POSLEDNIJ ATTRAKCION
(The Last Attraction / L'ultima attrazione, URSS/1930). R.: Ol'ga Preobraženskaja e Ivan Pravov. D.: 79'
Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau
[L'ultima attrazione] T. int.: The Last Attraction. T. alt.: Agitfurgon. Sog.: da un racconto di Marietta Šaginjan. Scen.: Viktor Šklovskij. F.: Aleksej Solodkov. Scgf.: Aleksej Utkin. Int.: Naum Rogožin (Klim, direttore di un circo itinerante), Elena Maksimova (Polly, ballerina, sua moglie), Raisa Pužnaja (Maša, equilibrista), A. Sašin (Serge, equilibrista), Leonid Jurenev (Vanečka, acrobata), Ivan Bykov (Kurapov, agitatore politico) Prod.: Sovkino. Pri. pro.: 9 settembre 1929 35mm. L.: 2041 m. D.: 79' a 20 f/s. Bn. Didascalie russe / Russian intertitles Da: Gosfilmofond
Nel fondo manoscritti del Gosfilmofond sono conservate le diverse versioni del soggetto firmate da Viktor Šklovskij, le sceneggiature del film, la trascrizione delle discussioni con colleghi e dirigenti dello studio, le valutazioni espresse dai critici. Se ne ricava che per lo sviluppo del soggetto Šklovskij si ispiro' non solo al racconto di Marietta Šaginjan ma anche al romanzo di Furmanov Ĉapaev, del quale gia' nel 1927 aveva intuito la dimensione cinematografica. Nella prima stesura del soggetto intitolato Agitfurgon, Ochlopkov (in seguito ribattezzato Kurapov), poeta oltre che commissario politico, cerca di mettere ordine nella vita del circo con l'aiuto di diagrammi, regole e opuscoli risibili. Caduto però in mano ai bianchi, dà prova di eroismo e si trasforma da oggetto di irrisione a idolo dei saltimbanchi. La scena della sua liberazione con l'aiuto degli equilibristi e degli animali del circo e' descritta in maniera così emozionante e ingegnosa che il passaggio dei cosacchi bianchi dalla parte dei bolscevichi al grido di "Gente allegra, siamo con voi!" non appare assurdo ma convincente, e nello studio si parlo' del film come di un nuovo Krasnye D'javoljata (I diavoletti rossi), in grado di battere il successo del film di Ivan Perestiani. Sergej Jutkevic defini' la sceneggiatura di Šklovskij "notevole per materiale e sviluppo" e "credibile e umana malgrado l'eccentricità", proponendosi come regista ("vi prego caldamente di assicurarmi l'incarico"); il regista già scelto dalla direzione dello studio era però Abraham Room, che insisteva perchè il soggetto scritto da Šklovskij per lui personalmente fosse accettato senza cambiamenti, con la promessa di tener conto di tutti i suggerimenti possibili durante le riprese. I principali critici dell'epoca (Valentin Turkin, Chrisanf Chersonskij) appoggiarono energicamente la sceneggiatura di Šklovskij, mentre Ippolit Sokolov espresse caute preoccupazioni per la censura, dato che l'agitfurgon (il furgone agit-prop in cui veniva trasformato il carrozzone del film) ricordava troppo da vicino le istituzioni sovietiche. Le preoccupazioni non erano infondate: Pavel Bljachin, dirigente della Sovkino (autore, tra l'altro, del racconto I diavoletti rossi e coautore della sceneggiatura del film di Perestiani), chiese interventi drastici sulla sceneggiatura e pretese che a Šklovskij fosse affiancato "uno sceneggiatore capace di costruire un intreccio". L'intreccio proposto dal compagno Bljachin corrisponde alla versione della sceneggiatura di Preobraženskaja e Pravov, anch'essa conservata negli archivi del Gosfilmofond.
Ai due fu infine affidata la direzione del film (non furono invece accreditati come sceneggiatori). L'ultima attrazione riscosse un certo successo e rimase a lungo in programmazione. Secondo la critica, il film univa "l'idillio di Pierrot e Colombina" della parte iniziale al "lubok d'avventura" [il lubok era la stampa popolare russa] della seconda parte. Tutti apprezzarono le interpretazioni degli attori, dai piu' maturi Rogožin e Jurenev ai giovani Bykov, Sašin e Maksimova. Fu particolarmente lodata Raisa Pužnaja. Tuttavia, la travagliata storia della realizzazione di L'ultima attrazione ci fa capire che il film, che pure e' un buon film, avrebbe potuto essere un capolavoro.
Natal'ja Nusinova
In the Gosfilmofond archives several versions of the original film story by Viktor Šklovskij, are preserved, as well as transcriptions of discussions with his colleagues and film studio heads, and opinions expressed by some critics. It becomes clear that Šklovskij developed the treatment, inspired not only by the story by Marietta Šaginjan but also by the novel by Furmanov, Ĉapaev, which by 1927 he had already recognized for its cinematic qualities. In the first draft of the film story titled Agitfurgon, Ochlopkov (later renamed Kurapov), both a poet and a political commissioner, tries to bring some order to the world of the circus with the help of diagrams, rules and absurd pamphlets. Fallen, however, into the hands of the White Russians, he shows heroic qualities and transforms from an object of derision into an idol for the performers.
The scene of his escape with the help of tightrope walkers and circus animals is written so emotionally and ingeniously, that when the White Cossacks swing to the side of the Bolsheviks shouting "Happy people, we are with you!" it comes off not as ridiculous, but convincing, and in the studio there was talk of it being a new Krasnye D'javoljata (Little Red Devils), capable of beating box office records set by Perestiani. Sergej Jutkevicˇ described the screenplay by Šklovskij "notable for its material and development" and "credible and human despite its eccentricity," offering to direct the film ("I ask you passionately for this opportunity"); the director already chosen by the studio however was Abraham Room, who insisted that the script, written for him personally by Šklovskij, would be accepted with no alterations whatsoever, promising to consider all reasonable suggestions during the shooting. The top critics of the era (Valentin Turkin, Chrisanf Chersonskij) vigorously supported Šklovskij's script, but Ippolit Sokolov expressed some cautious concerns about potential censorship, given that the agitfurgon (the agit-prop van which was transformed into a bandwagon in the film) would hit a little too close to home for the Soviet institutions.
The concerns weren't unfounded: Pavel Bljachin, an official at Sovkino (author, among other things, of the story Krasnye d'javoljata and co-writer of the screenplay of the film by Perestiani), requested drastic interventions on the script and insisted on Šklovskij being supported by "a scriptwriter capable of creating some plot". The plot proposed by Comrade Bljachin corresponds to the version of the screenplay by Preobraženskaja and Pravov, also to be found preserved in the Gosfilmofond archives.
Ultimately these two were entrusted to the direction of the film (though not credited for the script). The Last Attraction achieved some success and remained in the theaters for a long run. According to the critics, the film united "the idyll of Pierrot and Columbine" in the first part with the "lubok of adventure" [the lubok was the popular press in Russia] in the second half. Everyone acknowledged the fine work of the actors, from the elder Rogožin and Jurenev to the younger Bykov, Sašin and Maksimova. Raisa Pužnaja was also particularly praised. Nevertheless, the ordeal surrounding the development and making of The Last Attraction seems to show that, while being a perfectly good film, it might have been a masterpiece.
Natal'ja Nusinova
Tariffe:
Numero posti: 174
Aria Condizionata
Accesso e servizi per disabili
Il nostro cinema aderisce al circuito CinemAmico: è possibile utilizzare l’applicazione MovieReading® per i film di cui è prevista audiodescrizione e/o sottotitolazione sull'applicazione.
Tel. 051 2195311