HIROSHIMA MON AMOUR

(Francia/1959) Regia: Alain Resnais. D.: 92'. V. francese

Serata promossa da Groupama Assicurazioni

Scen: Marguerite Duras. F .: Michio Takahashi, Sacha Vierny. M .: Jasmine Chasney, Henri Colpi, Anne Sarraute. Scgf .: Esaka, Antoine Mayo, Maurice Petri. Mus .: Georges Delerue, Giovanni Fusco. Int .: Emmanuelle Riva (lei), Eiji Okada (lui), Stella Dassas (la madre), Pierre Barbaud (il padre), Bernard Fresson (il fidanzato tedesco). Prod .: Anatole Dauman, Samy Halfon per Argos Films. Pri . pro .: 10 giugno 1959. DCP. D .: 92'. Bn . Versione francese con sottotitoli inglesi / French version with English subtitles. 
Da: Argos Film
Restaurato da Argos Films, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondazione Cineteca di Bologna, con il sostegno di Centre National du Cinéma et de l'Image Animée presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata / Restored by Argos Films, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondazione Cineteca di Bologna, with support from Centre National du Cinéma et de l'Image Animée at l'Immagine Ritrovata laboratory. Color grading supervisionato da / supervised by Renato Berta


A 54 anni dalla sua uscita nelle sale, Hiroshima mon amour è stato restaurato interamente in 4K attraverso un lungo ecomplesso lavoro, realizzato a partire dal negativo-camera e da un controtipo positivo di prima generazione. Particolare attenzione è stata riservata al rispetto della grana originale del film, che ha caratteristiche diverse soprattutto tra le parti giapponesi e quelle francesi ma anche nei molti e diversi stock di pellicola montati nel negativo. Il restauro ha rispettato pienamente l'estetica originale del film e il grading curato da Renato Berta è stato portato avanti grazie alla sua grande esperienza di direttore della fotografia e al costante riferimento a una copia d'epoca. Il restauro del suono è stato fatto, seguendo le indicazioni di Resnais, nel modo più trasparente possibile e nel pieno rispetto delle sonorità della copia d'epoca che anche in questo ambito ha costituito un importante riferimento.
Con Hiroshima mon amour non ci troviamo di fronte a un film classico in cui la fotografia è invariata dall'inizio alla fine. La narrazione del film è perfettamente lineare ma basata sulla discontinuità del montaggio fotografico, temporale e geografico. [...] Il lavoro che ho fatto su questo restauro ha rappresentato un viaggio inusuale e affascinante nel cuore del film. Spesso mi è sembrato di avere accesso alle dinamiche più profonde dei diversi creatori: i due direttori della fotografia, gli attori e, naturalmente, il regista. Spero di non aver tradito le loro intenzioni.

Renato Berta

 

Potete immaginare Vélasquez che ha appena concluso le sue Meninas mentre già Picasso intesse le sue mirabili variazioni? Certamente no. Ecco, accade qualcosa di simile. Con Hiroshima mon amour, Alain Resnais affranca il cinema dal XVII secolo per immergerlo senza transizioni nel cuore del XX. [...] Infrange il quadro della narrazione tradizionale e introduce la tecnica romanzesca cara a Faulkner: il passato dei personaggi o quello storico risale a sprazzi alla superficie del presente e, allo stesso tempo, lo avvelena. D'altra parte, introducendo il cinema nel cinema, Resnais eguaglia le opere letterarie più recenti di un Klossowski o di un Borges: ci offre la riflessione al secondo grado, ci invita al gioco degli specchi [...]. Un musicologo, inoltre, potrebbe ritrovare nel ritmo e nel montaggio dei piani di Hiroshima mon amour l'influenza di Stravinskij.
Infine, dal punto di vista pittorico, questo film evoca il cubismo, Picasso e Braque. Moderno, Hiroshima mon amour lo è anche per il suo soggetto. È la tragedia dell'impossibilità dell'unione e della pienezza di sé. È la vittoria della segmentazione, della dissociazione, del frammentario. È impossibile essere totalmente uno perché viviamo nell'istante e ogni istante ci condanna alla nascita ma anche alla morte di una parte di noi stessi. È forse il simbolo profondo della prima immagine del film. Si vedono solo due corpi abbracciati, entrambi indistinti mentre li ricopre una pioggia di cenere. Questa cenere si può immaginare sia la stessa della bomba atomica, ossia come quella delle vestigia della guerra che ricadono ancora sul presente e lo contaminano. Ma io preferisco vedervi il simbolo di una dialettica dell'istante: nello stesso tempo in cui questi individui "si incendiano l'uno per l'altro" (come viene detto ad un certo punto nel testo) già li ricopre la cenere di questo fuoco, la cenere dell'oblio.

Jean Douchet, Hiroshima mon amour, "Arts", n. 727, 17-23 giugno 1959

 

54 years after its first release, Hiroshima mon amour has been completely restored in 4K resolution from the original camera negative and from a first-generation fine grain master, which was a long and complex process. We took particular care in keeping the film's texture, the characteristics of which vary depending on whether the scenes were shot in Japan or in France, or what kind of film stock was edited in the original negative. The aim of the restoration was to rigorously respect the film's original aesthetic qualities. Colour grading was supervised by Renato Berta, and was possible due to his experience as cinematographer and by constantly referring to a release print. The sound restoration followed Alain Resnais' intentions, respecting the original densities as they were displayed in the release print. This also proved to be essential in this sphere of the restoration process.
Hiroshima mon amour isn't like any standard film with the same photographic approach from beginning to end. The film's narrative is perfectly linear but based on a non-continuity montage of temporal and geographical photography. [...] The work I've done on this restoration has been an unusual and fascinating journey into the heart of the film. I've often felt as though I've had access to the most intimate dynamics of the different creators: the two chief cameramen, the actors, and of course, the film director. I hope I haven't betrayed their intentions.

Renato Berta

 

Can you imagine Vélasquez having just finished his Meninas and meanwhile Picasso is creating his wonderful work? Of course not. But something similar is happening. With Hiroshima mon amour, Alain Resnais liberates the cinema from the 17th Century, immersing it directly into the heart of the 20th Century. [...] It breaks the framework of traditional narrative and introduces the writing technique that Faulkner used: the characters' past or the past in general comes back in flashes to the surface of the present and, at the same time, poisons it. On the other hand, by inserting the cinema into the cinema, Resnais does the same thing that Klossowski or Borges have done in their most recent literary work: he offers a secondary reflection; he invites us into a game of mirrors [...]. A musicologist might even be able to find Stravinsky's influence in the rhythm and editing of Hiroshima mon amour. Finally, from an artist's point of view, this film is reminiscent of Cubism, Picasso and Braque.
Hiroshima mon amour is also modern in its script. It is the tragedy of the impossibility of union and self-completeness. It is the victory of the segmentation, disassociation and fragmentation. It is impossible to be totally one because we live in the moment and every instant condemns us to the birth, but also to the death, of a part of ourselves. Perhaps this is the profound symbol of the first image at the beginning of the film. Two people embracing are all that can be seen, they are difficult to make out as they are being covered by a rainfall of ash. It is possible to imagine that this ash is from the atomic bomb, or rather it is like the traces of a war that have an impact on the present and that contaminate it. However, I prefer to interpret it as the symbol of the dialectics of the moment: at the same time when these individuals "burn for one another" (as is said at a certain point in the script), they are already covered in the ashes from this fire, the ashes of oblivion.

Jean Douchet, Hiroshima mon amour,"Arts", n. 727, June 17-23, 1959

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

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