Schermi e Lavagne

Avventura nei sensi

Il libro della giungla

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di Rudyard Kipling (Einaudi, 2006)
(da 12 anni)

Trama

Il libro della giungla e il suo seguito, Il secondo libro della giungla, sono raccolte di racconti d’animali d’ambientazione esotica, con protagonisti bestie in qualche modo “diverse” rispetto alle altre, in situazioni in cui sono le dure leggi di natura ad avere pieno governo. Le più celebri tra queste storie sono quelle su Mowgli, il cucciolo d’uomo, che evidentemente “appartiene e non appartiene” alla giungla. Allevato dai lupi, il bambino viene poi protetto e istruito da Bagheera, la pantera, e Baloo, l’orso, e formato a partire dalle mitologie e dalle massime della fauna che popola quella strana giungla. Crescendo, Mowgli deve fare i conti con l’ira (la tigre), la saggezza (l’elefante), la sciocchezza (le scimmie) e altri personaggi-caratteri, per poi decidere, ormai diciassettenne, di seguire i sentimenti umani, lasciare la giungla e riunirsi al popolo degli uomini.

Citazione

«Un lupo, abituato a trasportare i suoi piccini, può all'occorrenza prendere un uovo in bocca senza romperlo, e benché le mascelle di Babbo Lupo si fossero serrate sul dorso del piccino, nemmeno un dente ne aveva graffiata la pelle, quando lo depose fra i lupacchiotti.
-Com'è piccino! E com'è spelato e anche ardito!- disse Mamma Lupa dolcemente. Il bambino si faceva largo fra i cuccioli avvinti al pelo caldo della lupa. -Ahi! Vuol mangiare la sua parte, questo è un cucciolo d'uomo, dunque? Che una lupa che abbia mai potuto vantarsi di avere un Uomo fra i suoi piccini?-
-Sì, ne ho sentito parlare qualche volta, ma non è mai accaduto nel nostro territorio-, disse Babbo Lupo. -Non ha nemmeno un artiglio: sarebbe facile ucciderlo solo a toccarlo con la zampa. Ma mi guarda fisso, senza paura-.»

Commento

A differenza delle vicende di Tarzan che Burroughs racconterà di lì a poco, in cui gli animali sono solo animali e il protagonista è l’uomo, in questi racconti le bestie sono i veri primi attori, e il cucciolo d’uomo è solo una parte dell’equilibrato sistema natura. Sono però in qualche modo anche animali in grado minore, non perché parlino o abbiano un sistema di leggi e massime, una cultura insomma, ma perché sono in realtà anche una galleria di caratteri, e dunque la loro funzione simbolica sovrasta quella biologica. Tutto l’universo creato da Kipling è metaforico (lo sciacallo non ha dignità, l’elefante è la memoria, le scimmie la mancanza di pensiero…), e la stessa giungla non ha nulla di realistico: vi convivono animali non compatibili, non ha verosimiglianza come ecosistema né come località geografica; si tratta piuttosto di un simbolo, di una zona selvaggia e pericolosa per definizione. Le leggi che la regolano sono rigide e spietate, e non si possono scavalcare, perché sono davvero la base di un equilibrio superiore. Il darwinismo è però ridiscusso nei numerosi esempi in cui a elevarsi sugli altri è l’animale nato diverso, come ad esempio la foca bianca.
L’equilibrio e la forza simbolica di questo mondo ha trovato una applicazione pedagogica nello scoutismo, che il fondatore Baden Powell volle costruito proprio sul Libro della giungla; del resto la storia di Mowgli è anche una utopia pedagogica, un esperimento di formazione a partire dal “fanciullo primordiale”, una tabula rasa totalmente plasmabile che avrà maggior fortuna di quello realmente avvenuto su Victor dell’Aveyron, che verrà poi portato in scena da Truffaut.
Nel 1907 Kipling è stato insignito del premio Nobel per la letteratura.

Parole chiave

Leggi di natura, crescita, bambino selvaggio

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