibilia. Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Gianni Vezzoni. Scenografia: Alessandro Vannucci. Musica: Andrea Farri. Interpreti: Edoardo Leo (Pietro), Valeria Solarino (Giulia), Valerio Aprea (Mattia), Paolo Calabresi (Arturo), Libero De Rienzo (Bartolomeo), Stefano Fresi (Alberto), Lorenzo Lavia (Giorgio), Pietro Sermonti (Andrea), Neri Marcorè (Murena). Produzione: Domenico Procacci, Matteo Rovere, Andrea Paris per Fandango, Ascent Film, Rai Cinema. Durata: 105'
Versione italiana con sottotitoli inglesi

Introduce il regista Sydney Sibilia

Serata promossa da Lloyds Farmacia

 

La prima fonte di ispirazione è stato un trafiletto su un quotidiano che titolava Quei netturbini con la laurea da 110 e lode. In pratica si parlava di due ragazzi laureati in filosofia con tanto di master, che lavoravano per l’AMA, la società che si occupa della pulizia delle strade a Roma. Nessuno sembrava accorgersi del paradosso che le persone più intelligenti del paese venivano messe ai margini. E se avessero deciso di ribellarsi? E se a delinquere adesso fossero le menti più brillanti in circolazione? E se si coalizzassero? Smetto quando voglio è una commedia acida, parodistica e ultra citazionista, in cui il dramma sociale viene ripreso solo ed esclusivamente come espediente comico. Siamo partiti dalla realtà come si faceva nella commedia all’italiana, e ci siamo lasciati contaminare dal cinema americano contemporaneo, mettendo nel film tutto quello che ci piace. Quello che Tarantino fa con i film italiani noi abbiamo provato a farlo con i prodotti americani. Ne è venuta fuori una sorta di Soliti ignoti al tempo di Ocean’s Eleven, The Big Bang Theory e Breaking Bad. Una banda di geniali nerd che usano la neurobiologia, il latino classico, l’antropologia e la macroeconomia per infilarsi in uno strano buco legislativo tutto italiano, quello delle smart drugs: un fenomeno interessantissimo e molto poco conosciuto.

(Sydney Sibilia)

 

Come si fa a produrre in modo artigianale una droga da sballo e del tutto legale? Naturalmente serve la formula. Ma se avete sottomano un neurobiologo capace di azzeccare la chimica, il resto – zucchero a velo, chiodi di garofano, prodotti per acquario, etc. – si trova al supermercato. Questo almeno racconta lo svelto, astuto, divertentissimo debutto di un trentaduenne di Salerno che somiglia ai suoi antieroi. Sa come produrre effetti irresistibili. E soprattutto sa farlo ‘in casa’, usando ciò che ha sottomano (che tutto il cinema italiano avrebbe sottomano, se solo volesse). Attori impeccabili, anche se, anzi proprio perché non sempre notissimi. Dialoghi esilaranti che trasportano a Roma motivi e cliché provenienti da film e serie tv inglesi o Usa (ma anche dagli italianissimi Boris e Santa Maradona). Sentimenti bassi quanto universali (non serve aver visto Breaking Bad per aver sognato almeno un attimo di darsi ad attività pericolose quanto redditizie). Il tutto fuso in una sceneggiatura scoppiettante e accuratissima (di Valerio Attanasio, Andrea Garello e del regista Sydney Sibilia). Che elabora in chiave comica un dato drammatico nonché, di nuovo, sotto gli occhi di tutti: se in Italia molti brillantissimi laureati sono costretti a cercare lavori terribilmente inferiori al loro curriculum, perché non immaginare che usino le loro doti per aggirare la legge, magari producendo una molecola psicotropa non ancora catalogata come droga, dunque paradossalmente legale? Il tutto scritto, diretto e interpretato con una consapevolezza e un divertimento rari quanto contagiosi. Dopo anni di comicità coatta, fasulla, predigerita e, quella sì, tossica, una ventata rigenerante.

(Fabio Ferzetti)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

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