Domenica matinée

dal 7 ottobre
Programmazione

Riprendiamo l’indispensabile ‘tradizione’ delle matinée domenicali (riconfermando la collaborazione del Forno Brisa) con un omaggio alla Quinzaine des réalisateurs, sezione competitiva di Cannes parallela al concorso principale che dal 1969 è stata un bacino inesauribile di talenti e scoperte. Dal 2012 al 2018 alla direzione artistica della Quinzaine è stato Edouard Waintrop, che per la Cineteca ha selezionato una serie di titoli emersi per forza espressiva e originalità dello sguardo.

 

 

"Nel luglio 2011 sono stato scelto per dirigere la Quinzaine des réalisateurs. Per me è stata una grande gioia. Nel 1969, quando la prima Quinzaine fondata da Pierre-Henri Deleau cominciava a sorprendere il mondo, ero praticamente un novizio del cinema. All’uscita parigina vidi La primera carga al machete del cubano Manuel Octavio Gómez. Negli anni seguenti scoprii L’impiccagione di Nagisa Oshima, Wanda di Barbara Loden, L’uomo che fuggì dal futuro di George Lucas, L’improvvisa ricchezza della povera gente di Kombach di Volker Schlöndorf, Aguirre di Werner Herzog, La salamandra di Alain Tanner e naturalmente Mean Streets di Martin Scorsese… La Quinzaine era già casa mia e mi sono ritrovato a esserne il custode.
Il primo anno è stato come un sogno. Abbiamo avuto la fortuna (dico “abbiamo” perché ero circondato da una squadra fantastica) di ospitare No del cileno Pablo Larraín, abbiamo scoperto Gangs of Wasseypur, capolavoro dell’indiano Anurag Kashyap e O Rengaine di Rachid Djaidani.
Il secondo anno, come spesso accade, è stato per noi il più difficile, ma c’è stato Ilo Ilo di Anthony Chen, che ha vinto la Camera d’or, e poi La danza della realtà di Alejandro Jodorowsky e Whiplash di Damien Chazelle, entrambi balzati agli onori delle cronache.
Nel 2014 il francese Les Combattants è stato il pezzo forte della Quinzaine, mentre Pride, una commedia politica inglese, strana in questi tempi di cinismo, ha resuscitato per un momento tragedia, malinconia e speranza. Il 2015 è stato il turno di El abrazo de la serpiente del colombiano Ciro Guerra, di Much Loved di Nabil Ayouch, di Fatima di Philippe Faucon. L’anno successivo Fai bei sogni di Marco Bellocchio, Divines di Houda Benyamina, La mia vita da zucchina di Claude Barras hanno entusiasmato la Croisette. E Allende, mi abuelo Allende di Marcia Tambutti-Allende ha vinto la prima edizione dell’OEil d’or, premio per il miglior documentario.
E ancora ci sono stati il 2017 e il 2018 con tutta la gioia di far scoprire i film che ci avevano commosso, fatto ridere e piangere.
Vi invito dunque ad accompagnarmi in questo viaggio – un po’ nostalgico, lo confesso (ho lasciato direzione la scorsa primavera) – nel paese dei film, a visitare questa Quinzaine che insieme ai miei amici selezionatori abbiamo voluto rendere più aperta. Spero che questo viaggio vi dia lo stesso piacere che ha dato a noi".

Edouard Waintrop

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