LA CORAZZATA POTËMKIN
(Bronenosec Potëmkin, URSS/1925) di Sergej Ejzenštejn (68')
Sceneggiatura: Nina Agadžanova-Šutko, Sergej Ejzenštejn. Fotografia: Eduard Tissé. Scenografia: Vasilij Rachal′s. Musica: Edmund Meisel. Interpreti: Aleksandr Antonov (marinaio Vakulinčuk), Vladimir Barskij (comandante Golikov), Grigorij Aleksandrov (ufficiale Giljarovskij), Aleksandr Levšin, Andrej Fajt, Marusov (ufficiali), Zavitok (medico di bordo Smirnov), Michail Gomorov (marinaio nel comizio), Ivan Bobrov (marinaio recluta). Produzione: Goskino. 35mm. Durata: 68'
Didascalie russe con sottotitoli italiani
Copia proveniente da Deutsche Kinemathek
Restaurato in 35mm nel 2005 da Deutsche Kinemathek con il sostegno di Bundesarchiv-Filmarchiv, BFI - National Archive e Russian State Archive of Literature and Arts (RGALI). Per la versione restaurata la musica originale composta da Edmund Meisel per la prima tedesca del 1926 è stata restaurata da Helmut Imig con l'aiuto di Lothar Prox
Introduce Naum Kleiman, creatore del Centro Ejzenštejn di Mosca
Musica composta da Edmund Meisel diretta da Helmut Imig ed eseguita dalla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna
Nella primavera del 1925 il giovane Sergej Ejzenštejn, che aveva appena esordito alla regia con Sciopero!, si vide affidare la direzione di un film che doveva celebrare il ventesimo anniversario della Rivoluzione russa del 1905. Pur limitandosi formalmente all'episodio del 1905 - la rivolta dei marinai di una nave militare alla fonda nel Mar Nero - il film rifletteva i temi fondamentali della Rivoluzione: la crudeltà del regime autocratico e la tensione sociale verso la libertà.
La prima si tenne al teatro Bol'šoj in occasione delle celebrazioni per il giubileo. Nonostante l'accoglienza trionfale, la commissione per la cinematografia decise inizialmente di proiettare il Potëmkin solo nei circoli dei lavoratori. La leggenda narra che il poeta futurista Vladimir Majakovskij minacciò di picchiare i responsabili con il suo pesante bastone se il film non avesse avuto una distribuzione di massa. I primi giorni di proiezione nelle sale dimostrarono che 'senza eroi individuali' e 'senza una storia di intrighi' il film sapeva competere efficacemente con il maggiore successo commerciale di Hollywood di quell'anno, Robin Hood con Douglas Fairbanks.
Nella primavera del 1925 la censura tedesca tentò di impedire l'uscita in sala del Potëmkin temendo che un film sulla Rivoluzione del 1905 in Russia potesse suscitare sentimenti rivoluzionari in Germania con la sua forza emotiva. Il film dovette subire i tagli della censura, e in alcune zone della Germania fu proibita la magnifica colonna sonora appositamente composta da Edmund Meisel.
In gran parte dell'Europa, dell'Asia e dell'America meridionale i censori non si mostrarono meno miopi e timorosi, tanto che La corazzata Potëmkin fu a lungo interdetto. Solo dopo la Seconda guerra mondiale tornò a circolare: con colonna sonora nei cinema, muto nelle cineteche e ai festival. All'esposizione di Bruxelles del 1958 figurava in testa alla classifica dei dodici migliori film di tutti i tempi, e da allora è considerato un capolavoro indiscusso d'importanza mondiale.
Negli ultimi anni, grazie all'impegno profuso dagli archivi di Russia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti e al lavoro di storici del cinema, compositori e registi è stato possibile ripristinare le versioni originali del film di Ejzenštejn e della colonna sonora di Meisel. Oggi La corazzata Potëmkin ci appare non meno vivo e coinvolgente di novant'anni fa. E la tematica principale del film conserva tutta la sua attualità: accanto alla Libertà e all'Uguaglianza dell'umanità è necessaria la Fratellanza, la rinuncia alla violenza, il riconoscimento del legame che lega tutti noi sulla Terra.
(Naum Kleiman)
precede
LA ROUE (Prologo)
(La rosa sulle rotaie, Francia/1923) di Abel Gance (25')
Sog.: dal romanzo Le Rail di Pierre Hamp. Sceneggiatura: Abel Gance. Fotografia: Léonce Henry Burel, Marc Bujard, Maurice Duverger. Musica: Arthur Honegger. Interpreti: Séverin-Mars (Sisif), Gabriel de Gravone (Élie), Ivy Close (Norma), Georges Térof (Machefer), Gil Clary (Dalilmah), Maxudian (il mineralogista), Louis Monfils (Papahan), Géo Dugast (il ferroviere Jacobin). Produzione: Films Abel Gance. DCP 4K. Durata: 25'.
Didascalie francesi con sottotitoli inglesi e italiani
Copia proveniente da Fondation Jérôme Seydoux-Pathé. Restaurato in 4K da Fondation Jérôme Seydoux-Pathé in collaborazione con CNC - Centre national de la cinématographie et de l'image animée presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata a partire da diversi materiali in 35mm
Introduce Sophie Seydoux (Fondation Jérôme Seydoux-Pathé)
Musiche originali di Arthur Honegger eseguite dalla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock
Nel secondo semestre del 1919, aureolato dal successo di J'accuse, Abel Gance mette in cantiere La Roue, "une tragédie des temps modernes", che sarà il più lungo, il più costoso e l'ultimo dei progetti concepiti con la Pathé.
Il tema del prologo, l'incidente, è uno dei rari capitoli del romanzo Le Rail di Pierre Hamp (1912) mantenuti da Gance, che assegna il ruolo di protagonista alla locomotiva, attraverso l'uso di effetti visivi e di un montaggio sorprendentemente ricco e rapido, caratterizzato da un lirismo che colpirà profondamente i suoi contemporanei.
Il 16 febbraio 1923 il film esce in dieci sale di Parigi, in una versione di oltre diecimila metri (otto ore circa) suddivisa in un prologo e quattro parti. Al Gaumont Palace viene proiettata con l'accompagnamento della partitura composta da Arthur Honegger e Paul Fosse, il direttore d'orchestra in carica presso il Palace. La scelta di compositori contemporanei testimonia una considerevole audacia.
L'originalità di questo complesso restauro consiste proprio nel ruolo fondamentale della partitura musicale nella ricostruzione di quello che fu con ogni probabilità il montaggio originale della versione del 1923. In assenza di note sul montaggio, la musica contribuisce a dare importanti risposte in merito all'ordine delle scene, e aiuta a identificare quelle tagliate.
Abel Gance rimaneggiò più volte La Roue fino alla fine degli anni Venti, creando a volte montaggi che esistono in una sola copia. Ragione per cui si sono susseguite nel tempo diverse versioni, senza che nessuna di esse potesse considerarsi la versione definitiva.
(François Ede, Stéphanie Salmon)
Serata sostenuta da Ottica Garagnani
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Ingresso libero
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