1
Enciclopedia Europea Garzanti, vol. 7, Milano, Garzanti, 1978, pag. 164.
2
Il Cinema nei manifesti di Silvano Campeggi Nano 1945-1969, catalogo della mostra tenuta a Firenze, Museo Mediceo, Palazzo Medici Riccardi 18 marzo - 16 aprile 1988, Firenze, Giunti Opus Libri, 1988, pag. 9.
3
Il Cinema nei manifesti di Silvano Campeggi Nano 1945-1969, catalogo della mostra tenuta a Firenze, Museo Mediceo, Palazzo Medici Riccardi 18 marzo - 16 aprile 1988, Firenze, Giunti Opus Libri, 1988, pag. 24.
4
Dario Reteuna, Cinema di Carta. Storia fotografica del cinema italiano, Alessandria, Falsopiano, 2000, pag. 198.
5
“Silvano “Nano” Campeggi: le emozioni di carta”. Intervista di Andrea Majoli, in Eroi di mille leggende, Graphis, 1993, p. 30.
6
Le misure standard delle locandine e affichette che s’impongono soprattutto a partire dal secondo dopoguerra sono: in Italia 33x70 cm, in Francia 60x80 cm che diventerà 40x30 cm e formati derivati dal 60x80, in Belgio 36x56 cm o 30x40 cm sempre in sviluppo orizzontale.
7
Gian Piero Brunetta, Il colore dei sogni. Iconografia e memoria del manifesto cinematografico italiano, Torino, Testo & immagine, 2002, pag. 92.
8
Dario Reteuna, Cinema di Carta. Storia fotografica del cinema italiano, Alessandria, Falsopiano, 2000, pag. 67-68.
9
La raccolta di fotobuste posseduta dalla Cineteca di Bologna è disomogenea e spesso sono presenti solo singoli soggetti o gruppi di soggetti non completi, assieme a gruppi di serie complete anche di busta. La sperimentazione catalografica è stata quindi fatta a partire da questo corpus di documenti. In alcuni casi è stato possibile un confronto con le guide pubblicitarie, dalle quali si ricavano informazioni circa la consistenza della serie, sugli artisti e grafici, sulle tecniche di stampa e sulle dimensioni.
10
In questo contesto, abbiamo considerato come repertori accreditati quelli prodotti da istituzioni o associazioni nazionali (ANICA, BiFi, ecc.), pubbliche o private, a cui si aggiungono quelli, anche commerciali, la cui consultazione è comunque di uso consueto da parte di istituti di cultura cinematografica (la Cineteca di Bologna, ad esempio, fa ricorso all'Internet Movie Database e a dizionari come il Morandini e il Farinotti). In bibliografia sono elencati i repertori utilizzati.
11
International federation of library associations and institutions, ISBD (M): International standard bibliographic description for monographic publications, Roma, Associazione italiana biblioteche, 1991.
12
International federation of library associations and institutions, ISBD(NBM): International standard bibliographic description for non-book materials, Roma, Associazione italiana biblioteche, 1989.
13
Nell’area 1, come previsto dagli ISBD (NBM), 1.5.2.8, il nome dello stampatore e del regista non vanno registrati, dal momento che lo stampatore compare nell’area della pubblicazione e il regista in quella delle note (cfr. International federation of library associations and institutions, ISBD(NBM): International standard bibliographic description for non-book materials, Roma, Associazione italiana biblioteche, 1989, p. 33). L’accesso al documento attraverso regista e stampatore nella loro qualificazione di autori è comunque possibile attraverso il legame con gli autori.
14
Nel corso della sperimentazione, nel caso di documenti in cui non comparisse l'indicazione di responsabilità, era stata adottata la dicitura "[ANONIMO]" per analogia con la catalogazione delle fotografie. Questa scelta però non apportava di fatto informazioni significative per l'identificazione del documento, dal momento che per quanto riguarda la grafica di cinema non è possibile, allo stato attuale, identificare periodi di attività di autori (o studi) sconosciuti; è stata pertanto di recente superata, ma nell'OPAC della Cineteca permangono descrizioni che riportano tale dicitura.
15
Per ingombro visivo si intende la parte del documento occupata dall’immagine grafica, che può essere contornata da un margine, in genere bianco, come si può vedere in questa IMMAGINE.
16
Per margine si intende il contorno, in genere bianco, dell'immagine grafica. Può essere utilizzato per note sulla stampa, sull'autorizzazione all'affissione, rilascio di visti di censura, nulla osta e può prevedere nella parte alta uno spazio bianco, a volte individuato all'interno di un perimetro rettangolare colorato, riservato agli esercenti per informazioni sulla sala cinematografica. IMMAGINE
17
Se un film riveste o ha rivestito un certo interesse artistico o commerciale, può accadere che si provveda a una sua riedizione. In questo caso si rende necessario anche un rinnovo del materiale pubblicitario che può avvenire a vari livelli: si ha una ristampa quando viene riprodotto l’originale anche se, come a volte succede, ad opera di un altro stampatore. Nella maggior parte di questi casi non vi sono cambiamenti identificabili se non nella qualità dell’immagine che spesso può essere riprodotta in un numero minore di colori. Solo se la riedizione del film coinvolge un nuovo distributore, può accedere che si decida di fare una ristampa del manifesto originario apportando alcune e modifiche, prima fra tutte il cambio del logo della casa di distribuzione. Si ha una riedizione quando si è di fronte ad una progetto nuovo nel disegno e nell’impostazione generale dell’affisso, scelta questa in genere motivata dall’esigenza di adattare il prodotto al gusto corrente o al paese ospitante il film nel caso di produzioni destinate a mercati stranieri.
I principali elementi finora riscontrati a cui fare ricorso per l’identificazione di un affisso originale sono:
- il distributore deve essere lo stesso della prima uscita del film;
- per la stampa litografica il numero di colori: originariamente – a parte rarissime eccezioni, si stampava a cinque e più colori: i due colori sono spesso, quindi, sinonimo di ristampa.
I principali elementi finora riscontrati a cui fare ricorso per l’identificazione di una riedizione sono:
- per affiches francesi la dicitura “D’apres” prima della firma del disegnatore e la presenza della sigla del Sindacato Illustratori nato solo nel 1945;
- per poster degli Stati Uniti dagli anni ‘40 in poi i poster che accompagnavano le riedizioni dei film venivano di solito ristampati a uno o due colori e tale materiale veniva denotato con l’anno e la parola “reissue”: Es: “1947 reissue” o “R47”.
Per manifesti italiani si riscontrano le diciture: “Prima edizione italiana”, “Anno di prima edizione” che, in mancanza di studi specifici sull’argomento, siamo portati a ritenere indicativi della riedizione del film o dell’edizione italiana di un film prodotto all’estero e quindi non riferibili alla riedizione del documento grafico.
18
Per un approfondimento sull'argomento vedi B2.
19
Soprattutto le Major (le più importanti case di produzione e distribuzione cinematografica statunitensi) hanno sedi nazionali con varie filiali che si occupano della distribuzione a livello locale.
20
Si è rilevato, sulla base di una comparazione di queste indicazioni di data che compaiono sul manifesto o locandina con quelle di uscita del film o della sua distribuzione in Italia, nel caso di film stranieri, che queste indicazioni non sono riferite all'edizione del documento ma all'edizione del film (cfr. nota 17).
21
cfr. nota 17.
22
Non si ritiene rilevante specificare l’indicazione di stampa o di copyright, in quanto queste specificazioni non sono significative di particolari fasi del processo editoriale.
23
In questo contesto abbiamo considerato come repertori cinematografici accreditati tutti quelli prodotti da istituzioni o associazioni nazionali (ANICA, BiFi, ecc.), pubbliche o private, a cui si aggiungono quelli, anche commerciali, la cui consultazione è comunque di uso consueto da parte di istituti di cultura cinematografica (la Cineteca di Bologna, ad esempio, fa ricorso all’Internet Movie Database, e a dizionari come il Morandini e il Farinotti). In bibliografia sono elencati i repertori utilizzati.
24
La Cineteca di Bologna, nell’indicare il numero dei fogli di un manifesto, ha tenuto conto della sue caratteristiche formali, cioè di quanti fogli effettivamente si compone il documento, e non della classificazione anglosassone derivante dalla standardizzazione della dimensioni di origine tipografica, secondo cui dal foglio di 42”x 28” (107x71 cm. circa) noto col nome “foglio singolo” (one scheet) sono derivate le misure dei manifesti a tre fogli (81”x41”), sei fogli (81”x82”) ecc.
25
Le tecniche maggiormente utilizzate sono: litografia, tipografia, rotocalcografia, fotolito, offset, serigrafia. Per approfondimenti, cfr. l'allegato Tecniche di stampa
26
Le parti di cui può essere composto il manifesto non sono prese in considerazione singolarmente in quanto non possono essere scisse dall’unità che concorrono a comporre.
27
Vedi nota 15.
28
Vedi nota 16.
29
Si tratta di informazioni significative in quanto indicano l'edizione o riedizione del film.
30
Il codice relativo alla tecnica è unico e poiché nel manifesto o nella locandina l’immagine prevale sulla parte testuale, si dà la priorità alla tecnica utilizzata per la realizzazione dell’immagine. Le tecniche di stampa individuate per la realizzazione di manifesti e locandine variano, soprattutto a seconda dei periodi. Le tecniche individuate, allo stadio attuale dell’analisi dei documenti, sono quelle indicate in tabella. L’utilizzo del codice relativo a “Tecniche miste” viene utilizzato quando la resa finale del documento nella sua interezza è realizzato tramite una commistione di tecniche differenti. Nel caso in cui si riscontri la predominanza dell’utilizzo di una tecnica di stampa (ad esempio per la realizzazione dell’intera componente figurativa dell’immagine), verrà indicata questa tecnica.
31
ICCU, Guida alla catalogazione in SBN. Pubblicazioni monografiche, pubblicazioni in serie, Roma, ICCU, 1995, p. 2 e pp. 229-263.
32
ICCU, Guida alla catalogazione in SBN. Pubblicazioni monografiche, pubblicazioni in serie, Roma, ICCU, 1995, p. 3 e pp. 265-310.
33
È stata compiuta la scelta di indicare sempre la data, anche quando incerta, in modo da consentire una collocazione temporale indicativa del documento. Nei casi di data incerta (data di uscita del film o ricavata da repertori, oppure associata a condizioni per l'affissione, ecc.) nell'area delle note della descrizione ISBD verranno riportate le specificazioni circa la natura della data.
34
I formati individuati sono quelli rappresentati nell'archivio della Cineteca di Bologna. Esistono anche manifesti che possono arrivare fino a 24 fogli. Le tabelle di qualificazione possono comunque essere aggiornate. Per quanto riguarda l'individuazione dei formati dei manifesti (M1, M2, ecc.) vedi nota 24.
35
L'utilizzo del codice relativo a "Tecniche miste" viene utilizzato quando la resa finale del documento nella sua interezza è realizzato tramite una commistione di tecniche differenti. Nel caso in cui si riscontri la predominanza dell'utilizzo di una tecnica di stampa (ad esempio per la realizzazione dell'intera componente figurativa dell'immagine), verrà indicata questa tecnica.
(vedi C 4.4.1.2)
36
Si è optato per questa definizione in quanto si tratta di una serie di documenti realizzati in numero definito e destinati ad essere distribuiti in forma di raccolta.
37
Vedi nota 33.
38
Rossella Todros, Manifesto, Roma, Associazione italiana biblioteche, 1992, pag.10-11.
39
Marco Pianigiani, "L'immagine che racchiude il film", in Ritratti di cinema. L'arte dell'illustrazione di Carlantonio Longi, Siena, Gli Ori, 2002, pag. 99.
40
ICCU, Guida alla catalogazione in SBN. Pubblicazioni monografiche, pubblicazioni in serie, Roma, ICCU, 1995.
41
Segnaliamo altre diciture frequenti: per Artist si intende il disegnatore e per art director il grafico.
42
I casi in cui è possibile definire questo ruolo per il produttore e/o il distributore sono quelli in cui ci sia una specifica indicazione nelle guide pubblicitarie o in altra fonte utilizzata per la ricerca, o quando il produttore e il distributore coincidono, come nel caso delle Major staunitensi.
43
Considerate la difficoltà di reperire informazioni sugli autori del cartellonismo cinematografico e la mancanza di repertori specifici sull’argomento, stiamo provvedendo a una ricognizione, per quanto possibile, di informazioni biografiche sugli autori. Le informazioni sono poi sintetizzate in note strutturate.
Una analoga ricognizione viene fatta anche per gli autori enti (in particolare tipografie e studi grafici), per i quali, se conosciute, si riportano le informazioni utili per la storia e l’individuazione dell’ente.
44
Marco Pianigiani, “L’immagine che racchiude il film”, in Ritratti di cinema. L’arte dell’illustrazione di Carlantonio Longi, Siena, Gli Ori, 2002, pag. 99.
45
Vedi nota 10.
46
Fra gli elementi che compongono questa particolare segnaletica paesaggistica e di genere, ricordiamo a titolo di esempio: profilo di grattacielo per film polizieschi, palma per film esotico, spada e freccia per film storici e d'avventura, freccia cavalli e fucili per il film western. Nel caso si verificasse la necessità di fare una ricerca sulla rappresentazione delle armi nei manifesti cinematografici, il genere "western" come chiave di ricerca sarà un utile filtro per una prima selezione del materiale.
47
Vedi nota 10.
48
Per le misure vedi Allegato 2: Tavola dei formati <RITORNA>
|
|