BAJIRAO MASTANI

(India/2015) di S.L. Bhansali (158') 

Regia: Sanjay Leela Bhansali. Soggetto: dal romanzo di Nagnath S. Inamdar. Sceneggiatura: Prakash Kapadia. Fotografia: Sudeep Chatterjee. Montaggio: Rajesh Pandey. Scenografia: Saloni Dhatrak, Sriram Iyengar, Sujeet Sawant. Musica: Sanchit Balhara, Sanjay Leela Bhansali. Interpreti: Ranveer Singh (Bajirao), Priyanka Chopra (Kashibai), Deepika Padukone (Mastani), Mahesh Manjrekar (Chattrapati Shahu Maharaj), Tanvi Azmi (Radhabai), Aditya Pancholi (Panth Pratinidhi), Irrfan Khan (narratore). Produzione: Sanjay Leela Bhansali, Kishore Lulla per Eros International, SLB Films. Durata: 158'

In collaborazione con River to River. Florence Indian Film Festival

Sento che le persone credono nell'amore, a prescindere dalla religione di appartenenza. Sento che coesistiamo come comunità nonostante ci siano violenze separatiste in atto. Il modo in cui il pubblico ha risposto alla storia d'amore indo-musulmana tra Bajirao e Mastani prova che ho ragione. È una vittoria del laicismo. Qualunque sia la religione che professiamo, l'amore non ha religione. Al contrario, l'amore è una religione a sé. Il mio film è un omaggio a Mughal-e-Azam di K. Asif. Il lavoro di Asif, le sue immagini e il suo stile sono stati di grande ispirazione per me. Sono profondamente colpito dal lavoro di Mehboob Khan, Raj Kapoor e V. Shantaram. Ho imparato a fare cinema guardando questi maestri. La storia, la musica, gli effetti visivi e le scenografie rientrano nella sensibilità indiana. Cantare, ballare, festeggiare, appartengono alla nostra cultura e non tramonteranno mai nel nostro cinema.

(Sanjay Leela Bhansali)

Dall'inizio degli anni Duemila, lo scrittore-regista-compositore Sanjay Leela Bhansali ha realizzato una serie di meraviglie barocche tratte da materiale mitologico e storico. Ha esordito nel 2002 con Devdas, interpretato da Shah Rukh Khan, seguito nel 2005 dall'emozionante Black - un Anna dei miracoli espressionista -, poi ha aumentato le sue ambizioni nel 2013 con Ram-Leela, con Deepika Padukone e Ranveer Singh nel ruolo degli sfortunati amanti del titolo. In Bajirao Mastani, un altro affresco epico cosparso di gioielli e petali di rosa, Bhansali conferma i protagonisti di Ram-Leela. Il risultato può essere considerato un monumento cinematografico all'infedeltà coniugale. Bajirao - capo guerriero dell'impero Maratha del diciottesimo secolo - è presentato mentre gioca in trasferta: lascia a casa la rispettabile moglie Kashibai (Priyanka Chopra) ed è inviato a liberare la regione assediata del Bundelkhand, dove affianca la locale principessa guerriera Mastani (Padukone). Dopo la vittoria, i due si recano nella di lei dimora e confrontano le rispettive cicatrici - "La tua ferita è profonda, lasciami guardare", insiste Bajirao, un po' più stile Geordie Shore che impero Moghul - ma pare l'avventura di una notte; raffreddati i bollenti spiriti, il nostro eroe torna alla vita familiare. Per Mastani però la guerra non è finita: presto si presenta a corte e reclama ulteriore soddisfazione da parte dell'uomo che ama. [...]
Il regista gestisce gli attori con sensibilità e intelligenza e tutti e tre offrono delle grandi esibizioni, evitando così di essere messi in ombra dalle sontuose scenografie. La Mastani di Padukone, una versione Moghul del personaggio di Glenn Close in Attrazione fatale, mostra una determinazione ferrea di fronte al disprezzo dei padroni di casa. La performance di Cophra non permette al personaggio di Kashibai di essere messo in secondo piano, i suoi occhi rappresentano i dolori di una moglie in maniera altrettanto intensa di quanto altrove ne abbiano comunicato la felicità. E il Bajirao di Singh segna un'altra grande performance di uno dei più versatili attori di Bollywood.
In generale, Bajirao Mastani è più progressista di molti drammi in costume occidentali recenti: è il lavoro di un regista che ingaggia protagonisti di grido rifiutando il loro stile abituale e tentando qualcosa che sembra molto moderno.

(Mike McCahill)