IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI
(Italia/1976) di Luciano Salce (105')
Regia: Luciano Salce. Sceneggiatura: Paolo Villaggio, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi. Fotografia: Erico Menczer. Montaggio: Antonio Siciliano. Musiche: Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera. Scenografia: Carlo Tommassi. Interpreti: Paolo Villaggio (ragionier Ugo Fantozzi), Anna Mazzamauro (signorina Silvani), Gigi Reder (ragionier Filini), Mauro Vestri (professor Guidobaldo Maria Riccardelli), Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi), Nietta Zocchi (contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare), Paolo Paoloni (Megapresidente Galattico), Giuseppe Anatrelli (Calboni), Liù Bosisio (Pina Fantozzi). Produzione: Giovanni Bertolucci per Rizzoli Film. Durata: 110'.
Copia proveniente da Cineteca del Friuli per gentile concessione di Videodue srl
Versione italiana con sottotitoli inglesi
Introduce il 'Mega Direttore Galattico' Paolo Paoloni. Insieme a lui Massimo Mescia e Daniele Liburdi, titolari di Volume, che stanno producendo un documentario su Paolo Villaggio firmato da Mario Sesti e l'audiolibro Fantozzi, il romanzo best-seller del 1971 letto nel 2015 dallo stesso Villaggio, da giovedì in uscita per "la Repubblica", di cui ascolteremo alcuni brani.
Fantozzi è l'invenzione di un misantropo intelligente, che sa di appartenere anche lui a quella famiglia umana di cui detesta i limiti e i riti, la vocazione distruttiva e suicida. Fantozzi non è molto disposto a dar la mano al prossimo e vicino, Fantozzi non si fida. Fantozzi crede nell'autorità, e crede, di conseguenza, nel doppio gioco fittizio, del prosternarsi di fronte ai suoi rappresentanti autorizzati e autorevoli e del far linguacce alle loro spalle. Fantozzi è trascinato dalla vita come routine, come abitudine. Fantozzi non sceglie mai, né, tantomeno, si sceglie. Fantozzi è un verme che sa di esserlo. È la faccia che altri vorrebbero nascondere, è il destino assai comune di una maggioranza che ritiene invece di somigliare agli eroi frenetici ed esibizionisti, ciarlatani e impomatati, sorridenti e ottimisti con la lacrima facile [...]. Fantozzi viene da lontano, dalle mezze maniche francesi e da Gogol'/Cechov (il che spiega anche il suo successo in Russia) ma sa aggiornare la maschera con carico di abominio e viltà anche italico, senza i risvolti vendicativi e sadici di un Sordi democristiano, e neanche di un Peppino uomo qualunque tuttavia dispettoso [...]. Il successo di Villaggio deriva anche da un'altra cosa, però. Deriva da uno stile che Villaggio ha mutuato, assai più che dai classici, dai grandi inventori dei cartoons degli anni Tex Avery ed eredi, e da quel grande del cinema che ha ridotto a cartoons, ben prima che ci pensassero Spielberg e Zemeckis, gli attori della commedia americana, intendo Frank Tashlin, regista e maestro di Jerry Lewis, della gag 'enormemente' assurda dei sadismi estremi però 'recuperabili', del predominio dell'immagine sulla parola.
(Goffredo Fofi)
Fantozzi è un curiosissimo combattente. È il più 'grande perditore' di tutti i tempi. Ha perso sempre e tutto implacabilmente: due guerre mondiali, un impero coloniale, otto campionati del mondo di calcio consecutivi, supremazie industriali nel campo degli elettrodomestici, capacità d'acquisto della lira, fiducia in chi lo governa e la testa per una donna forse mostruosa. Ha passato gli anni più belli della sua vita in week-end terrificanti, in ingorghi osceni, in settimane bianche agghiaccianti e rientri ripugnanti. [...] Si è adattato a tutto e ha incassato tutto continuando a galleggiare e a sorridere. È stata vittima ma non ne è uscito sconfitto [...]. E domani, i suoi avversari lo sanno, è a lui che si dovranno rivolgere per guadagnare voti e chiedere aiuto, perché sarà solo lui paradossalmente il costruttore del piedistallo sul quale poggerà il loro potere e quindi la sua abiezione: ma sarà sempre e solo lui, Fantozzi rag. Ugo, a lavorare, a vomitare, a essere chiamato stronzo e a farsi un culo così per questo paese. Perché, piaccia o no, lui è questo paese!
(Paolo Villaggio)
Il film, con cui ricordiamo Paolo Villaggio a pochi giorni dalla sua scomparsa, sostituisce la prevista proiezione di L'Armata Brancaleone.
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Ingresso libero
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