Schermi e Lavagne

Avventura nei sensi

La bambina che amava Tom Gordon

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di Stephen King (Sperling & Kupfer, 2008)
(da 13 anni)

Trama

Trisha McFarland, nove anni, appassionata di baseball e dei Red Sox (come suo padre) e innamorata del mitico numero 36 Tom Gordon, si è allontanata un po’ dal sentiero... poi un altro po’... per un bisogno fisico ma soprattutto per non sentire più i litigi tra la madre e il fratello sul divorzio imminente che stanno per affrontare. Ha lasciato il sentiero fino a ritrovarsi completamente sola e dispersa. E non nel bosco dietro casa, ma nel cuore della foresta dei monti Appalachi: miglia e miglia di infido verde. Ogni anno su quelle montagne molte persone non ritornano e Trisha, convinta di salvarsi, inizia un lento e pericoloso cammino nella direzione sbagliata. Vestita con la maglietta della sua squadra e il berretto con l'autografo di Tom, ascolta le partite con il walkman pregando che il suo idolo faccia vincere la squadra perché solo così lei potrà uscirne viva. Passano le ore, ma niente, solo verde, alberi, rumori strani e poi la notte arriva e lei è sola. Non soccombe subito al terrore e all’angoscia ma inizia a incrinarsi il suo senso pratico, fino alla scoperta che qualcosa o qualcuno la sta inseguendo.

Citazione

«Uno sbuffo d’aria attraversò il bosco arruffando le foglie e facendone cadere le ultime gocce di pioggia. Dopo un secondo o due l’aria si zittì. Poi il silenzio s’interruppe; nel lieve gocciolare giunse un suono di ramoscelli spezzati. Cessò e ci fu una pausa seguita da un agitarsi di rami e dal rumore ruvido di qualcosa che scivola su una corteccia. Un’altra pausa e poi rumori ripresero, avvicinandosi sempre più al tronco contro il quale Trisha dormiva con la testa sul braccio.

Commento

Il Re del brivido ha riscritto Cappuccetto Rosso dandole un tono più moderno e un’ambientazione extraeuropea. Ha reso attuale la fiaba trasformandone i connotati e rendendo la bambina quasi pazza. Trisha infatti corre sull’orlo dell’equilibrio mentale: la totale immersione in una natura selvaggia, il silenzio di quei territori che sono stati abitati dagli indiani, la solitudine intensa e la perdita di ogni riferimento a poco a poco la portano a dubitare dei suoi sensi. Il perturbante kinghiano raggiunge effetti sorprendenti quando racconta l’infanzia, innocente e incredula, priva di difese, quell’infanzia salvifica che con il suo “shining” vede oltre lo specchio, vede anche la morte. La natura incrina le certezze e nasconde incubi ancestrali. Qui la fiaba, come nella migliore tradizione dei Grimm, si tinge di puro terrore, il suo colore è il nero. È, infatti, una metafora sull'eterna lotta tra il bene e il male, tra il mondo primitivo e quello attuale, tra la luce e le tenebre, tra l’infanzia e l’uomo nero. Per King il babau si nasconde nell’armadio, sotto il letto, in cantina, nelle sembianze di un cane, sotto la città e anche in mezzo al bosco. Ma già credere a quello che non si vede diventa il codice per poterlo sconfiggere: Trisha ha il baseball, il suo amuleto e ascolta il suo eroe perché deve salvarsi per raccontare, per diventare una donna.

Parole chiave

Perdersi, speranza, paura

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