GEOMEUN MEORI
(Black Hair, Corea del Sud/1964) R.: Lee Man-Hee. D.: 108'
T. int.: Black Hair. Scen.: Han Wu-Jeong. F.: Seo Jeong-Min. M.: Kim Hee-Su. Scgf.: Hong Seong-Chil. Mus.: Jeon Jeong-Keun. Int.: Moon Jeong-Suk, Lee Dae-Yeob, DokKo Seong, Lee Hae-Ryong. Prod.: Ahn Tae-Shik per Korea Films Co., Ltd. Pri. pro.: 31 luglio 1964 DCP. D.: 108'. Bn. Versione coreana / Korean version
Da: Korean Film Archive
'Black Hair' ('Capelli neri') Yeon-sil (Moon Jeong-suk), amante del boss del crimine Dong-il (Jang Dong-he), è ricattata da uno dei tirapiedi del capo, Man-ho (Chae Rang), un oppiomane con il quale ha avuto una relazione e che la minaccia di raccontare tutto. Quando Dong-il lo scopre, fa sfigurare Yeon-sil e poi la caccia, secondo le regole dell'organizzazione. Yeon-sil diventa una prostituta, ma i suoi guadagni finiscono tutti nelle mani di Man-ho finché un giorno la ragazza incontra un tassista onesto (Lee Dae-yub) che la accoglie nella propria casa. Yeon-sil va a trovare Dong-il, ma gli uomini di quest'ultimo - temendo che il sentimento per l'ex amante indebolisca il loro capo - decidono di ucciderla e la cacciano a forza in un'auto. Il tassista però li segue, libera Yeon-sil e la aiuta a pagarsi un intervento di chirurgia plastica. Dong-il, che non riesce a dimenticare Yeon-sil, viola il codice dell'organizzazione per trascorrere una notte con lei. Poi confessa la debolezza ai suoi e chiede loro di punirlo per aver violato le regole. Mentre Dong-il e i suoi uomini si battono a morte, appare il tassista, il quale chiede al boss di conse- gnargli Yeon-sil. Avvincente evocazione del mondo dei gangster, con i suoi vicoli bui e i suoi covi segreti, Black Hair può essere a ragione definito il film più 'noir' della storia del cinema coreano. La comunità di gangster, i suoi discutibili codici di condotta, l'inevitabile destino dei protagonisti, le ambientazioni cupe, gli scantinati, il quartiere a luci rosse luccicante dopo la pioggia: nessuno di questi elementi, siano essi di forma o di sostanza, riflette l'atmosfera e i colori della società coreana. Sotto questo aspetto, Black Hair è un film singolare che non assomiglia a nessun altro. Il personaggio del boss Dong-il, prigioniero di un fato edipico che lo costringe a dettarsi le regole con cui punirsi e mortificarsi, è un archetipo dei film di Lee Man-hee e una presenza ricorrente anche nei seguenti film del regista.
'Black Hair' Yeon-sil (Moon Jeong-suk) is the lover of crime boss Dong-il (Jang Dong-he). She pays off one of the boss's henchmen, Man-ho (Chae Rang), with whom she once had an affair; Man-ho is an opium addict, and he has been blackmailing Yeon-sil by threatening to disclose their past relations. When Dong-il finds out, he has one of his men severely disfigure Yeon-sil's face then casts her out, according to the rules of the organization. With nowhere to turn, Yeon-sil becomes a prostitute, but any money she earns is apt to be taken away by Man-ho. One day, she meets a wholesome taxi driver (Lee Dae-yub), who allows her to stay at his house. She goes to meet Dong-il, buthis men, fearing that their boss might be weakend by his feelings for his former lover, decide to kill her off and force her into a car. The taxi driver, who happens to be following them, rescues Yeon-sil just as she is about to be killed, and helps her to get plastic surgery on her face. Meanwhile, Dong-il is unable to forget Yeon-sil. He goes against the rules of the organization by meeting Yeon-sil again and spending the night with her. He confesses his actions to his men and orders them to punish him for violating the rules. As Dong-il and his men are fighting to the death, the taxi driver appears on the scene and demands the beleaguered boss to hand over Yeon-sil. "Perhaps the most 'noiristic' film in the history of Korean cinema". Captivatingly recreating the world of gangsters with its dark alleyways and se- cret hideouts, Black Hair may well be described as the most 'noiristic' of Korean movies. The community of gangsters, their dubious codes of conduct, the pronounced fatality of the characters' situations, the overly dim lighting and sets that center around basements, the red light district glittering after the rain none of the film's elements, whether formal or substantial, reflects the actual sights and sounds of Korean society. In this respect, Black Hair is a unique film that resembles neither its contemporaries nor its antecedents. The character of Dong-ila crime boss whose Oedipus-like fate is to confine and punish himself with self-made rules is an archetype in Lee Man-hee's films. This type of character recurs consistently in later films by the director.
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