I BLUES BROTHERS

(USA/1980) di John Landis (148') 

Regia: John Landis. Sceneggiatura: Dan Ayckroyd, John Landis. Fotografia: Stephen M. Katz. Montaggio: George Folsey Jr. Scenografia: John J. Lloyd. Musica: Elmer Bernstein. Interpreti: John Belushi ('Joliet' Jake Blues), Dan Aykroyd (Elwood Blues), James Brown (Reverendo Cleophus James), Cab Calloway (Curtis), Ray Charles (Ray), Aretha Franklin (proprietaria del Soul Food Cafe), Steve Cropper (Steve 'The Colonel' Cropper), Donald Dunn (Donald 'Duck' Dunn), Murphy Dunne (Murph), Willie Hall (Willie 'Too Big' Hall), Carrie Fisher (donna misteriosa), John Landis (agente LaFong), Steven Spielberg (impiegato della Cook County). Produzione: Robert K. Weiss per Universal. Durata: 127'
Versione originale con sottotitoli italiani

Serata promossa da Unipol


Quando abbiamo realizzato il film, ci dissero che era un film 'black' e che nessun bianco in America sarebbe andato a vederlo. La casa di produzione era sicura che il film avrebbe avuto vita breve, per cui mi costrinsero a tagliare intere sequenze e ad accorciare alcuni numeri musicali. Alla fine ho dovuto togliere ventisei minuti. Poi il film risultò un successo incredibile, e immediatamente tutti si affrettarono ad accaparrarsene il merito. Per rendersi conto di quanto la casa di produzione fosse desiderosa di prendere le distanze dal progetto, basta pensare alla colonna sonora: l'album non fu pubblicato dallo studio che ha prodotto il film, ma dalla Atlantic Records.

(John Landis)

 

Per capire esattamente che cosa ha significato The Blues Brothers bisogna vedere il remake che, a vent'anni di distanza, ha realizzato lo stesso John Landis. La fiacchezza, la gratuità, la macchinosità di Blues Brothers 2000 costringe a confrontarsi sull'irripetibilità di questo film sgangherato e fracassone, assolutamente perfetto nel suo essere totalmente scombinato e universale nel suo essere pervicacemente americano, intelligentissimo nel suo celebrare il trionfo della stupidità.
The Blues Brothers è un fenomenale catalogo di musica soul e rhythm & blues, a conclusione della stagione mitica in cui questi generi erano riusciti a trasportare intatte le loro radici folk nell'industria del pop (Ray Charles, Aretha Franklin, James Brown, tanto per citare qualcuno). Inoltre è il film che sancisce la grandezza di John Belushi, prima del declino tossico e della prematura scomparsa. Ma, soprattutto, The Blues Brothers è un film che coinvolge come una festa di fine anno scolastico, che contagia nella sua vitalità come un inno a una stagione di anarchia leggera e scanzonata che chiudeva in maniera sublime un'epoca vissuta all'insegna della libertà. In questo senso, con le sue sequenze memorabili, col suo elevare il musical a filosofia esistenziale, il film di Landis è anche un manifesto politico (si veda come i due fratelli considerano i neonazisti...) di un'America che vive la presidenza di Jimmy Carter e il periodo post-Vietnam in modo decisamente euforico. Gli anni successivi diranno che si trattava di un'utopia, ma il film è diventato comunque un punto di riferimento per chi (dai fratelli Coen a Jim Jarmusch, fino a Jim Carrey) rifiuta categoricamente di rassegnarsi a un paesaggio plumbeo.

(Giacomo Manzoli)

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

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