LA MIA VITA DA ZUCCHINA
(Francia-Svizzera/2016) di Claude Barras (70')
Regia e graphic design: Claude Barras. Soggetto: da Autobiografia di una zucchina di Gilles Paris. Sceneggiatura: Céline Sciamma, in collaborazione con Germano Zullo, Claude Barras, Morgan Navarro. Fotografia: David Toutevoix. Montaggio: Valentin Rotelli. Scenografia: Ludovic Chemarin. Musica: Sophie Hunger. Produzione: Rita Productions, Blue Spirit Productions, Gebeka Films, KNM. Durata: 70'
Serata promossa da Mielizia
Con il libro di Gilles Paris, un racconto di formazione tenero e poetico, è stato amore a prima vista. La vicenda e il modo in cui è raccontata mi hanno riportato alla mia infanzia e ricordato le mie prime emozioni da spettatore, grazie a film come I 400 colpi o Bambi e a serie animate come Remi, Belle e Sébastien o Heidi. Con La mia vita da Zucchina ho voluto condividere con il pubblico di oggi quelle emozioni, meravigliose e formative, ma soprattutto rendere omaggio a quei bambini, trascurati e maltrattati, che fanno del loro meglio per andare avanti e convivere con le loro ferite. Zucchina, il nostro eroe, ha attraversato molte difficoltà e, dopo aver perso la madre, crede di essere solo al mondo. Ma non ha tenuto conto delle persone che incontrerà nella casa famiglia e di quello che gli riserva il futuro: un gruppo di amici su cui fare affidamento, la possibilità di innamorarsi e magari un giorno essere felice.
Un grande disegnatore come Hergé, il creatore di Tintin, sosteneva che più la grafica di un viso è semplice, più il pubblico può proiettarvi le proprie emozioni e identificarsi con il personaggio. Sono pienamente d'accordo con lui ed è quanto io stesso provo a mettere in pratica con l'animazione a passo uno dei pupazzi. Combinando delle voci realistiche e naturali con dei personaggi dall'estetica altamente stilizzata, ho anche tentato di conservare nel film lo stile di scrittura di Gilles Paris. Ma la chiave per entrare in questo universo restano gli occhi dei personaggi. I loro occhi enormi, spalancati sul mondo, danno un contributo essenziale all'empatia e alle emozioni.
(Claude Barras)
Con un'essenzialità tanto efficace quanto coinvolgente, La mia vita da Zucchina ha bisogno solo di pochi minuti per trasportare lo spettatore in quel misto di malinconia e delicata comicità che è la chiave per entrare in questo capolavoro di animazione e di poesia dedicato all'infanzia e ai suoi temi più dolorosi. All'origine c'è il libro omonimo di Gilles Paris (già diventato film con attori in carne e ossa nel 2007: C'est mieux la vie quand on est grand, di Luc Béraud). Nel 2008 lo svizzero Claude Barras, disegnatore di fumetti poi passato all'animazione, ottiene nuovamente i diritti per una versione animata ma è solo grazie all'incontro con Céline Sciamma che il progetto si concretizza davvero. Alla regista francese, che aveva già dimostrato la sua sensibilità verso l'infanzia con Tomboy, Barras affida la sceneggiatura: è lei a scegliere l'economia di mezzi e di parole che danno al film quel suo procedere con attenzione e delicatezza insieme, in un mondo non certo accomodante o edulcorato (i bambini che Zucchina troverà nella casa-famiglia hanno ognuno alle spalle storie tragiche e drammatiche). Il resto lo fa il fascino dell'animazione a passo uno con i personaggi di plastilina che devono essere mossi a ogni fotogramma. Il risultato è un film emozionante e bellissimo, dove anche i temi più duri vengono trattati con sensibilità e pudore, ma soprattutto mai con ipocrisia o superficialità.
(Paolo Mereghetti)
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