THE PATSY

(Fascino biondo, USA/1928) di King Vidor (84')

Soggetto: dall'omonima pièce di Barry Connors. Sceneggiatura: Agnes Christine Johnston Fotografia: John Seitz. Montaggio: Hugh Wynn. Scenografia: Cedric Gibbons. Interpreti: Marion Davies (Patricia Harrington), Orville Caldwell (Tony Anderson), Marie Dressler (Ma Harrington), Dell Henderson(Pa Harrington), Lawrence Gray (Billy), Jane Winton (Grace Harrington). Produzione: Metro Goldwyn Mayer Corp. 35mm. Durata: 84'
Didascalie inglesi con sottotitoli italiani
Copia proveniente da Photoplay Productions. Restaurato da Photoplay Productions a partire da un nitrato originale conservato dalla Library of Congress

 

Musiche scritte e dirette da Maud Nelissen per il gruppo The Sprockets

Daphne Balvers (Sassofono Soprano), Frido ter Beek (Sassofono Alto & Baritono), Marco Ludemann (Banjo, Mandolino e chitarra), Jasper Somsen (Contrabbasso), Rombout Stoffers (Percussioni e fisarmonica) e Maud Nelissen (Pianoforte)

Introduce Kevin Brownlow 


Orson Welles si scusò tardivamente per la crudele descrizione di ‘Susan Alexander' come zotica stonata in Quarto potere, ma si può davvero rimediare a un danno del genere? Da allora Marion Davies è rimasta uno zimbello, e la tragica ironia è che era in realtà una delle migliori attrici comiche mai uscite da Hollywood. Ma come dimenticare che era anche l'amante di William Randolph Hearst? E così il ricordo dell'attrice è offuscato dalla leggenda. Si prenda l'insistente voce secondo cui Hearst, geloso della presunta relazione tra Marion e Chaplin, avrebbe sparato a quest'ultimo durante una festa sul suo yacht colpendo per sbaglio Thomas Ince. Se Hearst avesse voluto uccidere Chaplin, lo avrebbe fatto di persona? Gli avrebbe chiesto di recitare in Show People? E quel film casalingo che mostra tutti e tre mentre se la spassano sulla spiaggia di Santa Monica, allora? Non ho altro da aggiungere. La relazione tra Hearst e Marion Davies durò trentacinque anni. Hearst le mise a disposizione uno studio. Fu il suo produttore per vent’anni. I critici intuirono presto le doti di attrice brillante di Davies, ma ci vollero secoli perché Hearst le permettesse di interpretare intere commedie e non solo brevi scene: anche quando vide l’entusiasmo con cui il pubblico accoglieva questi film – le tre regie di Vidor The Patsy, Show People e Not So Dumb segnarono il punto più alto della carriera dell’attrice – fu restio ad accettare il cambiamento. The Patsy è un magnifico esempio di come una pièce possa essere trasposta sullo schermo facendo dimenticare le sue origini teatrali. Ma l’anno prima era arrivato il sonoro. Si potrebbe pensare che i registi facessero di tutto per ridurre le didascalie, ma spesso accadde l’esatto contrario. The Patsy è un tripudio di didascalie, la maggior parte delle quali è fortunatamente molto divertente: erano opera del migliore autore di didascalie sulla piazza, Ralph Spence, che aveva anche a disposizione l’opera di Connors da cui attingere. Insomma, questo è un talkie muto, uno dei migliori. “Dopo due o tre rulli”, scrisse “Photoplay”, “il regista getta via la sceneggiatura – e forse anche il megafono – e affida il film a Marion Davies. Scelta molto intelligente, perché quando Marion sfoga la sua buffa esuberanza ne risulta quel genere di commedia che si traduce nell’affollamento delle sale cinematografiche”. A proposito, Charlie Chaplin votò The Patsy miglior film dell’anno.

(Kevin Brownlow)

 

Serata sostenuta da RINASCIMENTO

 

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2017

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Ingresso libero

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