Lunedì 1 luglio 201314.30
Cinema Lumičre - Sala Officinema/Mastroianni

BABY RIAZANSKIE

(The Women of Riazan / Il villaggio del peccato, URSS/1927)  R.: Ol'ga Preobraženskaja e Ivan Pravov. D.: 82'

precede
HUNGARIAN FOLKLORE
(Ungheria/1913) D.: 4'

Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau

T. it.: Il villaggio del peccato. T. int.: The Women of Ryazan. Scen.: Ol'ga Višnevskaja, Boris Altschuler. F.: Konstantin Kuznecov. Scgf.: Dmitrij Kulupaev. Int.: Kuz'ma Jastrebickij (Vasilij Šironin), Ol'ga Nabrekova (Matveevna, sua moglie), Raisa Pužnaja (Anna), Emma Cesarskaja (Vasilisa), Georgij Bobynin (Ivan, figlio di Vasilij), Elena Maksimova (Luker'ja), Ivan Savel'ev (Nikolaj, fabbro), E. Safonova (zia Alena), Inna Fedorova, Gulja Koroleva  Prod.: Sovkino. Pri. pro.: 13 dicembre 1927. 35mm. L.: 1866 m. D.: 82' a 20 f/s. Bn. Didascalie francesi / French intertitles
Da: Cinémathèque francaise

Il villaggio del peccato, immenso successo degli anni Venti e Trenta, interpretato da tre bravissime esordienti (Cesarskaja, Maksimova e Pužnaja) è un violento melodramma sulla difficile vita della donna nelle campagne russe. Costruito in maniera lineare e recitato secondo la tradizione realistica del Malyj teatr, il film conquistò i sovietici - soprattutto il pubblico femminile - e fu amato nelle campagne e nelle città, in patria e all'estero. Gli spettatori stranieri furono attratti dall'aspetto etnografico del film, che riproduce i costumi tradizionali di Rjazan', i riti popolari e la vita quotidiana nelle campagne. Non furono poche tuttavia le difficoltà che il film incontrò sul suo cammino. Già in fase di sceneggiatura furono chieste modifiche rilevanti: bisognava valorizzare la figura della donna nuova Vasilisa a scapito della donna di vecchio stampo Anna. Fu suggerito di semplificare il linguaggio, evitando variazioni della messa a fuoco, dissolvenze e doppia esposizione: la produzione riteneva che la popolazione rurale, principale destinataria del film, non avrebbe capito l'uso di queste tecniche. Una volta realizzato, il film fu sottoposto al comitato artistico della Sovkino, che giudicò il finale controrivoluzionario: il destino della donna era tragico, non veniva evidenziato l'efficace coinvolgimento dello Stato socialista nella questione femminile e non c'era traccia di quella riabilitazione della vita rurale che era il motivo per cui il film era stato commissionato. Il villaggio del peccato non fu pero' accantonato, soprattutto perchè era costato moltissimo. Si decise di riabilitare ideologicamente i registi e di chiedere al Comitato centrale di autorizzare la distribuzione. Così il film finalmente uscì e batté tutti i record. Nel 1929 fu parzialmente sonorizzato; per le zone rurali si continuarono a stampare copie della versione muta fino al 1937, quando la distribuzione del film nelle campagne fu improvvisamente vietata. Risale a quell'anno una richiesta confidenziale presentata al Glavrepertkom (Comitato centrale per l'approvazione dei repertori cinematografici): non sarebbe stato il caso di eliminare dal film le inquadrature in cui figurava Emma Cesarskaja? Ma la risposta fu che le inquadrature non andavano toccate, dato che comunque Cesarskaja appariva anche in altre pellicole. L'attrice era caduta in disgrazia a causa dell'arresto (e della fucilazione, come si seppe poi) di suo marito Max Stanislavskij. In quegli anni difficili la Cesarskaja fu salvata dall'appoggio di Michail Šolokov, grazie al quale ottenne una parte nel film di Konstantin Judin Devuška s charakterom (1939) e potè tornare a lavorare nel cinema. Intanto il suo film più celebrato, Il villaggio del peccato, continuava a riempire le sale.

Natal'ja Nusinova

 

The Women of Ryazan, an immense success in the 1920s and 1930s, starring three exceptional newcomers (Cesarskaja, Maksimova and Pužnaja), is a violent melodrama about the troubled life of a woman in the Russian countryside. With a linear storyline and acted in the traditional realism associated with the Malyj teatr, the film won over the Soviet public - especially women - loved in both rural and urban areas, at home and abroad. Foreign audiences were attracted by the ethnographic aspects of the film, accurately depicting the traditional customs of Ryazan, the common rituals and daily life in the countryside. However the film ran into its fair share of trouble along the way. As early as during the screenplay stage of development, modifications were demanded: the character of the 'modern' woman, Vasilisa, was to be elevated, to the detriment of the representation of the 'old-school' woman, Anna. Additionally, the filmic language was simplified, avoiding variations in focus, dissolves and double exposures: the producers believed that rural audiences, the main target of the film, would not understand the use of these techniques. Once shot, the film was also subjected to a review by the artistic committee of Sovkino, that deemed the ending to be counter-revolutionary: the woman's destiny was tragic, there was not enough done to highlight the effective involvement of the Socialist State in women's issues and there was no representation of the improvement of rural life, the principle motive for the commissioning of the film in the first place. However The Women of Ryazan was not shelved, mostly because of its enormous cost. Instead it was decided to ideologically reorient the directors and ask the Central Committee to authorize its distribution. As a result the film was released, and broke all records. In 1929 some sound was added; for distribution in rural areas the film continued to be released in its silent form until 1937, when it was suddenly banned entirely in the countryside. A confidential request was submitted that year to the Glavrepertkom (the Central Committee responsible for film censorship): wouldn't it be appropriate to eliminate the shots in the film where Emma Cesarskaja appears? The response, however, was that they should not be removed, given that Cesarskaja had also appeared in other films. The actress had fallen into disgrace following the arrest (and subsequent execution by firing squad, learned of later) of her husband Max Stanislavskij. In those difficult years Cesarskaja was spared thanks to the support of Michail Šokolov, who helped her obtain a role in Konstantin Judin's film Devuška s charakterom (1939), marking her return to the screen. Meanwhile her most notable film, The Women of Ryazan, continued to fill the movie houses.

Natal'ja Nusinova

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
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