Premessa Generale - Note

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Paratesto: espressione utilizzata per la prima volta negli anni ‘80 del secolo scorso in ambito linguistico-semiotico, allo scopo di individuare e circoscrivere quella serie di elementi distinti, testuali e grafici che contornano un testo e rendono possibile la sua diffusione e il suo consumo. Applicato al prodotto culturale film, s’intende quella serie di elementi e prodotti che anticipano, affiancano e prolungano la produzione e il consumo del film stesso e che, ricorrendo a precise a pratiche strategiche, preparano l’accoglimento dell’opera nonché il pubblico alla sua recezione.

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La definizione di Umberto Eco è ripresa da Marco Pianigiani in “L’immagine che racchiude il film” contenuto in Ritratti di cinema. L’arte dell’illustrazione di Carlantonio Longi, a cura di Lina Job Wertmuller, Bruno Santi, Roberto Longi, …, catalogo della mostra, Siena, Gli Ori, 2001, pag. 120.

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Ferruccio Bonfiglio, “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, 1938, n. 5, p. 31.

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Ferruccio Bonfiglio, “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, 1938, n. 5, p. 31.

5
Claudio Cavaggion, “Il cartello pubblicitario dei film”, in Lo Schermo, Milano, 1935, A. 1 n. 1, p. 40.

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Sono numerosi gli studi su questo argomento. Citiamo fra tutti un testo di recente pubblicazione: Fabrizio Perretti, Giacomo Negro, Economia del cinema. Principi economici e variabili strategiche del settore cinematografico, Milano, Etas, 2005.

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Ferruccio Bonfiglio, “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, n. 5, 1938, p. 31.

8
Franco La Polla, “Le volpi della mamma (ovvero arte e memoria delle locandine)”, in Eroi di Mille leggende. Manifesti cinematografici 1930/1960, Bologna, Grafis, 1993, p. 17.

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Ferruccio Bonfiglio, “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, 1938, n. 5, p. 31.

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Ferruccio Bonfiglio, “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, 1938, n. 5, p. 31.

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“Il termine cartellone (…) era in origine un sinonimo di “manifesto” ossia di un messaggio stampato su carta per essere affisso sui muri o su supporti speciali; si tratta di un lemma ormai desueto in questa accezione e che in Italia è venuto a indicare, soprattutto nel suo derivato “cartellonismo”, i manifesti prodotti in un determinato periodo. Nelle altre lingue non esiste in realtà questa distinzione, per cui il francese affiche, lo spagnolo cartel, l’inglese poster e il tedesco plakat, indicano sia i manifesti attuali che i cartelloni ottocenteschi.” Marco Vecchio, Persuasione e Cartellonismo. Da Jules Ceret ad Armando Testa, Milano, Cuem, 2003, p. 6.

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Ferruccio Bonfiglio “Lanciare il film italiano”, in Lo schermo, Milano, 1938, n. 5, p. 31.

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Realizzate dall’esercente e sistemate nella sala d’aspetto del cinema, in apposite vetrine, vicino alla cassa riproducono su una sagoma di cartone uno o più protagonisti del film o una scena saliente della storia.

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Solitamente di piccole dimensioni costituiscono un esempio di pubblicità esterna palese, in quanto affissi sui mezzi pubblici e rivolti direttamente all’osservatore. In genere sono stampati a due facce e possono contenere sia la pubblicità del film che quella della sala cinematografica nel quale si tiene la proiezione. Come per gli altri materiali da affissione è presente una parte testuale (titolo, cast artistico e tecnico, credits) e una iconica che riprende spesso i motivi del manifesto e della locandina.

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Forma di pubblicità interna e diretta costituita da un pieghevole, opuscolo o libretto, distribuito dagli esercenti per le anteprime o le prime visioni. Piccoli capolavori di arte grafica e tipografica, non possono essere ricondotte a un'unica impostazione tipologica ma sono affidate alla fantasia e al gusto del realizzatore del momento e al film di cui evoca, nelle fattezze, gli elementi tematici principali. Contengono, oltre ai preziosi elementi grafici, la trama del film, notizie sui protagonisti e sulle varie fasi della produzione e l’indirizzo delle agenzie della casa di produzione. L’uso di questi materiali spesso è accompagnata dalla distribuzione di altri gadgets.

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Fatti stampare dall’esercente, riproducono materiale pubblicitario messo a disposizione dalle case di distribuzione e contengono informazioni su uno o più film in programma nella sala. Formato, misure e contenuti possono variare: nel caso di pubblicità di un solo film, sul volantino sono presenti flani, cast artistico, frasi di lancio, trama del film e nome della sala; nel caso di pubblicità di una rassegna all’interno dello stesso esercizio, il contenuto sarà disposto in forma di elenco accanto ai dati sulle varie proiezioni.

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Riproduzione semplificata e ridotta dell’immagine del manifesto del film usata dagli esercenti che intendono proiettare quel film come matrice tipografica per i volantini, le inserzioni e gli articoli brevi sulla stampa locale di cui costituiscono un arricchimento grafico.

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Prodotti per la stampa specializzata e per gli esercenti a cui vengono distribuiti in occasione di festival o prime visioni, hanno in genere forma di pieghevole o di opuscolo a più pagine con copertina cartonata. Il contenuto si diversifica in parte da quello delle brochure, poiché è composto in prevalenza da trama del film particolareggiata, rassegna stampa internazionale, interviste, filmografia e foto del regista e degli attori principali, indirizzo dell’ufficio stampa, informazioni su cast, credits e produzione. Spesso sono accompagnati da foto di scena in forma sfusa.

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Pieghevole semplice o a più pagine di dimensioni ridotte rispetto al press book è distribuito alla stampa specializzata e agli esercenti durante i festival cinematografici o in occasioni di prime visioni. Contiene notizie sul cast artistico e tecnico, trama e molte immagini tratte dal film. La copertina richiama un elemento visivo caratterizzante del film e in tal senso la brochure ha la funzione di esercitare un’azione attrattiva maggiore rispetto a quella più informativa degli analoghi press book.

20
Cfr. GM, p. 6 “ These rules cover only the part of the record for description and, therefore, do not deal with the choice or form of access points that provide the means for reaching the description” e ISBD(NBM), p.10: “La descrizione ISBD costituisce una parte della registrazione bibliografica completa e non verrà usata, di regola, da sola. Gli altri elementi che costituiscono una descrizione bibliografica completa, come intestazioni, voci di soggetto, titoli uniformi, meccanismi di ordinamento e tracciati, non fanno parte dell’ISBD. Le regole per siffatti elementi sono date di norma nei codici di catalogazione”.

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Le definizioni generali relative ai vari elementi degli standard di catalogazione sono messe a confronto in questa TABELLA

22
GM, Washington, LC, 1982, p. 4.

23
Guida alla catalogazione di bandi, manifesti e fogli volanti, Roma, ICCU, 1999, p. 26.

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Manifesti, locandine, fotobuste sono prodotti di comunicazione visiva  caratterizzati da  segni iconici e da segni verbali. Possono essere considerati a pieno titolo l’immagine visiva del prodotto cui si riferiscono (il film)  e l’espressione visiva della sua tipologia e delle sue caratteristiche rese esplicite proprio attraverso la combinazione delle sue componenti verbali e iconografiche. Per questo abbiamo utilizzato la locuzione “immagine grafica” mutuata dall’ambito pubblicitario.
Immagine grafica.
In ambito pubblicitario s’intende lo studio e la realizzazione di un segno grafico (logotipo, marchio, ecc.) riconoscibile adeguato alla tipologia dell'organizzazione e alle caratteristiche dei suoi pubblici . Più precisamente per logotipo s'intende il carattere (la font) con cui un'azienda si differenzia da un'altra, per marchio un qualunque segno suscettibile di essere rappresentato graficamente, in particolare parole, compresi i nomi di persone, disegni, lettere, cifre, suoni, forma di un prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché siano idonee a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli delle altre.

25
Rossella Todros, Manifesto, Ass. Italiana Biblioteche, Milano, 1992, pag. 10.

26
Per uno studio sull’argomento: Fabrizio Perretti, Giacomo Negro, Economia del cinema. Principi economici e variabili strategiche del settore cinematografico, Milano, Etas, 2005.