FED’KINA PRAVDA / NAKANUNE
FED'KINA PRAVDA (Fedka's Truth, URSS/1925) R.: Ol'ga Preobraženskaja. D.: 50'
Accompagnamento al piano di Maud Nelissen
[La verita' di Fedka] T. int.: Fedka's Truth. Sog.: dal racconto Fed'ka-oborvanec di Vladimir Vinničenko. Scen.: Alksandr Pereguda. F.: Aleksandr Grinberg. Scgf.: Ivan Sukiasov. Autore delle didascalie: Nikolaj Aseev. Int.: Jura Zimin (Fed'ka), Marik Maj (Tolja), Evgenija Trubeckaja (madre di Fed'ka), Elena Dejneko (madre di Tolja), Daniil Vvedenskij (capo della tipografia), Tamara Timčenko (cameriera), Nonna Timčenko, Jurij Timčenko (bambini), Leonid Pirogov, A. Karpov. Prod.: Goskino (1° Stabilimento) Pri. pro.: 23 marzo 1926 35mm. L.: 1034 m. D.: 50' a 20 f/s. Bn. Didascalie russe / Russian intertitles
Da: Gosfilmofond
La verità di Fedka è interessante sotto molti aspetti, a partire dalla scelta della fonte letteraria. Oggi il racconto Fed'kaoborvanec e' considerato un classico della letteratura ucraina, tanto da essere inserito nei programmi scolastici. Ma nel 1926 l'autore del racconto, Vladimir Vinničenko, era inviso al regime sovietico.
Socialista, rinchiuso per diversi anni nelle carceri zariste, traduttore di Kautsky e Paul Lafargue, dopo la rivoluzione del febbraio 1917 entro' a far parte del governo nazionalista ucraino, divenne Ministro degli interni e in seguito, da emigrato, critico' l'attivita' dei bolscevichi. L'opera letteraria di Vinnicˇ enko fu condannata da Maksim Gor'kij e da Lenin, che defini' uno dei suoi romanzi "pessima imitazione del pessimo Dostoevskij". Cio' nonostante, negli anni Venti le opere del nazionalista in esilio continuarono a essere pubblicate e, appunto, adattate per il grande schermo. Il film narra di due bambini: il povero Fed'ka e il ricco Tolja. Il ricco e' attratto dal povero, ma fa sempre ricadere su di lui la colpa delle comuni malefatte. Quando Fedka salva l'amico al prezzo della propria vita, l'altro, per nulla turbato, può finalmente impadronirsi del temperino del ragazzo morto. Questa storia sentimentale portatrice di un chiaro messaggio sociale si inscrive appieno nella filmografia di quei talenti prerivoluzionari che nel corso anni Venti furono relegati ai margini della produzione. La verita' di Fedka e' l'unico lavoro completamente autonomo di Ol'ga Preobraženskaja (che prima aveva collaborato con Gardin e in seguito sarebbe stata affiancata da Pravov). Ai tempi nuovi si deve il contenuto, al cinema prerivoluzionario l'interpretazione costruita su una mimica e una gestualita' accentuate e la completa indifferenza della regista, del direttore della fotografia e dello scenografo per la rappresentazione realistica. Perfino le scene girate in esterni hanno un'atmosfera (peraltro estremamente curata) da teatro di posa. Del resto, il direttore della fotografia Aleksandr Grinberg, al quale i critici dell'epoca riconobbero il merito di una "fotografia vera", era uno dei principali esponenti dell'avanguardia russa e del pittorialismo nell'arte fotografica. Il celebre poeta sovietico Nikolaj Aseev, conosciuto soprattutto come autore del vertiginoso soggetto de Le straordinarie avventure di Mr. West nel paese dei bolscevichi di Kulešov, scrisse le didascalie - assolutamente neutre e impersonali. Abbiamo l'impressione di trovarci di fronte a un'opera ordinaria, realizzata su commissione da professionisti di grande talento. Secondo la stampa d'epoca, il film fu comunque accolto bene dalla critica e dal pubblico.
Pëtr Bagrov
Fedka's Truth is interesting on many levels, beginning with its literary source. Today, the story Fed'ka-oborvanec is considered a classic of Ukrainian literature, included in most academic curricula. In 1926 however the author of the story, Vladimir Vinnicˇ enko, was unpopular with the Soviet regime. A socialist, imprisoned for a number of years in Czarist jails, translator of Kautsky and Paul Lafargue, following the revolution of February 1917 he began to play a role in the nationalist Ukrainian government, as Interior Minister. Later emigrating, he became critical of Bolshevik actions and Vinnicˇ enko's literary work was condemned by Maksim Gor'kij and by Lenin, who described one of his novels "a poor imitation of an already miserable Dostoevskij". That notwithstanding, throughout the Twenties the work of this nationalist in exile continued to be published and even adapted to the big screen.
The film tells the story of two children: the impoverished Fed'ka and the wealthy Tolja. The rich child is attracted by the poor one, but continually lets him be accused of their common misdemeanors. When Fedka saves his friend's life and sacrifices his own, Tolja, by no means upset by the loss, is finally able to possess the pocketknife of the dead boy. This sentimental story, conveying an obvious social message, has an important place in the filmography of these pre-revolutionary stars who during the Twenties were for the most part relegated to the margins of film production. Fedka's Truth is the only completely autonomous work by Ol'ga Preobraženskaja (who had previously collaborated with Gardin and subsequently Pravov). It owes its content to the new era, but it's style to pre-revolutionary cinema: the acting is rife with mimicry and heightened gestures, and the direction, cinematography and art direction show no interest whatsoever in realism. Even exterior scenes shot on location look theatrical (albeit well designed). Furthermore the director of photography Aleksandr Grinberg, whom critics of the period respected for his "true photography", was a principle exponent of the Russian avant-garde and of pictorialism in the photographic arts. The renowned Soviet poet Nikolaj Aseev, known principally for his frenetic original story for The Extraordinary Adventures of Mr. West in the Land of the Bolsheviks by Kulešov, wrote the utterly neutral and impersonal title cards. One gets the impression that this is a rather ordinary work, made on commission however by enormous professional talents. According to the press accounts of the era, the film was nevertheless received well by both critics and the public.
Pëtr Bagrov
NAKANUNE (On the Eve, Russia/1915) R.: Vladimir Gardin. D.: 8'
[Alla vigilia] T. int.: On the Eve. Sog.: dal romanzo omonimo di Ivan Turgenev. Scen.: Emmanuil Beskin. F.: Aleksandr Ryllo. Scgf.: Ivan Sukiasov. Int.: Ol'ga Preobraženskaja (Elena), Petr Kaševskij (Insarov), Vasilij Vasil'ev (Bersenev), M. Balinov (Šubin), A. Neverov (Uvar Ivanovič), Tat'jana Kraskovskaja (Zoja), Vladimir Gradov (zio di Elena), N. Lepetič (madre). S. Sergeev (Rendič). Prod.: Societa' "V. Vengerov e V. Gardin". Pri. pro.: 3 settembre 1915 35mm. L.: 170 m (frammento). D.: 8' a 18 f/s. Bn. Didascalie russe / Russian intertitles Da: Gosfilmofond
Nelle memorie di Vladimir Gardin si legge che nel 1915 la sua compagnia annunciò un progetto molto allettante per i gestori delle sale cinematografiche. Esso consisteva nell'adattamento dei grandi classici della letteratura russa, tra i quali il romanzo Alla vigilia di Turgenev. La partecipazione al film di Ol'ga Preobraženskaja, resa celebre dai ruoli in Le chiavi della felicita' e in Dvorjanskoe Gnezdo (Nido di nobili), per gli spettatori costituiva un elemento di forte richiamo insieme alla regia di Gardin. Alla vigilia, come Granatovyj braslet (tratto dal racconto di Kuprin Il braccialetto di granati), fu poi terminato da Nikolaj Malikov con la collaborazione di Ol'ga Preobraženskaja: la testimonianza di Gardin ci autorizza a supporre che Preobraženskaja non si limito' a interpretare il ruolo principale ma partecipo' alla regia, anche se il suo nome non e' accreditato in questo senso. Alla vigilia narra di una giovane russa che si innamora di un patriota bulgaro e contro il parere della famiglia decide di seguirlo. Quando lui muore a Vienna, lei sceglie di dedicarsi alla sua causa. Il frammento non molto consistente giunto fino a noi sembra un insieme di scene provenienti da parti diverse del film; ma potrebbe anche essere una serie di scene consecutive appartenenti a un film piuttosto caotico. Nel 1918 "Kino-bjulleten" osservava infatti che Alla vigilia si presentava come una "serie di scene distinte malamente collegate tra loro" e che le didascalie (andate poi perdute) "non corrispondono nè al testo del romanzo nè alle immagini". Tuttavia, a giudicare dal frammento superstite, il film e' stato girato in maniera molto interessante, soprattutto per quanto riguarda la scena ambientata nel boudoir dell'eroina, costruita sul raddoppiamento della sua immagine attraverso il riflesso nello specchio.
Natal'ja Nusinova
The memoirs of Vladimir Gardin reveal that in 1915 his company announced a project of great interest to those who ran the movie theaters: the adaptation of the great classics of Russian literature, among them On the Eve by Turgenev. With the participation of Ol'ga Preobraženskaja, already famous for her work in The Keys to Happiness and in Dvorjanskoe Gnezdo (Nest of the Gentry), and the direction of Gardin, the appeal to audiences would be enormous. On the Eve, like Granatovyj braslet (based on the story by Kuprin The Garnet Bracelet), was then finished by Nikolaj Malikov with the collaboration of Ol'ga Preobraženskaja: the statements made by Gardin allow us to conclude that Preobraženskaja did not only play the leading role but also participated in the direction, though she received no credit for that work. On the Eve tells the story of a young Russian woman who falls in love with a Bulgarian patriot and decides to follow him against the wishes of her family. When he dies in Vienna, she decides to dedicate her life to his cause. The short surviving fragment of the film seems to be made of snippets of scenes from different parts of the film; however it may just as well be a series of consecutive scenes, from what seems to be a rather chaotic film. In 1918 "Kino-bjulleten" commented that On the Eve appeared to be a "series of distinct and poorly linked scenes" and that the intertitles (subsequently lost) "neither corresponded to the text of the novel nor to the images". Nevertheless, judging from what remains, the film is visually very interesting, particularly the scene set in the heroine's boudoir, in which her image is doubled by her reflection in the mirror.
Natal'ja Nusinova
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