SASHA E IL POLO NORD

(Tout en haut du monde, Francia-Danimarca/2016)


Regia e graphic design: Rémi Chayé. Sceneggiatura: Claire Paoletti, Patricia Valeix. Adattamento e dialoghi: Fabrice de Costil. Montaggio: Benjamin Massoubre. Musica: Jonathan Morali. Produzione: Sacrebleu Productions, Maybe Movies, 2 Minutes, France 3 Cinéma, Nørlum. Durata: 81'


In Sasha e il Polo Nord, la quattordicenne russa Sasha parte per ritrovare il nonno, la cui nave si è perduta sulla via verso il Polo Nord. È una ricerca scoraggiante quanto quelle affrontate da molte eroine Disney e questa giovane donna, figlia di ricchi oligarchi e simile all'avventuriera inglese Gertrude Bell, deve mandar giù il proprio orgoglio per intraprenderla. Guidata dalla curiosità intellettuale e dall'attaccamento all'esploratore scomparso, Sasha cerca l'avventura invece di un facile matrimonio con l'equivalente russo del Principe Azzurro, dando vita a quel tipo di cartoon di cui i genitori attenti sono sempre alla ricerca per arricchire l'immaginazione dei propri figli.
Per il suo film d'esordio Chayé - già assistente alla regia per La tela animata e The Secret of Kells - opta per uno stile da libro illustrato ugualmente audace, anche se gli schemi cromatici e le influenze artistiche privilegiano naturalmente la pittura realista russa del tardo Ottocento (Chayé ha citato, tra gli altri, Il'ja Repin). La scelta più coraggiosa del regista è quella di eliminare i contorni, scelta che ovviamente è più coerente con il modo in cui gli uomini vedono il mondo, ma che va contro la tradizione dell'animazione. Solo i nasi dei personaggi giustificano un utile scarabocchio, tutto il resto delle inquadrature è composto da blocchi di colore. Come risultato, i paesaggi sembrano usciti dai poster degli anni Venti, mentre le scene con i personaggi sono diverse da qualsiasi altra recente animazione - e per un film realizzato con mezzi modesti, è di per sé un'impresa.

(Peter Debruge)

 

Nel 2005, alla scuola di cinema La Poudrière, ho incontrato Claire Paoletti. Aveva un progetto per un lungometraggio. All'epoca non era che una pagina: una giovane dell'aristocrazia russa parte alla ricerca del nonno perduto tra i ghiacci polari. Poco tempo prima avevo letto il giornale di bordo di Ernest Shakleton e qualche altro libro sulla sua straordinaria epopea. Shakleton aveva organizzato una spedizione per attraversare l'Antartico da parte a parte. Ma la nave è rimasta imprigionata tra i ghiacci a causa di un inverno precoce costringendo l'equipaggio a vivere per ventidue mesi in condizioni estreme. Una storia umana incredibile. Quando Claire mi ha parlato di una nave intrappolata tra i ghiacci mi sono entusiasmato. Anche l'idea di fare un film ambientato nell'Ottocento mi piaceva molto. Sono particolarmente interessato alla storia di quel secolo, per i film in costume, i romanzi di Jules Verne, le incisioni di Gustave Doré o le litografie di Daumier. Amo la pittura della scuola di Barbizon. Ma anche la pittura russa del diciannovesimo secolo, come Repin ad esempio, che dipinge magnificamente. Il mio modo disegnare è molto realista ma per l'animazione è necessario semplificare. Un giorno ho iniziato a togliere i contorni dai miei disegni lasciando solo strisce di colore. Le reazioni delle persone che li vedevano mi hanno confermato che era la strada giusta.

(Rémi Chayé)

L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

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