Sabato 29 giugno 201318.15
Cinema Arlecchino

LUCKY LUCIANO

(Italia/1973) R.: Francesco Rosi. D.: 115'

Introduce Gian Luca Farinelli

T.it.: Lucky Luciano. Scen.: Francesco Rosi, Lino Jannuzzi, Tonino Guerra. F.: Pasqualino De Santi. M.: Ruggero Mastroianni. Scgf.: Andrea Crisanti. Mus.: Piero Piccioni. Su.: Fernando Pescetelli. Int.: Gian Maria Volonté (Lucky Luciano), Rod Steiger (Gene Giannini), Charles Siragusa (se stesso), Edmond O'Brien (Harry J. Anslinger), Vincent Gardenia (colonnello Charles Poletti), Silverio Blasi (capitano italiano), Charles Cioffi (Vito Genovese). Prod.:Franco Cristaldi per Vides Cinematografica, Les Films La Boëtie. Pri. pro.: 10 ottobre 1973 DCP. D.: 115'. Col . Versione inglese e italiana con sottotitoli inglesi / English and Italian version with English subtitles
Da: Fondazione Cineteca di Bologna
R
estaurato in 4K nel maggio del 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata in associazione con The Film Foundation, Cristaldi Film e Paramount Pictures, con il sostegno di The Film Foundation/ Restored in full 4K in May 2013 by Fondazione Cineteca di Bologna at L’Immagine Ritrovata laboratory in association with The Film Foundation, Cristaldi Film and Paramount Pictures, with funding provided by The Film Foundation. FrancescRosi ha attentamente supervisionato il color grading in modo da ripristinare la qualità originale del lavoro svolto dal direttore della fotografia Pasqualino De Santis / Francesco Rosi closely supervised color grading in order to restore the original quality of the work done by cinematographer Pasqualino De Santis 


Non ho voluto fare una biografia di Lucky Luciano. Con il pretesto del personaggio di Luciano ho trattato la mafia cercandosoprattutto di continuare a ragionare sul potere, come avevo iniziato a fare con Salvatore Giuliano e poi con Le mani sulla città, Uomini contro e Il caso Mattei. [...] Perché un gangster? Perché Lucky Luciano? Perché ho creduto fornisse una buona chiave per capire i rapporti tra potere legale e potere illegale, anzi l'interdipendenza tra questi due poteri. Lucky Luciano è il primo genio criminale che abbia capito l'importanza di mettere a disposizione del potere legale il potere illegale, ma senza compiere vere e proprie azioni criminali. Ha liquidato il vecchio concetto di mafia e ha iniziato a cercare alleanze con gli ebrei e gli irlandesi, due gruppi criminali importanti nell'America di quell'epoca, mentre in passato il problema di alleanze del genere non si era neppure posto. [...] Luciano rappresenta il concetto di una mafia nuova, politica. Ecco perché mi interessava: per far capire alla gente che la mafia non vuol dire sparatorie, mitra, che non è solo quello, che è un vero potere politico e economico. [...] Diciamo che vi sono più elementi romanzeschi e psicologici in Lucky Luciano rispetto ai miei film precedenti, e che potevo inventare cose legate non all'interpretazione dei fatti ma al mio rapporto con la vita privata di un uomo. Mi sono chiesto inoltre cosa vi sia nella mente di un grande criminale. Forse per questo hoindagato maggiormente la psicologia del personaggio mentre fino a quel momento avevo eliminato la psicologia per ritrovarla nel quadro della psicologia globale del film tramite il montaggio. [...] Un uomo dà sempre la possibilità di essere raccontato. E Mattei, lungi dall'essere arido, era un uomo estremamente complesso. Tutto sta nel modo in cui si interpretano uomini e fatti. Il caso di Lucky Luciano era molto diverso, perché è un tema apparentemente troppo ricco, dà troppe occasioni spettacolari, così ho dovuto, ad esempio, ridurre volontariamente al minimo gli omicidi. Anzi li ho piazzati subito all'inizio, come una specie di indice, di catalogo. Mattei era un tipo che parlava senza sosta, mentre Luciano non parla quasi mai. Il caso Mattei mi appassionava per il personaggio, mentre Lucky Luciano mi affascinava per l'insieme dei suoi rapporti. Luciano mi sembra un personaggio più denso, e il risultato finale è, mi pare, unastratificazione più compatta di argomenti rispetto a Il caso Mattei.

Francesco Rosi, intervista di Michel Ciment, in Michel Ciment, Dossier Rosi, a cura di Lorenzo Codelli, Museo Nazionale del Cinema - Il Castoro, Milano 2008

 

I did not want to make biography of Lucky Luciano. Under the pretext of the Lucianos character I looked at the Mafia trying especially to continue to reflect upon power, as I had started to do with Salvatore Giuliano and then with Le mani sulla città, Uomini contro and Il caso Mattei. […] Why a gangster? Why Lucky Luciano? Because I believed it would provide a good way of understanding the relationships between legal and illegal power and the interdependence between the two. Lucky Luciano is the first criminal genius to understand the importance of making illegal power at the service of legal power, but without doing any real criminal acts. He got rid of the old concept of the Mafia and looked for alliances with Jewish and Irish criminal groups, which were very important in America at the time. The problem of alliances of this nature had not previously existed […] Luciano represents the concept of a new, political Mafia. This is why it interested me, to make people understand that Mafia does not only mean shooting each other with machine guns and that it is a real political and economic power. […] We can say that there are more psychological elements typical to novel writing in Lucky Luciano, compared to my previous films, and that I could invent things that were linked, not to an interpretation of the facts, but to a mans private life. Moreover, I wondered what was in a great criminals mind. Perhaps this is the reason I further investigated the characters psychology; up until that moment I had ruled out psychology, only to find it again through the editing, in the overall psychology of the film. A man will always have the possibility for his story to be told. Mattei, far from being an insensitive type, was an extremely complex man. It is all in the way that men and facts are interpreted. In the case of Lucky Luciano it was very different, because it seemed like the theme was too rich, it had too many spectacular opportunities. So, for example I had to purposefully reduce the number of murders to minimum. In fact, I put them at the beginning, like the contents of a catalogue. Mattei was someone who spoke without a pause, while Luciano hardly ever speaks. In Il caso Mattei it was the character that fascinated me, whereas in Lucky Luciano it was the relationships between the characters, Luciano seemed like a more complex character to me and it seems to me that the final result has more layers, in terms of subject, than Il caso Mattei.

Francesco Rosi, interview by Michel Ciment, in Michel Ciment, Dossier Rosi, edited by Lorenzo Codelli, Museo Nazionale del Cinema - Il Castoro, Milan 2008

Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
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Accesso disabili
Tel. 051 522285