IO E IL CICLONE

(Steamboat Bill Jr., USA/1928) di Charles Reisner (70')

Sceneggiatura: Carl Harbaugh. Fotografia: Dev Jennings, Bert Haines. Interpreti: Buster Keaton (Steamboat Bill, Jr.), Ernest Torrence (Steamboat Bill), Tom Lewis (Tom Carter), Tom McGuire (John James King), Marion Byron (Mary King). Produzione: Joseph M. Schenck per United Artists. DCP. Durata: 70'
Didascalie inglesi e sottotitoli italiani
Copia proveniente da Cohen Film Collection
Restaurato da Cohen Film Collection presso il laboratorio Modern Video Film

Introducono Cecilia Cenciarelli e Tim Lanza

Musiche eseguite dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, composte e dirette da Timothy Brock


Il film, nel suo complesso, appartiene ancora in pieno al grande ciclo dei capolavori di Keaton, e non è inferiore a nessun altro: anzi, è dei migliori. Basterebbe, alla bellezza e alla gloria di questo film, la ricostruzione ambientale, dove l'umile America provinciale, ritardataria, ottocentesca, è sentita così poeticamente: il vecchio vaporetto in opposizione al nuovo; il villaggio sul fiume; la bottega del barbiere e quella del merciaio; il posto di polizia. E la definizione dei personaggi principali, così perfettamente individuati. Un grande ciclone risolve e chiude il film. Non possiamo non ricordare che Keaton nacque nel 1895 in un villaggio che si chiamava Pickway, o Piqua, nel Kansas.
"In perfetto stile keatoniano - scrive Emilio Cecchi - Pickway, il paesello natio, non appena i Keaton furono partiti, era stato soffiato via da un ciclone, e cancellato per sempre dalla carta geografica e dalla faccia del mondo". Per questo Keaton diceva sempre, con aria comicamente sconsolata, che non era nato in nessun posto. L'idea originale del soggetto di Keaton ruotava attorno a un'inondazione. "Eravamo pronti a girare quando Harry Brand [supervisore di produzione] disse che l'idea non gli piaceva e andò dritto da Joe Schenck. Nel 1927 il Mississippi aveva rotto gli argini e i cinegiornali trasmettevano immagini di quel disastro in tutto il mondo. Dissi che al massimo potevo cambiare con un ciclone e avrei dovuto comunque ricostruire il set. Lui fu d'accordo, disse che era molto meglio. Era contento così e non ci fu nulla da fare. Provai a dirgli che era strano, che non c'era niente di più serio della guerra, eppure Chaplin nel 1918 aveva fatto un film chiamato Shoulder Arms. Forse non sapeva che negli Stati Uniti i cicloni e gli uragani fanno un numero di vittime quattro volte superiori alle alluvioni".
(Mario Soldati)
"Acque torbide", recita il primo cartello di Steamboat Bill, Jr. La macchina da presa scorre lateralmente da destra a sinistra - dalle acque del fiume American alle rive del Sacramento - attraversando la vegetazione del Discovery Park. Le versioni note al pubblico di questo capolavoro differiscono leggermente già a partire da questa prima inquadratura, a conferma di quanto l'opera di Keaton sia ancora oggi, nonostante tutto, inafferrabile ed enigmatica. Rintracciarne la filiazione è un compito arduo poiché oltre all'asse di ripresa e alla lunghezza delle inquadrature, ci si trova spesso davanti a ciak diversi (come nel caso della 'prova dei cappelli'). Questa versione restaurata proviene da un duplicato negativo safety prodotto da Raymond Rohauer nel 1969 (presumibilmente stampato da un negativo nitrato, oggi completamente decomposto) e quindi discendente diretto del sodalizio tra Keaton e Rohauer.

(Cecilia Cenciarelli)


La scena che tutti hanno in mente quando pensano a Keaton - come a Lloyd è associata l'immagine di lui appeso all'orologio - è quella della facciata di una casa che gli crolla addosso. Keaton aveva già usato questa idea, in scala ridotta, nei film Back Stage, 1919, e One Week, 1920 (mentre Stan Laurel l'aveva usata in Mandarin Mixup, 1924). Nell'intervista a Gillette Blue, Keaton racconta con dovizia di particolari come venne realizzata la scena di Steamboat Bill, Jr.
"Per prima cosa feci costruire l'intelaiatura della facciata e assicurai che i cardini fossero solidi. Si trattava di un edificio con un tetto alto e spiovente, così da permetterci di aprire una finestra molto in alto, vicina al colmo del tetto. Una finestra di un secondo piano può essere alta attorno ai tre metri e mezzo, la nostra era alta cinque metri e mezzo. Poi appoggiammo la struttura sul terreno per disegnare il contorno della finestra. Dovevo avere un margine, tra sopra e sotto di circa cinque centimetri. A quel punto segnammo la posizione, piantando due grossi chiodi nel punto in cui si sarebbero dovuti trovare i tacchi delle mie scarpe. [...] Sarebbe stata una scena che si poteva girare una volta sola: quel genere di cose non si riesce a ripeterle una seconda volta".
Dean Riesner ci spiegò che l'intera facciata della costruzione poggiava su una base provvista di cardini. "Il problema era che doveva comunque venir giù. Sarà pesato una mezza tonnellata, quel dannato affare. Se poi Buster si fosse trovato anche soltanto a una decina di centimetri dalla posizione giusta, quella struttura l'avrebbe piantato in terra come un piccolo picchetto da tenda. Mio padre era un uomo molto religioso. [...] Lui e l'altro seguace si misero da una parte a pregare, nell'attesa che qualcuno dicesse loro se Buster ce l'aveva fatta o no".


(Kevin Brownlow)

 

L'ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA


Violini di spalla Paolo Mancini
Violini primi Giacomo Scarponi *, Alessandro Bonetti, Federico Braga, Alessandro Di Marco, Alessandro Fattori, Tommaso Luison, Silvia Mandolini, Paolo Mora, Alessandra Talamo, Fabio Sperandio, Laura Zagato
Violini secondi Fabio Cocchi *, Franco Parisini **, Vittorio Barbieri, Giorgio Bovina, Pietro David Caramia, Anna Carlotti, Mauro Drago, Liuba Fontana, Elena Maury, Paola Tognacci
Viole Enrico Celestino *, Emanuela Bascetta **, Alessandro Savio **, Caterina Caminati, Corrado Carnevali, Loris Dal Bo, Barbara Ostini, Florinda Ravagnani, Stefano Zanolli
Violoncelli Francesco Maria Parazzoli *, Roberto Cima **, Mattia Cipolli, Vittorio Piombo, Chiara Tenan, Ilaria Sarchini
Contrabbassi Gianandrea Pignoni *, Alessandro Giachi **, Roberto Pallotti, Raniero Sampaoli
Flauti Devis Mariotti *, Anna Colacioppo (2°anche ottavino)
Oboi Gianluca Pellegrino
Clarinetti Simone Nicoletta *, Giulio Ciofini
Fagotti Andrea Mazza
Corni Katia Foschi *, Gianluca Mugnai
Trombe Ulrich Breddermann *, Alberto Brini, Marzio Montali, Gabriele Buffi
Tromboni Andrea Maccagnan *, Gianluca Corbelli
Basso tuba Alessandro Fossi
Timpani Andrea Scarpa *
Percussioni Mirko Natalizi, Valentino Marrè, Gianni Dardi
Arpa Cinzia Campagnoli *
Banjo Vladimiro Buzi

 

Legenda: * prima parte ** concertino
In corsivo: Professori d'Orchestra aggiunti

 

 

 

 

Serata sostenuta da Lamborghini

 

 

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

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