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"I miracoli non si discutono"

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Un capolavoro uscito dal cappello di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini: Miracolo a Milano. Tratto dal romanzo Totò il buono dello stesso Zavattini, che collaborò naturalmente anche alla sceneggiatura assieme De Sica, Miracolo a Milano torna restaurato sulla Croisette dopo la Palma d’oro (che allora si chiamava Grand Prix) per il miglior film, vinta nel 1951.
La Cineteca di Bologna porta la versione restaurata di Miracolo a Milano al 72° Festival di Cannes, nell’ambito della sezione Cannes Classics.
Il restauro di Miracolo a Milano, realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, è promosso da Fondazione Cineteca di Bologna e Compass Film, in collaborazione con Mediaset, Infinity, Artur Cohn, Variety Communications.

In questa occasione, dal Fondo Giuditta Rissone - Emi De Sica e dal Fondo Calendoli, nel patrimonio archivistico della Cineteca di Bologna, una rassegna stampa d'epoca commentata e alcuni preziosi materiali relativi al film di De Sica:


Caro Alberto Mondadori,
tu mi chiedi due righe sul film
Miracolo a Milano. Sono le 17 del sette ottobre e sono di pessimo umore. Ho visto in proiezione un fotogramma che non mi piace. Sono pieno di pessimismo. Finirei col parlare male del film, e i produttori che hanno speso molto tempo e molto denaro per farlo, mi rimprovererebbero sicuramente. Desidero quindi non esprimermi in proposito e lasciare agli amici e ai nemici di giudicare il mio film, fra due mesi.

tuo Vittorio De Sica


A. Panicucci, Miracolo a Milano, in Epoca, 14 ottobre 1950, Fondo Calendoli


Questa lettera viene pubblicata sul periodico Epoca, a chiusura di un lungo articolo dedicato alla complicata e donchisciottesca lavorazione del film. Le riprese iniziano al principio di febbraio e già a marzo, De Sica scrive a Zavattini: "Che Iddio me la mandi buona! E soprattutto che mi tenga in buona salute perché primo requisito d’un regista neorealistico è una salute di ferro".
Dopo aver affrontato condizioni atmosferiche inusuali (una Milano invernale soleggiata e senza nebbia!), l'ostilità dei milanesi che non apprezzano l'intrusione dei barboni nelle vie del centro e i difficili rapporti tra il direttore della fotografia, Aldo, l'operatore e Ned Mann, venuto apposta dall'America per fare gli effetti speciali, De Sica gira le ultime scene a giugno, accompagnato da un atroce mal di denti. Ma il peggio deve ancora venire.
Lo sviluppo del negativo camera, evidenzia che alcune scene risultano rovinate da striature causate dall'infiltrazione di luce durante il procedimento e De Sica è costretto a rigirarle. E infine gli effetti speciali. Costati più di tutto il resto del film, non sono all'altezza della situazione, come De Sica stesso scrive a Zavattini: "Il film Totò mi tiene sempre molto occupato e preoccupato. I trucchi sono, ogni giorno che passa, peggiori. Come faremo, caro Zavattini!"
E questo è il motivo che ritarda l'uscita del film che avrebbe dovuto essere presentato al Festival di Venezia e non, come poi accadde, al Festival di Cannes, il 14 aprile 1951.
Ma il pubblico della Croisette risarcisce, almeno in parte, le fatiche e le frustrazioni degli autori Zavattini e De Sica. Dalle pagine del periodico Cinema, l'inviato Lo Duca, scrive:
"Il primo tempo del Festival si chiude con la proiezione del primo film italiano Miracolo a Milano. Limitandomi volutamente alla cronaca, dirò che in tutto il Festival non si vide mai un'accoglienza tanto calda, commossa, profondamente convinta e unanime. Dieci minuti di applausi sostenuti possono quasi sembrare incredibili se non fossero stati controllati. Pudovkin dichiarò che «Miracolo a Milano contiene tutta la forza del cinema muto»; Jean Cocteau affermò che «dopo Chaplin non si era vista un'opera di tale mole; se ne riparlerà tra vent'anni». Orson Welles tolse quasi la parola a René Clair (che vide il film a Parigi): il primo disse che Miracolo a Milano era opera essenziale, l'altro parlò di una «regia magistrale». L'accordo tra il pubblico di Cannes e quattro uomini che hanno servito il cinema con realizzazioni indiscutibili può sorprendere. Ma eravamo in atmosfera di miracolo, e i miracoli non si discutono".


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