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Dvd in prestito per Amici e Sostenitori della Cineteca

La Cineteca offre ai suoi Amici e Sostenitori il prestito gratuito di 4 DVD per un mese; i bibliotecari suggeriscono periodicamente alcuni poker, piccoli pacchetti di film legati tematicamente. I film possono essere ritirati su appuntamento in biblioteca.
Per informazioni e prenotazioni scrivere a cinetecabiblioteca@cineteca.bologna.it
Il catalogo degli audiovisivi è disponibile on line a questo link.


Poker n. 17 - Ubriaco di rumore: il cinema di Paul Thomas Anderson


Tra pochi giorni sarà nelle sale il suo ultimo film, Licorice Pizza, perciò vi invitiamo a vedere o rivedere un ‘poker’ di film del cineasta americano Paul Thomas Anderson. Corali o concentrati su un unico personaggio che si prende tutta la scena, i lavori di P.T. Anderson sono caratterizzati, oltre che da gran cura formale nella composizione delle immagini, da un uso attento degli effetti sonori che non sono mai rumori di fondo ma assurgono essi stessi a protagonisti. Esempi ce ne sono infiniti... la pioggia battente di rane che cadono dal cielo (Magnolia), il suono del martello e della trivella che, ossessivamente, perforano il suolo (Il petroliere), le vetrate sotto le luci al neon che si sbriciolano con fragore (Vizio di forma), il coltello che imburra vigorosamente i toast di Alma (Il filo nascosto). I rumori, amplificandosi, riescono a convivere con l’orchestrazione di Jonny Greenwood, ormai suo abituale collaboratore. 
        
Magnolia (1999)
Il petroliere (There Will Be Blood, 2007)
Vizio di forma (Inherent Vice, 2014)
Il filo nascosto (Phantom Thread, 2017)

Poker n. 16 - Lo chiamavano "cinema di genere"

Forse anche grazie ai risultati di serie tv come Gomorra e Romanzo criminale negli ultimi anni in Italia si è assistito a un interessante ritorno del cinema di genere, che ha contribuito all'ampliamento dell'offerta nelle sale. In occasione dell'uscita di Diabolik (e con Freaks Out ancora nelle sale), ecco dunque una selezione, che, pur non potendo rendere pienamente conto dell'offerta, dà sicuramente un'idea della sua varietà.
   
Il racconto dei racconti - Tale of Tales (Matteo Garrone, 2015)
Lo chiamavano Jeeg Robot (Gabriele Mainetti, 2015)
Veloce come il vento (Matteo Rovere, 2016)
Ammore e malavita (Manetti Bros., 2017)


Poker n. 15 - Pedro Almodovar: dagli esordi agli anni Duemila

Mentre è nelle sale il suo ultimo film, Madres paralelas, ecco un piccolo focus sulle opere precedenti del cineasta della Mancia. Se gli esordi degli anni Ottanta sono caratterizzati da una scrittura "anarchica" e da personaggi marginali, stravaganti, sopra le righe, con il passare del tempo la sua cifra stilistica diventa più lineare, classica, compatta e il melodramma alla Sirk irrompe sullo schermo, senza però mai che venga meno la feroce critica alla società spagnola, alla religione, e la centralità delle figure femminili.
   
Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (Pepi, Luci, Bom y otras chicas del monton, 1980)
Cosa ho fatto io per meritare questo? (Qué he hecho yo para merecer esto?, 1984)
Julieta, 2016
Dolor y gloria, 2019


Poker n. 14 - Oltre le Dune: il cinema di Denis Villeneuve


Mentre Dune è ancora in programmazione nelle sale del cinema Lumière, consigliamo agli appassionati di approfondire l'opera del regista canadese Denis Villeneuve, capace di spaziare da un genere all'altro con disinvoltura e risultati sempre notevoli. Dune è il terzo film di fantascienza consecutivo realizzato dal cineasta, dopo Arrival e Blade Runner 2049, mentre in passato aveva lavorato su differenti atmosfere. Dai thriller Prisoners ed Enemy (quest'ultimo tratto da "L'uomo duplicato" di José Saramago), al film d'azione Sicario, con Josh Brolin e Benicio del Toro in stato di grazia, impegnati nella lotta al narcotraffico tra Stati Uniti e Messico. Considerata la qualità del suo cinema, si tratta di un regista che continuerà a farà parlare di sé anche negli anni a venire.

Prisoners (2013)
Enemy (2013)
Sicario (2015)
Arrival (2016)


Poker n. 13 - Il cinema nel cinema


In occasione del ritorno nelle sale di Effetto notte (François Truffaut, 1973), ambientato sul set di un film immaginario, ecco alcune proposte di “cinema nel cinema”, dove i cineasti raccontano “il dietro le quinte” della finzione cinematografica, rendendo lo spazio del set e la troupe i protagonisti del film stesso e la storia coincide con gli eventi, le avventure e le disavventure che li coinvolgono. La palla n. 13: Un proiezionista che in sogno entra nei film, attraversando lo schermo e diventando protagonista di innumerevoli e fantastiche situazioni. Il cameraman: La storia di un cineamatore che non riesce mai a indovinare la ripresa giusta. Il disprezzo: Le dinamiche di potere fra un produttore (Jack Palance) e uno sceneggiatore (Michel Piccoli) e di sua moglie (Brigitte Bardot) sul set di un film tratto dall’Odissea, diretto da Fritz Lang. 8 ½: Il passato e il presente, i sogni e la realtà si confondono di continuo nella crisi creativa e personale di un regista (Marcello Mastroianni) che dovrebbe iniziare le riprese di un nuovo film.
     
La palla n. 13 (Sherlock Jr., Buster Keaton ed Edward F. Cline, 1924)
Il cameraman (The Cameraman, di Buster Keaton ed Edward Sedgwick, 1928)
Il disprezzo (Le Mépris, Jean-Luc Godard, 1963)
8 ½ (Federico Fellini, 1963)                  


Poker n. 12 - Il sogno che non c'è


Sull'onda del successo del suo ultimo film, The Card Counter, in italiano Il collezionista di carte, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, vi invitiamo a esplorare la filmografia di Paul Schrader, conosciuto soprattutto come sceneggiatore, in primis per Scorsese, ma anche notevole e apprezzato regista. La sua dichiarazione, "il sogno americano non esiste", racchiude in qualche modo una poetica e una visione del mondo cupa e dolente, dove trovano posto solitudine, senso del peccato, colpa ma anche riscatto e perdono, ottenuti solo attraverso un lungo percorso di espiazione.

Tra i suoi film segnaliamo:
Hardcore (1978), viaggio a luci rosse nell'universo della pornografia
Lo spacciatore (Light Sleeper, 1992), itinerario notturno sulle tossicodipendenze
Affliction (1997): ritratto di famiglia in un inferno di soprusi
The Canyons (2013), puzzle di tradimenti e vendette
                                  

Poker n. 11 - Sol levante

Una selezione di quattro splendidi film asiatici, dal toccante ritratto di una famiglia che vive ai margini della società giapponese in Un affare di famiglia, alla storia estrema di vendetta di Oldboy, pellicola che Tarantino ha commentato con le parole “il film che avrei voluto fare”.
Passando poi per le atmosfere dilatate e malinconiche di un film poetico come Millennium mambo, storia d'amore e di rinascita, fino al capolavoro di Takeshi Kitano, Hana Bi.

Un affare di famiglia (Manbiki kazoku, Hirokazu Koreeda, 2018)
Oldboy (Oldeuboi, Chan-wook Park, 2003)
Millennium mambo (Qianxi mànbo, Hsiao-Hsien Hou, 2001)
Hana-bi (Hana-bi - Fiori di fuoco, Takeshi Kitano, 1997)


Poker n. 10 - Fassbinder: genio e sregolatezza

Esponente di spicco del Nuovo Cinema Tedesco, tra gli anni  Settanta e Ottanta, Rainer Werner Fassbinder, ha attraversato tutti i mestieri dentro e fuori dal set (sceneggiatore, produttore, attore, montatore, drammaturgo). Prolifico - sfornava un film dietro l’altro - irregolare nella vita privata, omosessuale dichiarato, cocainomane. Critica sociale, analisi dei rapporti di forza tra gli individui e melodramma, attraversano tutto il suo cinema. “Dopo aver visto i film di Douglas Sirk mi convinco sempre di più che l’amore è lo strumento migliore, più insidioso ed efficace di oppressione sociale”.

Le lacrime amare di Petra von Kant (Die bitteren Tränen der Petra von Kant, 1972)
La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf, 1973)
Il diritto del più forte (Faustrecht der Freiheit, 1975)
Un anno con 13 lune (In einem Jahr mit 13 Monden, 1978)


Poker n. 9 - Alfred Hitchcock e l’universo femminile al confine tra il bene e il male

Nel mondo hitchcockiano “il diaframma che divide normalità e follia o anormalità è sottilissimo e non è possibile separare i buoni dai cattivi, gli innocenti dai colpevoli, in quanto gli uni sono le maschere e il doppio degli altri”. In Notorius! (1946), Ingrid Bergman interpreta una spia e l’ambiguità del suo ruolo fa si che che pur perseguendo alti ideali, il glaciale agente segreto T. R. Devlin (Cary Grant) la etichetti come traditrice e opportunista. Ne Il caso Paradine (1947), il ruolo femminile si capovolge. Il conflitto psicologico si gioca tra l’accusata di omicidio, la signora Paradine (Alida Valli al suo debutto come protagonista nel cinema americano) e il suo avvocato (Gregory Peck) che soggiogato dal desiderio per la sua cliente, non può concepire la sua colpevolezza. La sottile linea di demarcazione tra bene e male si colora di humor macabro in La congiura degli innocenti (1955). Nell’universo hitchcockiano, fa il suo debutto Shirley Maclaine, nel ruolo della moglie dell’assassinato. L’aria innocente del suo aspetto non la rende meno ipocrita di tutti gli altri. E infine Marnie (1964), in cui la protagonista (Tippi Hedren), apparentemente meschina e opportunista, si rivela essere schiacciata dal peso di un orrendo segreto rimosso.

Notorious! L'amante perduta (Notorious!, 1946)
Il caso Paradine (The Paradine Case, 1947)
La congiura degli innocenti (The Trouble with Harry, 1955)
Marnie (1964)


Poker n. 8 - Fotografi

Abituale osservatore del mondo attraverso il suo apparecchio, il fotografo finisce talvolta lui stesso come personaggio davanti alla macchina da presa.
Il coinvolgente incontro di Robert Kincald, fotografo del National Geographic con Francesca in occasione di un viaggio di lavoro in Iowa, contraddistingue I ponti di Madison County.  In Blow-Up, Thomas, fotografo londinese, scopre di avere colto inconsapevolmente con la sua fotocamera le immagini di un omicidio, mentre in Le petit soldat, la professione fa da copertura all'attività terroristica del protagonista. Per i controversi riferimenti alla guerra di Algeria il film di Godard ebbe problemi con la censura. Ambientato in Nicaragua ai tempi della dittatura di Somoza è invece Sotto tiro, dove Nick Nolte interpreta un fotoreporter che dovrà schierarsi suo malgrado.

I ponti di Madison County (The Bridges of Madison County, Clint Eastwood, 1995)
Blow-Up (Michelangelo Antonioni, 1966)
Le petit soldat (Jean-Luc Godard, 1963)
Sotto tiro (Under Fire, Roger Spottiswoode, 1983)


Poker n. 7 - Il sogno di una sala: Silvano agosti e l'Azzurro Scipioni

Tra le vittime del covid, ormai è noto, ci sono anche molte sale cinematografiche. Il 18 marzo 2021 a Roma si è tenuto l'ultimo commiato per il cinema Azzurro Scipioni, fondato nel 1983 e portato avanti con tenacia dal regista indipendente Silvano Agosti. La sala ha visto proiettati classici del cinema e film di nicchia, nonché performance, letture e concerti (Morricone compreso). Omaggiamo questa preziosa esperienza augurandoci che il sogno del regista di vedere rinascere altrove la sala trovi esito positivo. Ecco dunque una piccola selezione delle intransigenti opere di Agosti, al quale aggiungiamo una perla del cinema italiano: Il pianeta Azzurro; Franco Piavoli girò questo piccolo grande film grazie al prestito di una cinepresa da parte dell'amico Agosti. L' "Azzurro" della sala nasce proprio da quel film, una sorta di sinfonia visiva della ruralità che vede l'acqua come trait d'union narrativo.

Matti da Slegare (Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, 1975)
Il pianeta azzurro (Franco Piavoli, 1983)
D'amore si vive (Silvano Agosti, 1984)
Quartiere (Silvano Agosti, 1987)


Poker n. 6 - Il fascino discreto dell'ipocrisia: Claude Chabrol

Uno dei fondatori della nouvelle vague, prima critico cinematografico, poi dietro alla macchina da presa, Claude Chabrol ha saputo descrivere con lucidità il perbenismo, il conformismo e soprattutto l'ambiguità della provincia francese, raccontandone vizi privati e pubbliche virtù. Il risultato: un genere thriller inconfondibile, atto d'accusa affilato e, a tratti, sornione. Isabelle Huppert e Stephane Audran, muse ispiratrici e attrici feticcio. Di seguito, quattro titoli della sua sterminata filmografia che si snoda dalla fine degli anni Cinquanta a metà degli anni Novanta.

Grazie per la cioccolata (Merci pour le chocolat, 2000)
Il tagliagole (Le Boucher, 1970)
Il colore della menzogna (Au cœur du mensonge, 1999)
Il buio della mente (La cérémonie, 1995)


Poker n. 5 - Varianti inebrianti

Da sempre gli alcolici costituiscono un efficace motore narrativo per il cinema; proponiamo qui una selezione che valorizzi l'eterogeneità del valore assunto da queste bevande. Se in Sideways il vino serve a cementare un'amicizia e insieme a farsi metafora caratteriale dei personaggi, nel divertente e catartico La parte degli angeli la degustazione di whisky diventa uno strumento di riscatto sociale. Nel picaresco Il segreto di Santa Vittoria, con Anna Magnani ed Anthony Quinn, un millione di bottiglie di vino sono la posta da proteggere contro l'invasore nazista, diventando quasi l'emblema dell'italianità stessa. A fare da contraltare a tutto ciò, la cieca spirale dei celebri Giorni perduti di Wilder, un crudo affresco della dipendenza dai superalcolici.

Sideways (Alexander Payne, 2004)
La parte degli angeli (The Angels' Share, Ken Loach, 2012)
Il segreto di Santa Vittoria (The Secret of Santa Vittoria, Stanley Kramer, 1969)
Giorni perduti (The Lost Weekend, Billy Wilder, 1945)          


Poker n. 4 - Cinema e cultura ebraica

In occasione dell'approssimarsi del Giorno della Memoria, il poker di quattro film proposti ruota intorno all'essenza della cultura ebraica. Forse il più conosciuto cineasta israeliano, Amos Gitai, con Kippur ci trasporta nel cuore del conflitto con Siria ed Egitto del 1973 visto da una prospettiva personale ed intimista. Ed è questa la cifra che attraversa anche La sposa promessa di Rama Burshtein, analisi del conflitto tra la rigidità dell'ortodossia e le aspirazioni personali più profonde. Eytan Fox in Camminando sull'acqua arriva perfino a sfidare il tabù dell'omosessualità mentre Ari Folman ricostruisce in una folgorante animazione dal taglio documentaristico la guerra in Libano, rivissuta attraverso i meandri della memoria.

Valzer con Bashir (Vals Im Bashir, Ari Folman, 2008)
Kippur (Amos Gitai, 2000)
La sposa promessa (Lemale et ha'halal, Rama Burshtein, 2012)
Camminando sull'acqua (Walk on Water, Eytan Fox, 2004)


Poker n. 3 - Méliès, je t'aime! - 2° parte

Le ballon rouge (Albert Lamorisse, 1956)
Delicatessen (Jean Pierre-Jeunet, Marc Caro, 1991)
Appuntamento a Belleville (Les Triplettes de Belleville, Sylvain Chomet, 2003)
Le spiagge di Agnès (Les plages d'Agnès, Agnès Varda, 2008)


Poker n. 2 - Méliès, je t'aime!

Nella storia del cinema francese c'è una corrente eterogenea di registi accomunati dalla passione per la trovata dal sapore artigianale, capace talvolta di integrarsi e mimetizzarsi nella narrazione, altre volte quasi di sospenderla anarchicamente, altre volte ancora di fagocitarla completamente, diventando il cuore stesso del film. L'eredità delle fantasmagorie di Méliès è insomma più viva che mai, e nel tempo si è spesso caricata di una valenza affettuosa, se non nostalgica, per quel mondo di piccoli artifici: quasi un tributo al pioniere del cinema, e all'incanto del cinema stesso.

Zero in condotta (Zéro de conduite, Jean Vigo, 1933)
Mio zio (Mon oncle, Jacques Tati, 1958)
Zazie nel metrò (Zazie dans le métro, Louis Malle, 1960)
L'arte del sogno (La science des rêves, Michel Gondry, 2005)      


Poker n. 1 - Un Natale diverso

"Quel che è certo è che sarà un Natale diverso" si dice in ogni dove. Quindi abbiamo pensato a quattro film che hanno nel titolo la parola “Natale” ma che sono ben lontani dalla tradizionale atmosfera delle festività. Dalla Francia, Ci sarà la neve a Natale?, fiaba crudele dal tono acre e secco, firmata Sandrine Veysset e Racconto di Natale di Arnaud Desplechin, lacerante dramma familiare che ruota intorno a malattia e rancori mai sopiti. Abel Ferrara mette, invece, in scena ne Il Nostro Natale un paterfamilias spacciatore alla ricerca affannosa di una bambola per la figlioletta lungo le strade del crimine di New York. Infine non può mancare in questo breve excursus il Regalo di Natale per eccellenza, quello di Pupi Avati, racconto di una feroce sfida a poker dove la posta in gioco non è solo il denaro.